NARDUCCI E LA "PARTECIPAZIONE"

Intervista esclusiva del Corriere di San Nicola al candidato sindaco del centrosinistra


Il candidato sindaco del centrosinistra, Raffaele Narducci (nella foto), risponde alle domande del Corriere di San Nicola.

-“Scelta incoerente”, “Sono completamente scioccato”, “Una grandissima delusione”, “Pur di cercare nuovi spazi ci si presta a rinnegare il proprio passato”, “Tradimento politico”, “Furberia politica”, “Ha preso in giro l’elettorato”... Sono, queste, dr. Narducci, solo alcune delle tante affermazioni, dei tanti commenti che i politici di destra hanno espresso, attraverso i giornali o in circostanze pubbliche, per criticare la Sua scelta di proporsi come candidato sindaco della sinistra. Eppure, se andiamo bene a vedere, Lei non è che sia stato un vero e proprio uomo di destra. Suo padre, lo stimatissimo Alessandro, molto prima, e Suo fratello, dopo, sono stati in passato amministratori eletti nelle file della Democrazia Cristiana, che di destra proprio non è mai stata. Lei stesso è stato eletto due volte in consiglio comunale e sempre in una lista civica priva di qualsiasi connotazione politica e che comunque a destra mai si è schierata. Lei, se vogliamo, si è ritrovato a destra, nell’ultima parte della legislatura uscente, quasi per un processo naturale di cose o per naturale conseguenza. In fin dei conti, se proprio vogliamo fare gli statistici, Lei è stato a destra soltanto per poco più di tre anni. Pochi, indubbiamente, anzi quasi niente per giustificare queste pesanti condanne che Le sono state rivolte. Eppure Lei non ha mai replicato a queste accuse; ha preferito continuare per la Sua strada e non ha mai chiesto alla stampa di pubblicare Sue dichiarazioni al riguardo. Dr. Narducci, ma come ha fatto a non reagire, a non sentire il bisogno di chiarire, a starsene zitto, sino a che, adesso, sperando vivamente che voglia risponderci, siamo noi a chiederLe perché?
«Come ho fatto a non reagire? Diceva Andreotti: non solo speravano di farmi innervosire, avrei anche dovuto dar loro la dimostrazione che c’erano riusciti? Battute a parte, molti di coloro che lanciano accuse di coerenza predicano bene ma razzolano malissimo. Dunque, sarebbe come predicare ai sordi. Oltretutto si tratta degli stessi che hanno sempre sostenuto che non ero un uomo di destra. Infatti la mia presa di distanza da un certo modo di intendere la politica era ormai evidente da tempo, ho portato a termine il mio mandato proprio per una questione di coerenza, ma tutti sapevano già da molto che non mi sarei ricandidato, e che il mio percorso con lo schieramento di maggioranza si avviava a conclusione. Oltretutto non sono mai sceso in campo sotto un simbolo del centrodestra, ma sempre con la stessa lista civica. Se vogliamo parlare di gente che ha cambiato simboli e partiti, invece, l’elenco sarebbe lungo. Vogliamo parlare di coerenza? Bene, chi si offre stabilisca data e luogo, disponibilissimo a qualsiasi confronto pubblico».


