TUTTI CON DON ANTONELLO!

Santa Maria della Pietà, Comitati Due Sicilie, ComEr, La Sinistra di San Nicola, Wwf, ecc. Fioccano le adesioni alla “marcia silenziosa” di sabato 9 novembre. La partenza alle ore 10.30 da Piazza Pitesti a Caserta.
Don Oreste Farina: “Ho celebrato quest’anno a San Nicola la Strada 49 funerali. 39 di quelle persone sono morte di tumore"...


Poche parole, più significative di mille proclami che tanti politici ed amministratori declamano dalla mattina alla sera senza mai giungere ad una soluzione: “Ho celebrato quest’anno a San Nicola la Strada 49 funerali. 39 di quelle persone sono morte di tumore. Non dobbiamo chiuderci in casa, ma scendere in piazza per parlare con le autorità di questo immane disastro”.
Oltre a Don Oreste Farina e a suoi parrocchiani di Santa Maria della Pietà, tantissimi altri cittadini, enti, associazioni, partiti, ecc. hanno annunciato la loro partecipazione alla manifestazione promossa dalla diocesi casertana.

Anche la città di Caserta scende in piazza e rompe il silenzio con un corteo silenzioso a sostegno della custodia del creato promosso dalla Diocesi di Caserta e dal coordinamento delle Associazioni per la Difesa del Creato. La manifestazione è il risultato concreto di un lavoro di sinergia compiuto tra tutti quei soggetti-associazioni, movimenti, singoli cittadini- che hanno a cuore il problema dell’inquinamento ambientale, affinché sia possibile creare una rete comune in grado di dare un segnale forte non solo alle istituzioni, ma soprattutto a quella parte della città che ancora non ha compreso a pieno la gravità del problema. Decine di migliaia di cittadini, in queste settimane, sono già scesi spontaneamente in piazza per esprimere la propria indignazione davanti ad un quadro che si sta rilevando sempre più drammatico. Con questa manifestazione l’intento è di dare una voce unica a tutti coloro che in maniera individuale o collettiva si sono già mossi o si apprestano a farlo. La manifestazione ha delle caratteristiche ben definite, alle quali la collettività si conformerà: sarà silenziosa, non violenta, fuori da qualsiasi logica di partito politico e aperta a tutta la cittadinanza e si aprirà con una croce senza crocifisso, perché crocifissa è la nostra terra devastata, violentata, avvelenata; come crocifisse risultano, altresì, le persone morte a causa dell’inquinamento. Il corteo vedrà il suo concentramento alle ore 10,30 in Piazza Pitesti, toccherà le strade centrali del nostro capoluogo, snodandosi attraverso Viale Cappiello, Viale Beneduce, Corso Trieste, Via Mazzini e si concluderà in Piazza della Prefettura. Tutte le associazioni e i movimenti che rappresentano questa manifestazione, abbracciandone tematiche e modalità, hanno sottoscritto e dato voce a quattro punti ritenuti imprescindibili e fondamentali:
IL RIPRISTINO DELLA LEGALITA’
Precondizione necessaria ed indispensabile è il RIPRISTINO DELLA LEGALITA’! E’ palesemente inutile infatti adottare qualsivoglia soluzione se i rifiuti continuano ad essere sversati e bruciati illecitamente. E per fermare concretamente questo scempio non si può prescindere da due questioni:
-il corretto recepimento nel nostro ordinamento della normativa comunitaria in materia di reati ambientali con l’introduzione di pene adeguate alla gravità del danno causato;
-un reale controllo del territorio da parte delle Istituzioni attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza e del conseguente intervento dell’esercito a presidio costante del territorio.
L’ANALISI DEL TERRITORIO
Le caratterizzazioni
E’ necessario raccogliere ed analizzare i dati delle caratterizzazioni che in parte sono già state avviate e predisporre piani di caratterizzazione per le aree potenzialmente inquinate che invece ancora ne sono prive. Va fatta anche una mappatura puntuale di tutte le aree e sulle quali è noto lo sversamento abusivo di rifiuti o la presenza di discariche e vanno accertati gli eventuali inquinamenti delle matrici ambientali.
I dati della caratterizzazione sono indispensabili per comprendere l’estensione e la qualità della contaminazione che, ovviamente, non si ferma al terreno su cui sono stati sversati rifiuti poiché la presenza di sostanze tossiche comporta la contaminazione delle falde acquifere sottostanti e quindi il progressivo inquinamento di tutti i pozzi posti a valle del terreno stesso.
La sigillatura dei pozzi inquinati
