“La furba e lo sciocco” ed altre tre opere tutte da gustare




Trionfo dell’Opera Buffa”: parte il 12 marzo, al Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere, la nuova rassegna dell’Associazione Terra Felix.


Sabato 12 marzo, alle ore 20,30
, nel Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere, con l’intermezzo buffo “La furba e lo sciocco” di Domenico Sarro, prenderà l’avvio “Il trionfo dell’Opera Buffa – Scuola Napoletana del ‘700”, l’ennesima pregevole iniziativa organizzata dall’Associazione “Terra Felix - musica nei borghi e nei castelli”.
La rassegna, che si avvale dei patrocini del Comune di Santa Maria Capua Vetere, Regione Campania, Provincia di Caserta, Ente Provinciale per il Turismo e Associazione culturale Gli Amici di Palazzo San Carlo, proseguirà il 9 aprile con “Il barone Sardafritta”, il 30 aprile con “La Dirindina” e si concluderà il 7 maggio con “La servante maitresse”.
«“Altera Roma”. Così nel I° secolo a.C. -scrive il comitato organizzatore dell’evento- veniva definita la città di Capua. Un suo borgo, il casale di Santa Maria Maggiore, si sviluppò fino a divenire l’odierna Santa Maria. Sembra come se la storia avesse voluto marcare alcuni luoghi, dando loro una valenza che supera i confini del tempo per assurgere ad un livello di memoria imperitura. Eppure anche luoghi siffatti hanno bisogno di essere vissuti, di ricevere linfa vitale dall’attività umana che ridoni loro il senso della contemporaneità».
L’obiettivo che si vuole raggiungere è di riportare alla memoria collettiva, nella splendida cornice del Teatro Garibaldi, uno dei momenti più significativi della nostra cultura: la “scuola napoletana del ‘700”, che ha brillato come un faro nella vita musicale europea dell’epoca, producendo
lavori di grande rilevanza artistica in tutti i generi musicali all’epoca praticati.
«E’ nell’opera buffa -si sottolinea nel comunicato di presentazione- che maggiormente si rivela il genio tipicamente nostrano, che, prendendo spunto dalla commedia dialettale napoletana del ‘600, produce nel secolo successivo autentici capolavori che si diffondono rapidamente ben oltre i confini non solo del nostro territorio, ma della nostra Nazione. I più insigni maestri furono chiamati nelle principali corti europee, e finirono con l’essere degli autentici capiscuola al cui insegnamento si deve la grande fioritura del periodo classico mitteleuropeo».

Emanuele Angiulli