INDUSTRIA CALCE SOTTO ACCUSA

Continuano le iniziative degli ambientalisti recalesi per frenare l’attività dell’opificio ai confini di San Nicola. Si sta interessando alla questione anche il “nostro” assessore provinciale Lucia Esposito.


Le associazioni ambientaliste “Cruna”, “Aria” e “Amici della Polizia”, che operano nel comune di Recale e fanno sentire il peso della loro significativa presenza anche nella lotta contro la discarica Lo Uttaro, continuano ad occuparsi senza soste della spinosa questione  dell'Industria calce casertana.

Dopo il dibattito pubblico del 24 giugno scorso, al quale presero parte, tra
gli altri, l'assessore provinciale Lucia Esposito, leader della Margherita sannicolese, e l'avvocato amministrativista Teresa Viggiano, è stata inviata, nei giorni scorsi, una lettera alla presidenza e alla giunta della Provincia, nella speranza di coinvolgere nella problematica i massimi organi di Corso Trieste.  

"Una sentenza del Consiglio di Stato - si legge nella missiva - sta ingenerando nei nostri
concittadini una crescente preoccupazione. La decisione del collegio romano, per quanto legittima, potrebbe consentire, infatti, la riaccensione dei forni dell'Industria Calce Casertana, la cui attività, per circa quarant'anni, ha minato la salute della nostra comunità. L'opificio è ubicato in via Appia Antica (praticamente ai confini della città di San Nicola-ndr) su un'area agricola; nonostante sia stato classificato come industria insalubre di prima classe, si è esteso, con metodi quantomeno discutibili, fino a lambire il centro abitato.”

“La proprietà - ricordano gli ambientalisti -, oltre a non curarsi dell'evidente incompatibilità urbanistica, si è resa responsabile di una serie di comportamenti illeciti. Fra questi hanno suscitato particolare sconcerto la creazione di una discarica abusiva di rifiuti speciali e la violazione della normativa sugli scarichi in atmosfera, usando come combustibile listelli di plastica anziché materiale legnoso, così come accertato dall'azienda sanitaria locale. Poiché l'amministrazione comunale ha pubblicamente ammesso la difficoltà ad impedire la possibile riapertura dello stabilimento, pensiamo che la vicenda debba essere affrontata su un piano istituzionalmente più elevato.”

“Nella speranza - conclude la missiva - che lei (leggi De Franciscis, ndr) possa quanto prima accordarci un incontro, auspichiamo che la Provincia, nell'ambito delle sua larghe competenze in materia ambientale e urbanistica, voglia affiancare il Comune nel difendere la salute di migliaia di cittadini e nel risanare un'area pesantemente inquinata".