Occorre a stretto giro il censimento di tutti i pozzi utilizzati per l’irrigazione nelle province di Napoli e Caserta con relative analisi della qualità delle acque. Allo stato la maggioranza dei pozzi dove viene emunta l’acqua per l’irrigazione risulta sconosciuta alle autorità. Il monitoraggio deve essere immediato ed i pozzi fuori legge vanno sigillati, al fine di impedire l’emunzione illecita! Anche tra Caserta, San Nicola e San Marco esiste già dal 2010 il divieto di emungere per scopo irriguo, ma senza sigilli questo divieto viene sistematicamente disatteso.
Cosa fare con i terreni inquinati
I terreni le cui matrici risulteranno compromesse dovranno essere interdetti alle coltivazioni a scopo alimentare e, laddove possibile, riconvertiti verso altri tipi di coltivazioni evitando le biomasse a scopo energetico al fine di impedire l’immissione in atmosfera degli inquinanti presenti nel terreno: la produzione di canapa, ad esempio, può tornare ad essere un volano per l’economia di questo territorio, o anche la floricoltura, posto che il nostro paese risulta essere uno dei maggiori importatori di fiori dall’Olanda e dal Kenya. Tale obiettivo può essere raggiunto attraverso la collaborazione tra il mondo Universitario e l’imprenditoria agricola, incentivando in tal modo anche l’occupazione giovanile.
I PRODOTTI AGROALIMENTARI
Il monitoraggio
Si avvii, in aggiunta ai monitoraggi ordinari già previsti dal Piano Regionale Integrato sui controlli alimentari, una sistematica e puntuale attività di monitoraggio dei prodotti ortofrutticoli ed alimentari provenienti dalle aree limitrofe a quelle contaminate.
La tracciabilità della filiera
E’ indispensabile predisporre un efficace sistema informativo per garantire la tracciabilità e la rintracciabilità della filiera agroalimentare al fine di conoscere nel dettaglio la provenienza dei prodotti sulle ns tavole. Sarà poi necessario un intervento normativo teso a rendere obbligatoria l’adesione al sistema di tracciabilità. Sarebbe un grave errore demonizzare l’intero territorio. E facile immaginare i contraccolpi gravissimi sulla già compressa situazione occupazionale. Ovviamente l’impatto di una tale trasformazione è epocale, in quanto si tratta di aprire le aziende campane a mercati fino ad oggi non battuti. Per questo sarà fondamentale un lavoro di sinergia tra le istituzioni locali e nazionali, e le associazioni di categoria del mondo agricolo.
LE BONIFICHE
Il ripristino dello stato quo ante pare sempre più un terreno difficile da praticare, sia sotto il profilo tecnico che sotto quello economico. Dove però la bonifica sarà ritenuta tecnicamente percorribile sarà indispensabile uno sforzo da parte delle istituzioni, le stesse istituzioni che per anni hanno ignorato, minimizzato o in alcuni casi addirittura avallato questo scempio, al fine di drenare le risorse finanziarie per avviare un processo così complesso ed oneroso.
Le risorse per le bonifiche
E’ fondamentale che si proceda all’approvazione definitiva del Piano regionale di bonifica in modo da svincolare i fondi di provenienza comunitaria ancora bloccati.
È indispensabile il varo di una norma che destini alle bonifiche sia i proventi dei beni confiscati alla malavita organizzata – in particolare, ed in via immediata, il denaro ed i titoli di credito – sia i proventi delle sanzioni relative ai reati ambientali.
Il controllo sulle bonifiche
Sarà compito delle stesse istituzioni vigilare affinché quello delle bonifiche non diventi il nuovo grande business della criminalità organizzata ed a tal fine sarà indispensabile consentire la partecipazione attiva di quei soggetti che da anni monitorano e denunziano la tragedia che affligge il vivere quotidiano del nostro territorio.
SUI CEMENTIFICI
A chiusura delle cave e dei cementifici che insistono sul territorio tra Caserta e Maddaloni. Il rischio che corre la città è infatti che questi vengano trasformati in inceneritori a seguito delle nuove normative votate dal parlamento che autorizzano i cementifici a bruciare il CSS (combustibile solido da rifiuti). I lavoratori di ciascun opificio dovranno essere viceversa formati ed utilizzati per la messa in sicurezza dei territori distrutti dalle cave, per la loro bonifica e successiva riqualificazione.
Riteniamo sia un caso di coscienza.
Non c’entra il credo religioso.
Non conta l’impronta politica.
Non interessa chi saremo a percorrere quel tratto di strada.
Importa sentire ed avvertire che il creato è di tutti e per tutti.
Questa manifestazione è solo un inizio. don Antonello Giannotti (comunicato stampa)”

