Il "NO!" di Marotta e Cicala allo "Uttaro-bis"

 

I sindaci di San Nicola la Strada e San Marco Evangelista, in consiglio comunale congiunto, chiedono alla giunta di Caserta, sperando di non dover ricorrere alle vie giudiziarie, la revoca della scellerata delibera 62 (numero che, …smorfia alla mano, sembra tutto un programma) con la quale si vuole costruire un nuovo impianto nella contaminata zona Lo Uttaro.
Marino ha tutti, giustamente, contro: colleghi, capigruppo del suo stesso partito, consiglieri comunali, assessori, trentamila cittadini e, si spera, associazioni ambientaliste e stampa.
Marotta: “Solo la giunta di Caserta non sa che Lo Uttaro è area inquinatissima…!
Cicala: “Abbiamo già dato tantissimo! Vengano con i carrarmati!


Abbiamo volutamente atteso qualche giorno prima di accingerci a scrivere. Ci aspettavamo, sinceramente, di leggerne tante e di più sul consiglio comunale congiunto del 10 ottobre, in cui i degnissimi Primi Cittadini delle comunità di San Nicola la Strada e San Marco Evangelista, Vito Marotta
e Gabriele Cicala, hanno gridato, forte, deciso, senza paura e con encomiabile determinazione, “Da qui non si passa! Neanche con i carrarmati”. La vicenda, è noto, è quella stramaledetta dello Uttaro, quel pensiero fisso che gli amministratori casertani di ieri e di oggi non riescono proprio a togliersi dalla mente, sorprendentemente ignari dei disastri ambientali che hanno sconvolto la povera Appia Nord, ieri splendore di storia ed oggi emblema di schifezza in tutti i sensi.
Pochi, tutti da applaudire, quelli che hanno scritto e diffuso. Deludente (speriamo solo per il momento) il silenzio di gran parte della stampa che, ancora una volta, cala su un grande crimine contro l’umanità che si è consumato per decenni, che ha mietuto, e continua a mietere, centinaia di migliaia di vittime, ma che si spera non debba ripetersi.
Gli echi del più importante consiglio comunale degli ultimi tempi si sono già spenti. Sembra un cimitero: lo stesso che accoglie i morti ammazzati dal quel tremendo male causato dall’inquinamento della zona più maledetta del mondo. Esageriamo? Non crediamo. Sì, è vero, sono moltissime le altre regioni del pianeta che sono invase dall’immondizia, dallo schifo del sotterramento dei rifiuti, che hanno le falde acquifere infette, dove non crescono più le margherite. Ma poi, prima o poi, escono dalla mente, si lasciano marcire nei ricordi, spariscono dagli “interessi”, se ne cercano altre… Allo Uttaro, invece, …l’assassino, come ricorda la letteratura, torna sempre sul luogo del delitto; dallo Uttaro non va mai via quel pensiero, si torna sempre a parlare e riparlare di trattamento di rifiuti, che, inesorabilmente, passa sempre sul maltrattamento delle popolazioni.
Non lo diciamo solo noi, da tempo. Lo hanno detto, a chiare lettere, ed è quello che più conta, soprattutto Vito Marotta e Gabriele Cicala, i valorosi sindaci dei due comuni più vicini al “mostro”, gli indomiti Primi Cittadini delle città più devastate, i condottieri dichiarati di quella che si preannuncia un’altra dura battaglia contro l’ingiustizia, la superficialità e l’incoerenza.

All’ordine del giorno della importantissima riunione collegiale, ovviamente, un solo argomento: “Realizzazione impianto integrato di selezione di materiali riciclabili dal rifiuto   Manifestazione di contrarietà- Determinazioni – Provvedimenti”.
Marotta e Cicala, con i rispettivi consigli comunali, hanno detto fortemente “NO” alla delibera numero 62, frutto della squallida decisione della giunta comunale del nostro carissimo capoluogo, in cui si è deciso di costruire un biodigestore -che mai sannicolesi e sammarchesi potranno digerire- nella “terra dei veleni”, in quella lurida e puzzolente distesa ai nostri confini e ai confini della edificanda area ospedaliera, che dovrebbe, invece, come ha stabilito quella legge ancora solo sulla carta, essere oggetto di interventi di bonifica, di risanamento e di riqualificazione.

Ripercorriamone i pregevoli interventi che si sono succeduti.

