Sabrina De Carlo, quando la musica classica diventa dialogo

Si è svolta, al BirBacco di San Nicola la Strada, una eccezionale serata di cultura con la musicista casertana impegnata in una grandiosa conversazione sul significato e sui protagonisti di questa affascinante espressione artistica.

Quando la musica classica diventa dialogo significa che essa ti è dentro e fa parte della tua vita. E se a dirigere i temi della conversazione sono, da un lato, una musicista che ha la magia di trasmettere emozioni, e, dall’altra, persone pronte a cogliere da cotanta competenza e sensibilità tutti gli aspetti anche più sfuggevoli, beh, allora non c’è più barriera, sono spariti quegli ostacoli che normalmente si inseriscono tra chi alla musica classica dà il tu, cibandone il proprio animo, e chi, invece, essendone soltanto occasionale spettatore, considera la musica classica un pianeta difficile, imperscrutabile. A quel punto, quando la sublime atmosfera si è creata, si viene magistralmente trascinati, senza accorgersene, verso la conoscenza di un mondo che si riteneva inarrivabile. E poco, anzi nulla, importa se non sai suonare, se non sai cantare o se non ti viene subito in mente cosa sia la quinta. Sì, quella di Beethoven, quella le cui note, appena si innalzano, ti interrompono per qualche attimo il respiro e ti provocano uno sconvolgimento interiore tra i più infrequenti che possano capitarti. Riconosci subito quella forte melodia, sei d’accordo con te stesso che l’hai ascoltata cento, mille volte. Senza mai ricordartene il nome. Desiderando sempre di ascoltarla di nuovo. Fino all’infinito.

Sabrina De Carlo è riuscita a costruire tutto questo. Con infinita sapienza, con la naturale abilità di chi è spinto da incommensurabile passione. Ma anche con un pizzico di coraggio: sì, perché non c’è maestro che fino in fondo voglia arrivare se questa dote non ha o non conosce.
L’occasione, presentata con la speranza di riuscire gradevole e che poi, nel corso della serata, è diventata semplicemente deliziosa, le è stata fornita dall’iniziativa “In vino veritas – Dialoghi tra degustazioni e cultura” co-promosso ed co-organizzato dalla Cooperativa Sociale Zetesis e dal loungecafé “Il birBacco” di Via Santa Croce, nel cui accogliente locale si è tenuta venerdi 27 novembre.

Sabrina De Carlo, casertana, è una musicista pianista che si è esibita, sin da piccola, come solista, come musicista da camera, con piccole e grandi ensembles, come pianista accompagnatore e, più recentemente, anche su tastiere storiche. Ha vissuto numerose esperienze professionali all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e anche in Francia, Norvegia, Croazia ed Austria. Siti prestigiosi hanno ospitato sue performance: tra di essi, i Musei Vaticani e la Carnegie Hall di New York. Si è esibita in opere in prima mondiale come interprete di compositori viventi (Laurie Sanmartin, Yoko Nakatani, Sam Nichols e Seung-Ah Oh) e ha collaborato con numerosi musicisti quali il violinista Jalle Feest, i violoncellisti Daniel Petrovitsch e David Russell, il soprano Elizabeth Keusch ed il Providence String Quartet. Ha insegnato pianoforte e musica da camera in vari conservatori italiani (in quello di Benevento, tra gli altri, è stata docente di musica da camera e pratica della lettura vocale e pianistica) ed università e conservatori americani (Wellesley College, Brandeis University, Boston University, Boston Conservatory).
Co-fondatrice, insieme a Michela Chiara Borghese, del DuoKeira, un duo pianistico che coinvolge il pubblico in una combinazione di musica classica, danza, teatro, letteratura e arte. Uno di questi progetti tematici dedicati al concetto di musica come gioco ha portato alla realizzazione del CD “Giochi di piano a quattro mani”, alcuni estratti del quale sono stati trasmessi da Radio3 e Radio Vaticana. Si è diplomata in pianoforte presso il Conservatorio Morlacchi di Perugia, in musica da camera presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma e in clavicembalo presso il Conservatorio Casella di L'Aquila. Si è perfezionata all’Accademia Chigiana di Siena sotto la guida di Michele Campanella, dove le è stato conferito il Diploma d’onore. Vincitrice di due borse di studio, negli Stati Uniti ha conseguito un Master in Piano Performance presso la Longy School of Music di Cambridge (MA) e un Artist Diploma alla Brandeis University di Waltham (MA). Da sottolineare con lode che è anche impegnata, con il DuoKeira, in campo sociale, quale aderente alla Associazione “Donatori di Musica”,
rete di musicisti, medici e volontari, nata per realizzare e coordinare concerti negli ospedali al fine di offrire esperienza emotiva ed umana dell’ascolto della musica dal vivo, in particolare a chi si trova ad affrontare situazioni critiche. A tale riguardo, il DuoKeira, dopo aver partecipato nello scorso mese di maggio ad un concerto presso il reparto di oncologia dell’ospedale di Carrara, si esibirà prossimamente anche a Caserta. 