-Sin dal primo momento del Suo passaggio a sinistra, Lei ha affermato, ribadendolo poi come leitmotiv della Sua decisione, di essersi innamorato del Cantiere delle Idee: è stato, nella sostanza, il significato di questa iniziativa a convincerLa di passare dall’altra parte. Del Cantiere Lei ha sempre detto di aver sposato l’ideale della partecipazione, il senso di vicinanza alla gente. Si è trattato di una folgorazione improvvisa oppure il pensiero Le stava maturando già durante la Sua militanza tra le forze di maggioranza?
«Già da alcuni mesi c’erano contatti con gli amici del centrosinistra, e si stava valutando la possibilità di un percorso comune. Poi è arrivato il Cantiere delle idee. Da parte mia, che sono un uomo che predilige il contatto con le persone, non poteva che arrivare un apprezzamento per questa iniziativa. Il Cantiere delle Idee, nella sostanza, ha dato il massimo risalto, portandolo alla massima esaltazione, l'ideale per il quale ho sentito in animo di battermi: la partecipazione dei cittadini ai problemi della città e le loro proposte concrete per una città sempre più vivibile. E quando mi è stata prospettata la possibilità di un percorso comune, ho subito premesso che, in ogni caso, la mia esperienza con la maggioranza era giunta al capolinea. Indipendentemente da una mia investitura a candidato sindaco. Non si è affatto trattato di una folgorazione sulla via di Damasco, improvvisa, poiché con molti esponenti del centrosinistra locale c’erano già consolidati rapporti di stima e frequentazione. Avevo una garanzia: cominciare un percorso con persone leali, per le quali il consenso conta, ma conta soprattutto la collettività con i suoi problemi e le sue aspettative. Il nostro è un programma, infatti, che mira a ridurre tasse ed imposte e a garantire più servizi attuando una lotta agli sprechi senza precedenti. E, mi creda, non abbiamo parlato una sola volta di assessorati e poltrone. Ma solo di progetti da realizzare. Uno in particolare: divideremo la città in una decina di zone ed ogni zona avrà un’opera importante. Non un programma generico, dunque, ma una serie di impegni precisi rispetto ai quali ogni cittadino potrà poi decidere se vale la pena di stringerci ancora la mano
».


-Quale potrebbe essere per Lei la difficoltà maggiore nel governare una città che per dieci anni consecutivi si è avvalsa della Sua amministrazione attiva e che i Suoi attuali alleati giudicano, invece, tutta sbagliata e tutta da rifare?
«Io sono stato presidente del consiglio, rispetto al ruolo da me svolto mi assumo qualsiasi responsabilità. Ma se oggi sono il candidato sindaco del centrosinistra, evidentemente è un ruolo che, probabilmente, ho ricoperto quantomeno con equilibrio. Per quanto riguarda gli amici del centrosinistra, nessuno di loro ha mai affermato che San Nicola andrebbe abbattuta e rifatta. Hanno essenzialmente criticato un certo modo di fare ed intendere la politica, ed oggi reclamano maggiore vivibilità, piani particolareggiati, meno tasse per le famiglie in difficoltà, più servizi, maggiore partecipazione della gente. Si può non essere d’accordo? Io non rinnego niente di quello che ho fatto, ma il desiderio di andare oltre un’esperienza amministrativa durata tanti anni era forte. Avvertivo la necessità di una svolta che ci portasse realmente a tu per tu con i bisogni della gente. Al di là del consenso elettorale e al di là delle cose fatte fino a qual momento. Alcune buone altre criticabili. Per le quale mi assumo, ovviamente, la mia parte di responsabilità. Ma in politica esistono anche i tempi, ed oggi io avverto che questo può davvero essere il momento buono per gettare, come suol dirsi, il cuore oltre l’ostacolo, e fare per San Nicola cose di cui i nostri figli potranno parlare a lungo. Ripeto: con impegni concreti, rispetto ai quali i cittadini potranno poi misurare la nostra coerenza e le nostre capacità».


-Abbiamo visto alcuni Suoi spot su youtube nei quali Lei, girando per la città, si sofferma su alcuni aspetti che generano il Suo dissenso, come il decoro del centro storico. Lei, non foss’altro perché è un sannicolese “doc” che in Piazza e Via S. Croce ci ha passato quasi tutta la vita, conosce molto bene queste zone. Che cosa, di negativo, La colpisce in particolare su questa tematica?
«A San Nicola abbiamo un problema da sempre irrisolto: le aree cosiddette di confine. Chi rifà il manto di asfalto in via Santa Croce? E L’illuminazione lungo la Circumvallazione? E i marciapiedi lungo il secondo tratto di via De Gasperi? Per prima cosa è dunque necessario aprire un tavolo con gli amministratori dei comuni confinanti e raggiungere un accordo una volta per tutte. Per quanto riguarda il centro storico non possiamo prescindere dall’approvazione dei piani particolareggiati e, per quanto ci riguarda, non ci limiteremo al rifacimento del manto di asfalto, ma anche i particolari avranno la loro importanza e dovranno contribuire a rendere il centro storico di assoluto valore. Anche nell’ottica di un discorso di inserimento della nostra città in un percorso turistico provinciale»