«Appena saputa la notizia della delibera della giunta comunale di Caserta -ha detto Vito Marotta dopo aver espresso la sua soddisfazione per la presenza di un pubblico numeroso, arricchito da rappresentanti di molte associazioni ambientaliste e da alcuni consiglieri comunali di Caserta- ci siamo attivati per convocare questo consiglio comunale congiunto, che non è assolutamente una vicenda di campanilismo. Bisognava dare un segnale forte in risposta alla delibera della giunta comunale di Caserta in merito all’apertura di un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti in zona Lo Uttaro e ci siamo subito qui riuniti per farlo. La dichiarazione resa stamattina dal sindaco Marino alla stampa, in cui egli conferma, senza alcuna volontà di ritirarla, la delibera della giunta di Caserta con la quale si vuole costruire nell’area Lo Uttaro un biodigestore, è in spregio al rispetto istituzionale dei comuni di San Nicola la Strada e San Marco, qui stasera riuniti, oltre a quello di Maddaloni, retto da un commissario, che ci ha dichiarato di voler seguire con attenzione questa vicenda ambientale. Quasi come se il sindaco di Caserta già immaginasse il contenuto della delibera che stiamo per prendere in questa seduta congiunta. Marino evidentemente sa di avere sbagliato; mette le mani avanti prima di conoscere l’ampiezza di quello che stiamo per deliberare stasera. Nelle sue dichiarazioni Marino tiene a giustificare la decisione del consiglio comunale di Caserta, ritenendola, oltre che necessaria per motivi tecnici, anche una grande opportunità. Innanzitutto lui sostiene che, quasi a sminuirne la portata, la delibera della giunta di Caserta non sia nulla di così grave. Non è vero! Perché in questa delibera, purtroppo, c’è l’individuazione di una localizzazione ben precisa. E guardate, lo fa rispondendo sostanzialmente ad un avviso regionale, quasi per sottolineare un aspetto fondamentale per cui la delibera è stata presa. Questo avviso, è vero, è stato pubblicato dalla regione Campania. Ma perché la regione lo ha pubblicato? Perché, in seguito a raccomandazioni del consiglio europeo, la regione deve completare il ciclo integrato dei rifiuti; ma non credo che i comuni di Caserta, San Nicola, San Marco e Maddaloni rispondano sempre a tutti gli avvisi. Si risponde soltanto agli avvisi per i quali si hanno i requisiti. Non è che ad ogni avviso della regione, visto che è un’opportunità, si partecipa. E il comune di Caserta, invece, ha immaginato bene… dice "va bene, è un’opportunità  -bella questa scusa-  è un avviso della regione campania, quindi partecipiamo". Ma, purtroppo per loro, forse non lo hanno letto bene. Questo stesso avviso stabilisce che sostanzialmente bisogna tener presente alcune caratteristiche geomorfologiche ed idrogeologiche specificamente rispetto al sito; in particolare la distanza dai centri abitati, la presenza di larghi spazi, l’uso e la vocazione dei territori. Tutte condizioni che, evidentemente, la giunta comunale di Caserta non ha valutato. Il sindaco Marino, inoltre, dice che sta aspettando i dati dell’Arpac relativi all’ex mattatoio… Mi sembra quasi uno scherzo. Mi sembra quasi di vivere in una favola. Beh, a parte che allora sarebbe stato più giusto avere questi risultati prima di fare la delibera, ma poi, soprattutto, non credo che sia una questione di metri… E’ chiaro a tutti che Lo Uttaro è una zona inquinata, è una zona deturpata nel tempo. Solo la giunta comunale di Caserta non sa questa cosa! E poi, sempre la giunta comunale di Caserta, stabilisce la massima disponibilità ad individuare un altro sito. Quasi come se facesse un favore alle nostre comunità. Non si tratta di nessun favore. E qui ci vogliono portare in un altro tranello… Si sa che l’altra eventuale zona potrebbe essere Ponteselice… Ma qui la questione è ancora peggio. E’ proprio sotto le nostre case. Quindi, quella di Marino è una dichiarazione stridente nel contenuto. Da un lato dice di non criticare la delibera e dall’altro si dichiara disponibile ad individuare un altro sito. Ma se è disponibile ad individuare un altro sito, deve immediatamente revocare quella delibera! E poi, guardate, c’è un profilo, a nostro avviso, anche di legittimità. Per continuità amministrativa, una amministrazione in carica deve proseguire lungo il percorso tracciato anche dalle amministrazioni precedenti; e il consiglio comunale di Caserta, che è sovrano come sono sovrani i consigli di San Nicola e San Marco qui riuniti, ha già deliberato in passato di non autorizzare in quell’area nuovi impianti. Quindi la giunta comunale di Caserta che cosa fa? Va contro un precedente deliberato del consiglio comunale di Caserta? Tornasse in consiglio comunale! Vediamo il consiglio comunale di Caserta come la pensa su questa cosa e poi forse valutiamo! Invece, ha scelto nuovamente la strada più semplice. Non dimentichiamo, inoltre, che, al di là degli aspetti ambientali di cui abbiamo detto, il sindaco di Caserta deve decidere quale vocazione dare a quell’aria, perché ci risulta che in linea d’aria, a circa trecento metri, si stia realizzando un policlinico, che, a parte i tempi purtroppo ancora lunghi che si prevedono, la dice molto chiaramente sulla vocazione di quell’area, vocazione già determinata anche nel preliminare del Puc della città di Caserta, che vede nel futuro polo ospedaliero un volano di sviluppo dell’intera conurbazione. Infine, una cosa che ho tralasciato prima…la cosa che riguarda di più i cittadini di San Nicola e di San Marco… I centri più prossimi al nuovo impianto sono ancora una volta le nostre comunità, perché ancora una volta quell’area, posizionata geograficamente lontana dalla città di Caserta, è praticamente nel nostro centro abitato. E ricordiamo pure l’altra ancora più scellerata ipotesi di realizzare un centro di accoglienza nella stessa area: ebbene, anche allora, qualche mese fa, siamo andati lì a testimoniare una cosa precisa, e cioè che non solo aspettiamo la messa in sicurezza permanente di quell’area, ma che non aveva nulla a che vedere con l’accoglienza e la solidarietà immaginare di organizzare una tendopoli dove sotto ci sono tutti quei rifiuti che sappiamo e sulla cui natura pericolosa sono in corso numerose indagini della magistratura. Esprimiamo, dunque, la nostra assoluta contrarietà al contenuto della delibera n. 62 della giunta comunale di Caserta tesa a costruire un impianto di trattamento del rifiuto organico in località "lo Uttaro"; chiediamo alla giunta di revocare questo provvedimento; nel caso in cui ciò non dovesse avvenire, ricorreremo all’autorità giudiziaria competente. Oltre ad inviare il nostro deliberato a tutte le autorità affinché si svolga presto la messa in sicurezza dell’ambiente. Il sindaco Marino, insomma, non solo non ci ha chiamato, ma ci ha fatto un pessimo regalo, che noi proveremo a ricambiare nelle sedi opportune».