Già nella premessa alla serata, scritta nella locandina di presentazione, c’era tutto il programma che Sabrina De Carlo, sprigionando grande attenzione, ha poi svolto con inesauribile energia: “La musica classica è …difficile: difficile da ascoltare, difficile da comprendere, difficile da suonare, ma contiene in sé una forza in grado di travalicare i suoi stessi confini”.
L’annuncio si concludeva con una celebre, stupenda affermazione di uno dei più grandi direttori d’orchestra mai esistiti, Claudio Abbado, scomparso due anni fa, artista dal talento ineguagliabile, sensibile come pochi ai temi sociali: “Non c’è solo un valore estetico nel fare musica: dalla sua bellezza intrinseca, in grado di comunicare universalmente, scaturisce un intenso valore etico”.

Chiarito che “un musicista preferisce essere chiamato come tale e non in accostamento allo strumento che suona”, la musicista pianista Sabrina De Carlo ha subito rotto gli indugi, scoraggiando senza possibilità di appello chi avrebbe voluto chiederglielo.
Subito a seguire, in andante vivace, un’altra risposta fornita quasi leggendo nella mente di chi avrebbe voluto chiederlo: “La differenza tra la musica classica e le altre musiche è che nella prima c’è tutto scritto e tutto va così eseguito; nelle altre, come ad esempio il jazz, è concesso larghissimo spazio all’improvvisazione. Di un pezzo di musica classica esiste una ed una sola versione, quella scritta dall’autore; della musica leggera, jazz, rock o pop che sia, possono esistere, invece, diverse versioni a seconda di chi le interpreta o le adatta al proprio stile di suonare e cantare. L’arte sta sia nell’una che nelle altre, guai a pensare il contrario!”. La precisa, puntuale e categorica asserzione la dice tutta sulle idee e soprattutto sui giudizi di De Carlo, nei cui raffinati interventi non ha mai perso piede il suo naturale intento di porgere tutti gli argomenti con genuinità didattica e fiducia nella condivisione da parte dei presenti.
Il “viaggio” musicale offerto da Sabrina De Carlo sulle ali di un piacevolissimo modo di discorrere, supportato da un succoso video, ricco di citazioni e pregevoli curiosità, nonché impreziosito da significativi episodi a cui ella ha assistito durante le sue tappe artistiche all’estero, ha proposto al pubblico stralci di grandi opere eseguite da grandi maestri, dalla Petruska di Stravinskij a Mussorgsky, da Bernstein a Schumann, dalla Tristano ed Isotta di Wagner a Beethoven.
Una serata certamente da considerare una vera e propria chicca della interessantissima rassegna creata da Zetesis e Birbacco, dove protagonisti sono stati non solo la musica classica, ma il desiderio di capirne il valore, di comprenderne gli aspetti meno conosciuti, di chiedersi e domandare le cose che più si addensano nella mente dell’incantato ascoltatore.
“Il talento incide per una bassissima percentuale nella esecuzione di un’opera di musica classica” e poi ”Un musicista classico non potrà mai sentirsi superiore, più colto di un musicista leggero, perché la musica non ha barriere ideologiche”: queste, nella sostanza, alcune delle precise risposte fornite a precise domande.

Alla fine, e questa è stata una delle cose che più vanno ricordate, non c’è stato un “vincitore” assoluto, se così ci è concesso dire. A vincere non è stata soltanto la musica classica, con il suo potere di scovare e catturare squarci di sentimenti profondi. Ma anche la sorpresa di trovarsi, improvvisamente, colpiti da sensazioni forse sconosciute, lontane dalla quotidianità, che fa sentire protagonista di inattese e affascinanti esperienze chi si era predisposto per un ruolo di semplice comparsa.
Sì, perché la musica classica è soprattutto universalità. Vale per tutti. Non ci si deve mai sentire soli quando se ne ascoltano le trame. Perché ognuna di essa è la rappresentazione di una storia vissuta o desiderata, di un moto d’animo, di un ideale. Forse quanto basta per amarla ancora e sempre di più.

Nicola Ciaramella