“ROSSO DI SERA”, 8 MARZO CON COMMOZIONE


Ricordo di Dalla e tanti altri momenti emozionanti nel seguitissimo programma di Testa/Ferrante su Rcn


Con un ulteriore tributo a Lucio Dalla, l’artista recentemente scomparso, ha avuto inizio la 22esima puntata di “Rosso di Sera”, programma di Radio Caserta Nuova in onda su 100FM tutti i giovedì dalle 19 alle 21 circa. Dico circa perché per la varietà degli argomenti e l’interessante evolversi, il programma ideato e condotto da Mimmo Testa e da me, Laura Ferrante, con la partecipazione di Adriana Batista e Floriana Figliomeni, la nostra amica naturopata, finisce sempre con qualche minuto di ritardo. 
Anche quest’ultima puntata, come tutte le altre, ha registrato una partecipazione attiva dei radioascoltatori. In redazione il nostro amico Enzo Gnesutta ha contribuito a far conoscere meglio la musica del grande Lucio Dalla, e da come ne parlava si evinceva il grande affetto che esso nutriva per l’artista. Lello Gatta, un affezionato ascoltatore del nostro programma, è intervenuto telefonicamente per farci i complimenti per la trasmissione ed ha voluto dirci che, anche se non chiama, lui è in ascolto e solo perché stavamo parlando di Dalla si è deciso a chiamare. Gatta ha notato come “Rosso di Sera” sa proporsi con argomenti sempre nuovi, non pubblicizzati ma che si fanno ascoltare perchè toccano un po’ tutti. Ammetto che in quel momento, io e Mimmo Testa ci siamo guardati e ci siamo sentiti orgogliosi di aver portato in radio una nostra creatura. In fondo, ci abbiamo lavorato tutta l’estate del 2011 e quando ci dicono che è un bel programma e che ci ascoltano volentieri, beh, ne siamo orgogliosi. E’ una soddisfazione, la stessa che ho letto sul viso del direttore Enzo di Nuzzo che, a microfono spento, ha ribadito le stesse cose.
Quella di giovedì è stata una puntata altrettanto ricca di eventi; da Piedimonte Matese, Gianni Leuci ci ha fatto raccontare, dagli organizzatori, cosa è il catuozzo. Pensavamo che fosse un pane, tipo panuozzo, invece no, da una minuziosa spiegazione fornitaci dagli interessati abbiamo appreso che si tratta del carbone fatto in modo naturale, come da sempre si fa in quelle zone rurali. Il carbone naturale serve per cucinare soprattutto alla brace. Per diventare carbone, bisogna lavorare il legno con una tecnica tutta particolare ed un dispendio di tempo di quindici-venti giorni. Quanta pazienza che ci vuole, noi cittadini andiamo al supermercato e lo compriamo già fatto, certo non è come quello naturale che non inquina e, vuoi mettere la soddisfazione di farlo da zero?
Un argomento che a sentirlo così si pensa ad una ricetta di lunga vita, ed è a quello che abbiamo pensato quando abbiamo scoperto che a Falciano del Massico, il Sindaco ha, provocatoriamente, emanato una ordinanza di divieto di morire. Abbiamo chiesto perché e ci ha raccontato un po’ di cose. “Il nostro è un comune autonomo – ci ha raccontato il primo cittadino di Falciano – che però non ha un cimitero. Da circa quattro anni, da quando cioè ricopro la carica di sindaco, ho chiesto che venga istituito un cimitero nel mio paese o, in alternativa, di ampliare quello di Carinola, la cittadina confinante alla nostra. Ebbene, il sindaco di Carinola non ha ancora preso provvedimenti ed io, se nel giro di una ventina di giorni non ho riscontri alla mia richiesta, farò costruire un cimitero nella nostra zona, e c’è già qualcuno che ha messo a disposizione il proprio terreno”, ha concluso così il sindaco di Falciano del Massico.
Beh, il clou delle emozioni le abbiamo provate con il racconto di Elisabetta Loffredo. Ely, come ama farsi chiamare, dopo un incidente, dalla quale ne era uscita molto malridotta e priva dell’uso delle gambe, è invece miracolosamente guarita, si è in seguito sposata ed ha avuto due figli. L’incidente era una risposta alla grande delusione che ella aveva dato, senza averlo fatto, alla sua famiglia. “Qualcuno aveva detto a mia madre che stavo facendo una cosa brutta, non era vero ma mia madre aveva dato per scontato che fosse vero ciò che le era stato riportato, aveva riunito tutta la famiglia, gli stessi che avevano badato a me e mia madre dopo la separazione dei miei genitori. Nella mia mente di fragile 17enne non potevo credere di aver dato, a coloro che amavo e che mi amavano, una tale delusione. Ripeto – giura Ely - la notizia non era vera ma i miei vi credevano. Così, dopo aver avuto una tirata d’orecchio ed esserne terribilmente mortificata, mi sono ritirata nella mia stanza al piano di sopra ed ho fatto una grande sciocchezza: mi sono gettata dal balcone”. Ascoltare il racconto di Elisabetta ci ha commosso, vedere con quanta tenerezza ricordava l’accaduto, la sua voce non tradiva alcuna rabbia, né senso di vendetta, quasi come se quanto era successo fosse una lezione da imparare e da insegnare, e dalle sue parole si evinceva il grande amore per la madre che anche se non aveva saputo ascoltarla, sicuramente lo aveva fatto per amore. Il messaggio finale di Ely ai giovani, ma anche ai genitori era semplice: ai primi, di divertirsi, di prendersi il diritto anche di sbagliare, ai secondi, di ascoltare i propri figli, di esserne complici, di amarli per come essi sono. Infine, Elisabetta ha raccontato la storia di Maria, incontrata durante la permanenza all’ospedale Cardarelli di Napoli: “una ragazza con tanti problemi fisicima sempre con un grande sorriso. I medici non speravano più di farla guarire ma ella non perdeva mai la speranza. Quando uscii dal nosocomio mi disse – continua Ely – vienimi a trovare, ci sono andata ma era morta”. A questo punto la voce della giovane donna si è interrotta per il pianto e perfino io, Floriana e Adriana abbiamo dovuto asciugarci le lacrime commosse. Guardare il vito di Elisabetta, la dolcezza del suo sguardo, è stata per me una commozione molto forte. 
Cambiando argomento, in radio abbiamo ricevuto la telefonata del segretario della Cisl Carmine Lettieri che ci comunicava il risultato delle elezioni delle RSU negli enti pubblici. Siamo stati tra i primi a riportare la notizia della vittoria della Cisl in quasi tutti gli enti.
Infine, come da argomento della serata, abbiamo parlato della giornata delle donne e della violenza di genere con l’avv. Concetta Gentili, del centro antiviolenza Eva di Maddaloni che ci ha raccontato come in Italia sia ancora molto diffusa la violenza sulle donne e infine, sempre restando nell’ambito femminile, ci siamo messi in contatto con il MAC, il museo archeologico campano di Capua dove vi era in corso un convegno con vernissage dal titolo “La donna nell’arte e nel vivere sociale”, delle donne del movimento artistico PENSIERO VISIVO, una mostra molto femminile con soddisfazione del direttore Brandi che è intervenuto a telefono.
E, anche giovedì, non è mancato il caffè del direttore e le sue incredibili cravatte.

Laura Ferrante