“CONTROREPLICA” DI DON ORESTE


Don Oreste Farina risponde a Intesa Democratica-Grande Sud


Riceviamo e pubblichiamo questa mail “Risposta all’articolo PRONTA REPLICA DI INTESA-GRANDE SUD del giorno sabato 11 febbraio 2012” inviata alla ns. redazione dal parroco di S.Maria della Pietà Don Oreste Farina:

«Potrei con il silenzio non affidarmi a questa lettera indirizzata al Corriere di San Nicola, voce libera e significativa della Città. Voglio puntualizzare qualche frase usata dal comunicato stampa congiunto di Lista Intesa Democratica–Grande Sud. Un detto latino recita che “risposta non richiesta è accusa manifesta”.
Non so perché abbia risposto questa lista (e solo essa!) dell’Amministrazione. Voglio far notare che la mia lettera è firmata; non anonima. Invece la vostra pronta replica è firmata da Lista Intesa Democratica –Grande Sud. So anche chi l’ha potuta scrivere, anche se non vedo una firma. Il sottoscritto non ha scheletri nell’armadio, forse qualche altro ne ha diversi.
Ma vengo alla breve risposta.
Ho la presunzione di essere un vero pastore, che non si nasconde “dietro la tonaca”, e sente con grande umiltà di essere sacerdote-servo.
Il Buon pastore, cura, ha premura, ha sollecitudine delle pecore; non il mercenario che lo fa per interessi o altri scopi. Non mi giudico; devono essere altri a farlo.
Certo ho una mia idea e ... altri la loro. Il mondo, altrimenti, sarebbe monotono e piatto. Io non faccio ammiccamenti, alleanze che poi infrango, non assumo atteggiamenti istrionici o qualunquistici. Pane è pane e vino è vino, recita l’adagio popolare. Sono abituato si sì, no no: mai “nì”, ognuno ha una virtù con tanti limiti. La verità è il mio forte; mai la menzogna o la doppiezza, o la falsità, o la maschera, o il doppiogiochismo. Amico di tutti, ma senza scopi, senza schiavitù e senza padroni. Ciò che ho espresso nella lettera è firmato: palese, chiaro, verissimo.
I nomi? Volete saperli? Rileggete la lettera lo saprete! La riprova è la vostra risposta e non velatamente di altre decisioni che intendete intraprendere.
Non ho paura!! Non ho nulla da perdere. La verità fa male, scotta.
La mia intelligenza non l’ho portata all’ammasso. Non è mia abitudine, né mi farebbe onore o piacere. La mia intelligenza non la svendo. Nella vostra lettera(vostra pieno diritto) mi accusate che la mia lettera è offensiva, denigrativa, infamante. Lo dite voi! Vale quanto la mia parola. Ancora mi dite che l’ho scritta perché il problema della costruenda chiesa e opere parrocchiali mi è stato promesso. E non sapete che il tempo riservato al Comune è finito. Ora sta tutto nella decisione che vorrà mettere in atto la Regione. Gratuita affermazione di gente abituata a ricattare e a sperare qualcosa. Ricordate che ho 75 anni. La chiesa io forse non la vedrò mai costruita. Ma ribadisco ancora che la costruzione della chiesa è un diritto dato dalla legge e non privilegio come vorrebbe qualcuno. A me non serve: servirà a voi “grandi” fra non molto tempo, ai vostri figli, ai giovani, agli anziani. Perché la chiesa in questa città è l’unico luogo incontaminato e l’unico spazio per la crescita integrale dell’uomo. Questo qualcuno, abituato e avvezzo a ben altro, non lo può capire.
Amate la città, mettetevi al suo servizio, fatela crescere nelle relazioni di amicizia, di vicinanza, di prossimità, di concordia, fatela profumare della voglia del bene comune per tutti.
Cercate di pensare e desiderare realtà ben più capaci della pochezza e della rozzezza che diventa la palude di quelli che fanno i furbi o si ritengono benefattori, mentre sono ingordi e refrattari agli altri.
Non dividete i buoni (voi!!) e cattivi (gli altri!!) rovinate ogni cosa e sappiate che non risponderò più a vostre missive.
Facciamo buona Quaresima (convertiamoci!!), è quello che conta!!!!
Vi benedico. Don Oreste Farina»

P.S.
Ad un mio confratello calabrese, nei suoi interventi omiletici, forse perché dava fastidio ad un ceto particolare di persone, parlando soprattutto di legalità e giustizia, di sopraffazione e clientelismo, ha ricevuto una “testa di porco”, quale minaccia del loro ignobile modo di vivere. Io gli ho scritto manifestandogli la mia solidarietà e gli ho detto: “che se toccasse a me un simile avvertimento, ne farei della “buona coppa mangiabile” magari con tutti.