-Nell’ultima riunione del Cantiere Lei aveva annunciato che, se eletto, imporrà alla Sua amministrazione
di sostenere e supportare i talenti sannicolesi da anni impegnati nei vari settori dell’arte, del teatro, della musica e della scrittura. In che modo Lei pensa di realizzare, nel concreto, un progetto finalizzato alla valorizzazione delle risorse culturali della nostra città?
«
Abbiamo cantanti che stanno facendosi strada sia in campo lirico che nel settore della musica leggera. Attori e registi di grande valore e musicisti straordinari, pittori di assoluto valore. E nello sport campioni di corsa, di ciclismo, ottimi calciatori, campioni di bocce. Da San Nicola che cosa possono ricevere per meglio proporre il loro talento? Questa la domanda che ci stiamo ponendo da tempo, e stanno venendo fuori idee interessanti. Per esempio, potremmo farci promotori di tornei a carattere internazionale con l’aiuto di appassionati ed associazioni. O ancora organizzare punti di aggregazione per consentire ai nostri artisti di esprimersi:momenti musicali, di pittura, di poesia. Magari in luogo pubblico e con incentivi da parte del Comune. Per fare dell’arte e della cultura uno dei punti di riferimento della collettività sannicolese».


-Edifici scolastici, palabasket, luogo per il ping pong, campi da tennis, teatro, fiera-mercato, piscina, eccetera eccetera. Pascariello sta per consegnare ai suoi successori una città dotata di un incredibile numero di strutture pubbliche che fanno di San Nicola la Strada, in tal senso, un comune pilota della provincia. Pensa che sarà difficile per il prossimo sindaco conservare questo primato? In altre parole, quali altre strutture pubbliche andrebbero ancora realizzate? Ed infine, secondo Lei è stato più difficile, prima, costruirle tutte queste belle cose o, adesso, gestirle? 
«Citavo poco fa uno dei nostri cavalli di battaglia: suddividere la città in una decina di zone e realizzare per ogni zona un’opera importante. Da questo punto di vista saranno determinanti le esigenze dei cittadini di quella data zona. Abbiamo già, ad ogni modo, un lungo elenco di progetti davvero interessanti e, in alcuni casi, davvero unici. Un asilo nido, per esempio. O un asilo con apertura serale, cui poter affidare i propri figli e andare tranquillamente a teatro o, semplicemente, a far la spesa. Parliamo tanto di famiglia e poi alle esigenze delle famiglie non si pensa mai. E se lavorassimo anche per la sede di un ramo del conservatorio o di una facoltà universitaria? Vogliamo una San Nicola straordinaria, oltre che ordinariamente impeccabile.  Per quanto riguarda il mantenimento di una struttura, così come del verde pubblico ad esempio, occorrono dedizione e risorse. Troveremo le une e le altre. Per l’affidamento della gestione della nuova piscina Comunale, ho chiesto all’attuale amministrazione di attendere che a decidere sia la prossima. Per prima cosa i cittadini di San Nicola, che ne sono i proprietari, dovranno beneficiare di un consistente sconto sul biglietto di ingresso. Altrimenti che senso avrebbe realizzare una struttura sul proprio territorio e a proprie spese?».

Nicola Ciaramella
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Intervista esclusiva rilasciata da Raffaele Narducci al Corriere di San Nicola. Se ne consente l'uso solo se citata la fonte.