“A Lo Uttaro è in atto un disastro ambientale dovuto ad un inquinamento irreversibile. Una follia farci un’altra discarica!”
Giù le mani dalla Cava Mastroianni!. Questo il monito che arriva dal Comitato Emergenza Rifiuti e da altri comitati e associazioni ambientaliste casertane dopo le indiscrezioni apparse in questi giorni sulla stampa a proposito della proposta, da parte dei nostri amministratori pubblici, di utilizzare le cave dimesse della provincia di Caserta, tra le quali c’è anche
In questi giorni poi si sono diffuse indiscrezioni, al momento non confermate, circa l’eliminazione anche del sito di Andretta, ma a questo punto i casertani non possono che domandarsi: ma perché solo Cava Mastroianni resta imperterrita tra le discariche da aprire? Quale è la punizione divina (o meglio del duo Berlusconi-Bertolaso) che porta la cava casertana a resistere per diventare così a pieno titolo la “ruota di scorta” dell’immondizia dell’intera Campania (come senza pudore ammise qualche giorno fa pubblicamente Bertolaso)? Lo chiediamo con forza al Presidente del Consiglio Berlusconi e lo chiediamo con fermezza ai nostri parlamentari e amministratori locali: adoperatevi per la disapplicazione di quel che resta del decreto 90 e in particolare per l’abrogazione dell’art. 9 (che individua i siti di discarica) e decidete finalmente in autonomia e con il consenso delle popolazioni !!
Cava Mastroianni è separata solo da un esile muro di tufo dalla discarica pericolosa ed illegale di Lo Uttaro, sotto sequestro dal novembre del 2007, ad appena 7 mesi dalla sua apertura, per “disastro ambientale” dovuto ad “inquinamento irreversibile”. Cava Mastroianni è un invaso da 1.500.000 mc, in zona vincolata dalla Sovrintendenza per i beni Archeologici per la presenza dei resti dell’antica città Osca di Calatia, sito a pochi metri da una delle condutture principali dell’acquedotto della Campania occidentale (che alimenta diversi comuni del casertano e del napoletano e parte della stessa città di Napoli), e circondato, su ben tre lati, da 4 discariche (tra le quali quella di Lo UttaroCava Mastropietro) e da un sito di stoccaggio, che ospitano complessivamente circa 6 milioni di mc di rifiuti, parte dei quali di notevole pericolosità.
Non dubiti chi decide per conto delle comunità che, se si vuole continuare con la politica delle discariche e degli inceneritori, anche i casertani, memori dell’affronto del 2007, sapranno difendere il proprio territorio con altrettante manifestazioni di piazza, presidi pacifici, ricorsi e denunce amministrative e penali. Ora che diciotto persone sono indagate per il disastro di Lo UttaroCava Mastropietro, voluta dal Sottosegretario Bertolaso, chiunque decida di utilizzare l’invaso di Cava Mastroianni dovrà prima spiegare perché in questi ultimi quattro anni nulla si è fatto per realizzare gli impianti di compostaggio, e per riconvertire gli impianti di ex CDR consentendo il recupero della materia dai rifiuti, ed invece si sono chiesti e si chiedono assurdi ed inutili sacrifici alle popolazioni campane, mettendo a repentaglio diritti costituzionalmente garantiti come la salute pubblica e l’ambiente e violando tutte le normative nazionali ed europee in materia di rifiuti.
I Casertani non saranno più disposti ad accettare promesse come quelle fatte da Comune, Provincia e Governo al tempo della cava Mastropietro, meglio conosciuta come “Lo Uttaro”.
Fonte:
Comunicato stampa a cura di:
ComER - Comitato Emergenza Rifiuti Caserta
Comitato provinciale acqua pubblica Caserta
Associazione Caserta Bene Comune
Associazione "Terra Nostra”
Asppi (Associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari
WWF Caserta