Contentissimo del folto pubblico di cittadini e della presenza di esponenti delle varie associazioni che svolgono sul territorio attività di difesa dell’ambiente, anche Gabriele Cicala, sindaco di San Marco Evangelista.
Ecco cosa ha detto: «Vito Marotta è stato il primo ad avvisarmi della delibera n. 62 della giunta comunale di Caserta. In pochissimi giorni, con grande celerità, abbiamo organizzato questo consiglio comunale congiunto. Io non entrerò nell’aspetto tecnico perché i miei studi sono giuridici e non tecnici. Anche se in questi anni, attraverso anche la vicenda della New Ecology, mi sono fatto una cultura, un’idea della zona Lo Uttaro. Il mio vuole essere più un intervento di natura politica. Se io dovessi dare un titolo a questo consiglio comunale, direi “A volte ritornano”. E a volte ritornano le amministrazioni comunali di Caserta. Ritornano nell’area Lo Uttaro. Sempre con gli stessi progetti, sempre con le stesse idee, sempre a proporre le stesse cose. Cambiano le amministrazioni, si passa da destra a sinistra, poi va la destra, poi ritorna la sinistra. Chi era opposizione e contrastava diventa maggioranza, chi era opposizione e contrastava poi propone quello che ieri contrastava. Mi ricordo il sindaco Buzzoni che vent’anni fa propose il primo impianto allo Uttaro. Siamo nel 2016 e chi ieri nel 2011 contrastava l’insediamento della New Ecology, che era un sito solo di stoccaggio, oggi propone un nuovo impianto. Una cosa sia ben chiara. Noi siamo amministratori di due comuni che confinano con la zona Lo Uttaro. Qui nessuno è contrario agli impianti, perché non si può essere contrari ad un impianto che tratta l’umido, perché non è una cosa normalissima che l’umido di San Marco Evangelista, ad esempio, vada a Brescia, o, nella migliore delle ipotesi, in Puglia, con tutti i costi aggiuntivi del caso. E questo perché in Campania non c’è un impianto. Un impianto, dunque, va fatto in Campania ed anche in provincia di Caserta e nessuno di noi è contrario. E’ la scelta del sito che non va! Non possono dare contributo sempre gli stessi. I nostri territori hanno già dato un contributo enorme alla risoluzione del problema dei rifiuti, provinciale e regionale. Hanno dato contributo con la discarica Lo Uttaro, con la Migliore Carolina, con la Ecologica Meridionale, contaminando un’area forse irreparabilmente. Ebbene, il prezzo, il pedaggio non lo possiamo pagare sempre e solo noi. Questa, penso, è la discussione, politica, che noi dobbiamo portare nelle dovute sedi, come anche in Regione. Questo consiglio comunale è solo la prima tappa. La politica ha voluto dare subito un segnale molto forte, organizzando un consiglio comunale congiunto. Non possiamo dare il nostro contributo sempre noi alla risoluzione del problema provinciale dei rifiuti; diciamo la verità, noi siamo stati per anni la discarica dell’intera provincia di Caserta; per non parlare dei rifiuti provenienti dal nord che, è storia risaputa, vi sono stati interrati. Insomma, vanno cercati altri siti. Scusate, ma dove sta scritto che il sito per il biodigestore deve essere fatto per forza a Caserta? Questo non lo riesco a capire! Se Caserta non ha, e sicuramente non ce l’ha, un territorio idoneo per questo sito, perché non si va in altri comuni, dove ci sono proposte molto più importanti e più interessanti? Con le questioni ambientali dobbiamo mettere da parte le casacche. Noi, come organizzazione civica San Marco Libera, su questioni ambientali non ci fermiamo neppure davanti ai carrarmati! La questione ambientale è una questione che va risolta innanzitutto in Regione, con un tavolo di concertazione ampio con tutti i comuni interessati e l’Asl, che non viene mai chiamata a discutere, ma che invece andrebbe coinvolta. L’area Lo Uttaro, infatti, se ci fosse una reale volontà dell’amministrazione di Caserta, potrebbe anche diventare un’area completamente verde. E l’Asl non è contraria. Noi crediamo che quest’area contaminata può essere trasformata solo a verde. Se Caserta vuole ci sono tanti strumenti per risolvere questo problema. Uno su tutti è il Puc, che è ancora in itinere. E’ una barzelletta parlare di bonifica dello Uttaro. Per bonificare in quell’area ci vorrebbe una finanziaria a livello nazionale. La risoluzione di quel problema non è la bonifica, ma la trasformazione in area