 


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Se ci fossimo trovati dinnanzi ad un Vitaliano Della Sala o peggio ancora a confrontarci con un prete tipo Alex Zanotelli, avrei compreso la reazione stupida e insensata di Domenico Zinzi, presidente della Provincia di Caserta, uomo di area UDC, fino a che non cambia il vento, ma Don Antonello Giannotti, parroco della parrocchia del Buon Pastore di Caserta, che ha invitato i cittadini il 9  novembre a partecipare ad una marcia di solidarietà e protesta per il degrado che ha subito la nostra gente e il nostro territorio,  una violenza inaudita, che almeno a sentire le parole del pentito Carmine Schiavone, ha avuto la correità tacita  se non addirittura il bene placido  delle istituzioni del tempo e correnti.
Il presidente vorrebbe tacitare il prete, che tra l’altro non è nemmeno la copia sfuocata di un prete di frontiera tipo don Maurizio Patriciello, anzi don Antonello è da sempre parso e ha sempre dato l’idea di un sacerdote poco incline alle piazze dei contestatori, agli amanti delle manifestazioni non convenzionali.
Il presidente ha la capacità di tacitare la gente, un modo di agire che lascia basiti, esterrefatti.
Il silenzio che gravita attorno alla Provincia per esempio, se è rapportato al rumore e al clamore di chi lo ha preceduto, sembra a dir poco inumano, chissà quali argomenti di persuasione userà  per  zittire tutto e tutti.
Adesso è intervenuto a gamba tesa sul malcapitato pastore che è tra i tanti forse il più pio di tutti, accusandolo di aizzare le folle facendo le fiaccolate.
Magari fosse così, magari arrivasse un novello cardinale Ruffo a scaldare il cuore e gli animi della nostra gente, magari fosse per davvero.
Dovremo buttare nel Volturno, tutti quelli che in questi anni hanno fatto da manutengoli alle industrie del nord, alle banche del nord, alla politica del nord, collaborazionisti di un sistema che ci ha prima immiseriti e fatti diventare emigranti ed ora scopriamo che sono stati loro “camerieri” nell’avvelenare la terra e se non cooperatori, sono stati ancora peggio.
Il silenzio è stato il loro leit motiv di questi anni, un silenzio assordante che ha fatto ancora peggio dello sversamento di quei vigliacchi che si spacciano per camorristi ma che nulla sono che degli squallidi malviventi, senza onore e senza cervello.
Il sacerdote paga l’aver più volte pubblicizzato l’evento nel corso delle messe dicendo che sarà al fianco di Don Patriciello e il vescovo...emerito... . Monsignor Nogaro quello delle lampade solari per intenderci.
Noi saremo al suo fianco, come cittadini e come Comitati Due Sicilie.
La marcia inizierà sul sagrato della Parrocchia del Buon Pastore alle ore 10.30 del giorno 9
. Tutti, comprese associazioni come l’UNITARSI ed i disabili con problemi di deambulazione  muoveranno dietro ad una croce nuda che rappresenta la nostra terra; Il corteo si muoverà silenziosamente verso la Prefettura (Piazza Vanvitelli) dove verranno formulate le richieste alle autorità locali.
Dal canto nostro, siamo  un po’ scettici: non  amiamo molto  Monsignor Nogaro ....
Non  abbiamo mai condiviso  in passato la presenza di gazebo di taluni partiti nelle vicinanze del sagrato (sia a Puccianiello che al Buon Pastore).
Non vorremo che qualcuno facesse della pastura politica approfittando della buona fede della gente e dei poveri malati e poi abbiamo un bel po’ di ripugnanza per la cosiddetta  “Caserta bene” che ovviamente sarà presente per dimostrare la sua integrità di buon cristiano o semplicemente perché Don Antonello fa moda....
Ma la nostra presenza nonostante queste remore non verrà meno.
Forza e onore . Fiore Marro Presidente Nazionale Comitati Due Sicilie».

