UNA SOLUZIONE CHE DI "PRIVATISTICO" NON HA PROPRIO NIENTE


L’eventualità di concedere in gestione lo Stadio Clemente ad una società sportiva che voglia sviluppare lo sport calcistico (già praticato a San Nicola la Strada da migliaia di appassionati) soprattutto come fenomeno sociale senza assolutamente gravare sulle finanze pubbliche, deve essere vagliata con grande attenzione da tutte le forze politiche, mettendo da parte qualsiasi pregiudizio.



Sabato 28 aprile 2012, ultima di campionato. "Ieri la maggioranza oggi l'opposizione. Ma da quando vi interessate di pallone?....": uno striscione molto simpatico esposto dai tifosi della Vis, che la dice tutta sull'amarezza della questione...


Una “protesta”, caratterizzata da grande senso di civiltà e compostezza, iniziata da tempo e sovente ripetuta nel corso del campionato attraverso dichiarazioni del presidente e striscioni da parte dei tifosi.
La questione, sostanzialmente, è questa.

Giovanni Desiato chiede di avere in gestione per un determinato periodo lo stadio comunale Andrea Clemente. Egli provvederebbe, a spese della società che presiede, a dotare il terreno di gioco dell’agognato manto di erba sintetica, indispensabile, visto come attualmente è ridotto (una “palude” quando piove e una “tundra” quando c’è il sole, così come lo ha argutamente definito il Corriere di San Nicola), per garantire lo svolgimento dei campionati: il tutto senza assolutamente gravare sulle finanze comunali; anzi, addirittura, offrendo al Comune la possibilità di utilizzare lo stadio in giorni prestabiliti per lo svolgimento di manifestazioni pubbliche e per permetterne l’uso da parte dei cittadini secondo un apposito calendario. Cosa bellissima, questa qui, che non c’è mai stata in passato.

Il sindaco Delli Paoli e altri componenti dell’Agisac, l’organismo a cui spetta la decisione, sono d’accordo: anche perché la gestione “privata” dello stadio, a queste condizioni, ha già dato eccezionali frutti in altri comuni della provincia casertana, come, ad esempio, Marcianise, Recale,  Maddaloni e, tra l’altro, lo stesso capoluogo per quanto riguarda alcuni campi secondari.

L’Agisac, come noto, è composto, oltre che dal Primo Cittadino, da quattro componenti della maggioranza (Schiavo dell’Udc, Zampella di Insieme, Maienza di San Nicola Futura e Della Peruta del Gruppo misto) e da due dell’opposizione (Panico de La Sinistra e Santamaria del Pd).

“Ben venga un progetto del genere, dal quale, grazie all’impegno di un club sportivo locale, possano derivare vantaggi a beneficio della cittadinanza”: tutti, o probabilmente quasi tutti i politici, compresi i vertici dell’opposizione, si sarebbero espressi, in sedi non ufficiali, a favore di una soluzione del genere, decisamente rivolta a valorizzare, finalmente, la più vecchia e bistrattata struttura sportiva di San Nicola.

Tutti, o quasi tutti, diciamo, forse perché non tutti hanno, probabilmente, capito il vero significato della gestione “privatistica” richiesta da Desiato. Che, come ha più volte precisato, sostiene questa importante proposta non perché sia stata la sua società a formularla, ma per la certezza che sia questa, a prescindere dal club a cui verrebbe affidato lo stadio, la soluzione ideale.

In effetti, di “privatistico”, di questa parola che tanto non piace all’opposizione, ci sarebbe ben poco, anzi quasi niente: la Vis San Nicola, o un’altra società sportiva locale che si proponesse a condizioni ancora migliori, non mirerebbe ad altro che a realizzare un progetto esclusivamente sociale, quale lo sviluppo a tutti i livelli e a tutte le categorie dello sport calcistico, fenomeno sportivo di massa per eccellenza, che a San Nicola la Strada annovera migliaia di praticanti, dai più piccini agli adulti, fino ai tantissimi splendidi atleti che i vivai locali hanno prodotto specialmente negli ultimi tempi.

Ebbene, il calcio è fenomeno sociale che non dovrebbe avere colorazioni politiche: se c’è qualcuno che, a proprie spese, offrendo servizi alla cittadinanza (che altrimenti non potrebbe goderne) si fa avanti e si propone, con passione, per migliorarne ulteriormente la valenza e le possibilità di farlo praticare, tutte le forze politiche devono come minimo sedersi insieme e discuterne. Senza pregiudizi. Con lo spirito, invece, di dare qualcosa di veramente nuovo e brillante alla città dopo lustri di solite e cupe minestre tutte colorate di grigio.

La cosa che forse più dispiacerebbe, se la politica prendesse il sopravvento sullo sport, è questa: la fine di un sogno calcistico a San Nicola la Strada, riapparso ad altissimi livelli grazie alle magie di un “Sannicolese d’Oro”, e, ma speriamo di no, destinato a morire proprio nel momento in cui l’attuale amministrazione sta riversando sullo Stadio Clemente la sua massima attenzione, dopo che per anni ci si era dimenticato che addirittura esistesse.

Difficile non sostenere questa soluzione: a meno che non si voglia, sul terreno dello stadio, prima o poi coltivare le patate.

nicola ciaramella



A dx, il terreno di gioco dello stadio Clemente da "palude" a "tundra". A sx, la "grinta" di Desiato.