verde con alberi ad alto fusto dalle radici filiformi in grado di affondare profondamente in quel terreno. Solo loro hanno la possibilità di bonificare quel terreno. Il resto sono favolette. Tornando alla delibera n. 62, bisogna dire che in essa ci sono tantissime contraddizioni. Una prima contraddizione, anche un po’ anomala, è che essa non viene proposta dall’assessore all’ambiente, ma da un assessore competente ad altro ramo. Non si capisce perché. Viene proposta, tra l’altro, da chi nel passato, l’ho detto prima, proponeva una delibera per impedire insediamenti insalubri in area Lo Uttaro. Inoltre, si propone questa delibera quasi come un bliz. Io non è che volevo essere chiamato con il sindaco Marotta, ma credo che Lo Uttaro non è un problema solo di Caserta. Lo Uttaro è un problema di quattro comuni, di Caserta meno certamente che di San Marco o di San Nicola o di Maddaloni. Io penso che la politica avrebbe dovuto aprire un tavolo di concertazione, dove sicuramente avremmo detto queste cose che stiamo dicendo qui. E forse proprio per questo non siamo stati convocati. E’ chiaro che questo non ci spaventa. Lo dicevo prima, questo è il primo atto. Preannuncio che ho già inviato tutta la documentazione in mio possesso all’avvocato amministrativista che ci seguì sulla questione New Ecology, perché penso che, viste le dichiarazioni di Marino di questa mattina, il passo successivo della politica sarà il ricorso al Tar. Rivolgo, inoltre, un invito alle tante associazioni ambientaliste che vedo qui e che vedevo anche quando ci fu la problematica della New Ecology. Un invito a non abbassare la guardia, perché se è vero che la politica sta intervenendo in maniera molto forte, penso che in tali questioni occorre una sinergia tra politica, cittadini, associazioni ed anche illustri esponenti del clero, che hanno partecipato in occasione della vicenda della New Ecology. Soprattutto alla luce che oggi la questione è molto più seria rispetto a quella passata. Ripeto, l’altra volta si parlava solamente di un sito di stoccaggio, mentre oggi oltre al sito di stoccaggio si parla anche di un biodigestore per il trattamento dell’umido. Biodigestore che diventerebbe, è meglio che ci intendiamo, non il biodigestore di Caserta, ma il biodigestore della provincia di Caserta, per non dire della Campania, visto che non abbiamo altri impianti. Ripeto ancora: noi non vogliamo egoisticamente spostare il problema su altri territori, ma, come dicevo prima, il nostro prezzo lo abbiamo già pagato. Abbiamo il dovere di garantire un futuro migliore a tutti. Non possiamo non tener presenti le percentuali altissime di malati oncologici che si riscontrano nei nostri contaminati territori. Noi, insomma, non diciamo no all’impianto in quanto tale. Diciamo no all’impianto in un territorio devastato, in un territorio che ha risolto il problema dei rifiuti degli altri, della provincia e dell’intera regione. Ma c’è ancora un’altra contraddizione in questa delibera n.62 della giunta municipale di Caserta. Nel redigendo Puc di Caserta, dove c’è il macello c’è un’area adibita a cittadella dello sport. E’ vero che Caserta ormai ci ha abituati, con queste amministrazioni, a dire per due anni una cosa e poi dopo due anni a proporre tutto il contrario, ma dobbiamo fare la cittadella dello sport o l’impianto? Mettetevi d’accordo. E’ chiaro che noi proponiamo la prima, ma come si fa a dire tutte queste contraddizioni? Anche noi, insomma, come diceva il sindaco Marotta, chiediamo la revoca in via ufficiale della delibera. Ma, a latere, noi invitiamo l’amministrazione di Caserta non solo a revocare la delibera, ma ad individuare un’area verde nella zona Lo Uttaro. Questa è la vera proposta per risolvere definitivamente il problema. Noi non ci fermeremo, non si fermerà San Nicola, non si fermerà San Marco, probabilmente anche il commissario di Maddaloni ha preannunciato delle azioni. Ripeto, infine, il mio invito alle associazioni ambientaliste a rinsaldare nuovamente le fila come nell’occasione precedente della New Ecology e a tenere non alta ma altissima la guardia. Con oggi inizia un cammino che ci dovrà portare, ce lo auguriamo tutti, a quello che fu il risultato della contestazione del sito di stoccaggio, cioè alla revoca della delibera che oggi vuole un nuovo impianto nella zona Lo Uttaro».