 

 


«Il Com.E.R. aderisce alla manifestazione “Caserta vuole vivere” organizzata dalla Diocesi di Caserta il 9 novembre 2013 per dare il proprio contributo alla lotta agli sversamenti abusivi di rifiuti, ai roghi tossici ed al biocidio in atto nella nostra provincia e nella nostra Regione. Occorre in ogni caso partire dall’analisi delle cause che hanno portato alla disastrosa situazione sanitaria ed ambientale di oggi per poter dare un senso alla marcia. Oggi solo a seguito delle pubbliche esternazioni di un pentito di camorra i mass media hanno dato risalto a quello che molte associazioni sostenevano da tempo, e cioè l’esistenza di un ormai trentennale fenomeno di sversamento di rifiuti tossici e nocivi nelle campagne di quella che una volta era la Campania felix. In questi anni nessuno ha dato ascolto alle proteste dei cittadini e delle associazioni ambientaliste. E’ positivo che si sia diffusa un’alta coscienza civile sul problema, ma è necessario che la partecipazione di questo periodo non sia fine a se stessa, ma sia la spinta ad un reale cambiamento delle politiche ambientali. Già durante l’ultima fase emergenziale della crisi dei rifiuti si pensava che si era giunti al punto di non ritorno,  eppure eccetto qualche isola felice la situazione della regione Campania appare la stessa, se non peggiore, di quella di dieci anni fa.  Non basta denunciare l’avvelenamento  della terra, non basta gridare il disastro sanitario in atto, non basta partecipare solo alle marce, ma bisogna impegnarsi quotidianamente per convincere le istituzioni che ci sono misure urgenti da prendere per risolvere il grave disastro ambientale e per evitare che in futuro si riproduca lo stesso scenario a cui siano arrivati oggi. Se tutte le Amministrazioni, che pure sono presenti nei cortei, continuano a non dare risposte sui problemi della differenziata, sui problemi della corretta gestione dei rifiuti, sui problemi del monitoraggio dell’inquinamento dei terreni agricoli, vuol dire che non siamo stati bravi a spingere le autorità politiche a prendere le giuste decisioni. Come è possibile che mentre manifestiamo contro il disastro ambientale e sanitario campano venga espletata una gara per costruire un altro inceneritore destinato ad aumentare i veleni della già degradata  area di Giugliano? Come è possibile che contemporaneamente alla bonifica de Lo Uttaro i nostri amministratori comunali, provinciali e regionali, vi impiantano altre industrie insalubri? Come è possibile che nonostante le leggi obblighino le amministrazioni pubbliche ad alte percentuali di raccolta differenziata, i piani regionali e provinciali prevedano solo impianti per la distruzione dei rifiuti e nessun impianto per il riciclo ed il riuso, che invece sono tra gli obiettivi principali delle direttive comunitarie? Immaginiamo che  le bonifiche facciano gola a tanti gruppi economici interessati al vorticoso giro di denaro pubblico in atto. La grande partecipazione popolare ai cortei deve pretendere ora che ci sia un salto di qualità nelle decisioni pubbliche, con il coinvolgimento delle popolazioni interessate, che devono tutelare il diritto alla salute nell’interesse della collettività e non in quello degli affaristi. Per questo riteniamo che mentre marciamo in silenzio dobbiamo chiedere ad alta voce:
SI ALL’INTRODUZIONE NEL NOSTRO ORDINAMENTO DEI REATI AMBIENTALI DI DANNO
STOP ALL’INGRESSO E ALLO SVERSAMENTO IN CAMPANIA DI RIFIUTI TOSSICI E PERICOLOSI
STOP ALLE INDUSTRIE INSALUBRI A  LO UTTARO e nelle altre aree inquinate
NO A NUOVI INCENERITORI IN CAMPANIA
SI AL RICICLO TOTALE DELLA MATERIA
STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO. ComER, COMUNICATO STAMPA»

