“UN SERVIZIO PAGATO MA RESO MALE”


"Città Partecipata" sul trasporto pubblico San Nicola-Caserta


Tra i bisogni primari del cittadino, l’’Amministrazione comunale ha il compito di gestire ed organizzare, in una ragionevole scala di priorità, la salute, il benessere pubblico, l’educazione, il lavoro, lo sport, la cultura. Il trasporto è un elemento essenziale  per tutti i bisogni della collettività per cui non puo’ essere ignorato. Va precisato, inoltre, che il trasporto ha diverse componenti: il trasporto privato, quello pubblico, la mobilità pedonale, la mobilità su bicicletta; il nostro comitato esaminerà di volta in volta tutti questi aspetti , cercando di evidenziarne le carenze , le precarietà ed i pregi ove ve ne siano. Per ora parliamo di trasporto pubblico, limitatamente ai collegamenti con Caserta. E’ superfluo evidenziare  che il problema riguarda le fasce di popolazione più deboli: lavoratori, studenti, casalinghe, pensionati,  tutte categorie meritevoli di massima considerazione. E’ sotto gli occhi di tutti e lo abbiamo sperimentato di persona che  è veramente un’ avventura prendere, anzi incrociare,  un mezzo pubblico a San Nicola. Viene allora da chiedersi: nel contratto di servizio che lega Comune e CLP, la società a cui è  affidato  il trasporto pubblico verso Caserta, certamente sono fissati la qualità e la quantità del servizio richiesto; ma il Comune di San Nicola esercita una qualche forma di controllo sulla corrispondenza pratica del servizio reso con quello stabilito da  contratto (che viene di fatto pagato dalla collettività)? e quali strumenti ha per pretenderne il rispetto? La pubblicizzazione del servizio, se di servizio si può parlare, è nulla . Manca qualsiasi indicazione circa orari e percorsi (quelli su internet non sono rispettati) e sul sito del comune la voce “trasporto pubblico” latita. Per un servizio che si paga sarebbe opportuno la identificazione chiara e visibile del percorso con allestimento di paline di fermata recanti gli orari delle percorrenze. Ad ogni fermata dovrebbe  essere definito uno spazio riservato per l’accosto del bus, in cui sia vietata la sosta ad altri veicoli. L’orario dovrebbe essere, il più possibile, cadenzato ad intervalli fissi, in modo da consentirne facilmente la memorizzazione (es. al decimo minuto di ogni ora, oppure al decimo e quarantesimo minuto di ogni ora, ecc.). Con uno sforzo di bilancio presumibilmente non stravolgente, si dovrebbe tendere a rendere il servizio più aderente ai bisogni della cittadinanza portandone la frequenza verso almeno un passaggio ogni trenta minuti, anche nei periodi di “morbida”. Ma non è così per ora  e ciò che è strano nessuno, dico nessuno, si lamenta per un servizio pagato ma reso male. Ritorneremo sull’argomento.

Comunicato stampa
La Segreteria del Comitato