PANICO CONTRO I TAGLI


Il capogruppo de La Sinistra chiede fermamente al consiglio comunale di attivarsi per reperire risorse da destinare alle politiche sociali




«La maggioranza non ha risposto o meglio ha risposto dicendo che l'interpellanza è strumentale perché ancora non si sa l'effettivo ammontare dei tagli al nostro ente, come se ci volesse la zingara per capire che nella fase di predisposizione dei bilanci preventivi per il 2012 verranno sommati gli effetti delle varie manovre pregresse e che la capacità del nostro comune a garantire i servizi ai cittadini e la promozione di politiche a sostegno dello sviluppo saranno seriamente compromesse».

Palese la insoddisfazione di Pasquale Panico (La Sinistra) per la risposta alla sua interpellanza presentata nel consiglio comunale del 29 settembre, di cui riportiamo il testo integrale:

I tagli dei trasferimenti agli Enti Locali, previsti dalla manovra bis per un ammontare di 6 miliardi per il 2012 e di 2,5 per il 2013, che si aggiungono ai circa 6,4 miliardi di euro della manovra già approvata a luglio e che seguono tagli già operati nell’ultimo triennio dal governo Tremonti-Berlusconi per oltre 20 miliardi, scaricano sui cittadini più deboli i costi della crisi;
A fronte di questi indiscriminati e vergognosi tagli operati dal Governo che rischiano di mettere in discussione i diritti costituzionali fondamentali ed i servizi più elementari ai nostri cittadini; La Sinistra con la presente interpellanza, chiede al Sindaco e alla sua maggioranza  come pensano di sopperire alla mancanza di fondi per garantire i servizi essenziali alla cittadinanza come l'assistenza domiciliare, i servizi per diversamente abili, i minori, le persone della terza età, le famiglie diasagiate, il trasporto locale”.

«Per il prossimo consiglio comunale utile  -ha annunciato Panico-  presenteremo una proposta di ordine del giorno e/o delibera di consiglio per impegnare l'esecutivo:
-di fare richiesta alla Giunta Regionale affinché si impegni con risorse proprie a compensare i tagli del Governo alle politiche sociali;
-di non procedere, in relazione all’aggravamento della situazione finanziaria derivante dalla manovra, all’aumento dell'addizionale IRPEF, in particolare sui redditi da lavoro dipendente, almeno fino a 40000 euro lordi;
-che contribuisca con propri fondi, attraverso interventi sulle voci specifiche di bilancio comunale, per assicurare le risorse necessarie a finanziare i Servizi Sociali;
-di preparare un ricorso alla Corte Costituzionale contro la illegittimità costituzionale di molti articoli della manovra bis che violano l’articolo 119 della Costituzione e la stessa legge delega n.42, in considerazione del fatto che la riduzione delle risorse attraverso i tagli lineari lede il principio di autonomia di entrata e di corrispondenza fra finanziamento integrale e funzioni pubbliche esercitate, il principio dell’ universalità e dell’ appropriatezza dei servizi, riconosciuti per legge come essenziali, nonché il rispetto delle indicazioni emerse dai referendum».