 

 


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La Sinistra di San Nicola la Strada partecipa al corteo per la difesa dell'ambiente e per gridare stop al biocidio di SABATO 9 NOVEMBRE CON PARTENZA DA PIAZZA PITESTI (CASERTA).
Una mole di studi scientifici ha appurato la correlazione fra ambiente e salute; nell'area ad ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE "LA TERRA DEI FUOCHI", si registra un continuo aumento di patologie tumorali e non solo. Quindi è fondamentale il coinvolgimento di tutta la società civile e delle istituzioni per attivare una politica di risanamento a tutela della salute dei nostri cittadini.
Su nostra proposta il comune di San Nicola la Strada aderisce alla strategia rifiuti zero che consente di:
eliminare incenerimento dei rifiuti e strutturare un sistema di raccolta che aumenti la quantità di materiale differenziabile ed ottimizzi la qualità del materiale da riciclare, diminuendo contestualmente la quantità di rifiuti prodotti;
incentivare il riuso del materiale riciclato, la riparazione di oggetti e operare scelte di vita che diminuiscano la percentuale di scarti;
sostenere la progettazione e la produzione di prodotti totalmente riciclabili, riutilizzabili e riparabili. 
Sarà nostra cura fare applicare la delibera comunale sui rifiuti zero.
SOLO DIFENDENDO LA NOSTRA SALUTE E L'AMBIENTE IN CUI VIVIAMO POSSIAMO AVERE LA CERTEZZA DI AVERE UN PRESENTE E UN FUTURO MIGLIORE!!! La SinistraSan Nicola la Strada, COMUNICATO STAMPA»

 

 

 


«Coerentemente all’impegno che ha sempre visto impegnato il Wwf sulla problematica ambientale relativamente all’emergenza rifiuti e all’inquinamento da sostanze tossiche, il WWF Caserta e Agro Aversano aderiranno, così come è avvenuto per la manifestazione di Orta di Atella del 4 ottobre u.s. e quella che si svolgerà a Napoli il 16 p.v. , alla manifestazione “Caserta Vuole Vivere” del 9 novembre p.v. 
Il WWF chiede il ripristino della legalità nella Terra dei Fuochi, e che, contemporaneamente, nel rispetto delle vittime dei territori avvelenati, delle persone che ci vivono e che fanno impresa virtuosa, venga mantenuta alta l’attenzione della comunità e delle istituzioni competenti affinché:
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Venga aggiornata la caratterizzazione, con le opportune analisi, e la mappatura dei siti inquinati.
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Vengano attivate, in tempi ragionevolmente brevi, il risanamento e la riqualificazione ambientale dei siti ove sono stati localizzate/interrate le sostanze tossiche;
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Per evitare il collasso dell’economia agricola, si convertano i suddetti siti da agricoltura ortofrutticola in agricoltura no-food;
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Le filiere di eccellenza indenni dal “disastro rifiuti tossici” vengano protette e valorizzate.
Il Panda Team del WWF Caserta  e del WWF Aversa - Litorale Domitio - Napoli Nord».