A dare ulteriore forza agli applauditissimi discorsi di Marotta e Cicala ci hanno poi pensato alcuni esponenti dei due consessi riuniti, protagonisti tutti di pregevoli interventi che hanno raccolto l’attenzione e l’interesse del pubblico.
La capogruppo di “Strada Nuova” di San Nicola, Eligia Santucci, ha giudicato «folle l’idea di realizzare un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti in una zona già oggetto in precedenza di ampie battaglie, anziché proseguire in quelle iniziative indirizzate alla bonifica dell’area stessa. Il tutto, e questo e ancora più grave, contro la volontà dei sindaci e dei cittadini dei comuni limitrofi e contro la volontà delle associazioni ambientaliste che si sono battute in passato per la difesa di questo territorio. Il nostro dissenso è dettato soprattutto dal buonsenso, visto che l’area ha già subito catastrofi ambientali, in virtù di scelte politiche sbagliate, che oggi abbiamo il dovere di contrastare».

Nicola D’Andrea, capogruppo di Insieme per San Nicola, ha detto che «stasera, in quest’aula abbiamo iniziato un nuovo modo di fare politica, un modo nuovo di concentrare i problemi quando essi riguardano più comunità». E dopo aver criticato la mancata sinergia (“di cui tanto si parla nelle feste di partito”) tra i vari circoli Pd dei comuni limitrofi allo Uttaro su una questione così importante, ha aggiunto: «Mettere un biodigestore in quella zona mostruosa è da pazzi, significa uccidere le nostre generazioni. La mia esperienza maturata, per motivi professionali, anche in altre regioni d’Italia che hanno questi impianti, mi induce ad affermare che i biodigestori anaerobici sono una speculazione, perché si inizia con il semplice trattamento dei rifiuti e poi, considerata la enorme mole di immondizia da smaltire, si usano degli additivi, che sono sostanze pericolosissime per la salute».

Giuseppe Di Maio, capogruppo di “San Marco libera”, ha soffermato l’attenzione sulle dichiarazioni, molto stridenti con quelle attuali, che Marino ed altri amministratori rendevano quando, nei tempi della vicenda della New Ecology, erano all’opposizione: «Marino affermava la necessità della politica nelle questioni ambientali e la necessità che nell’area Lo Uttaro fosse interdetta la realizzazione di qualsiasi nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti. E’ paradossale che oggi questi stessi amministratori propongano il contrario, rimangiandosi tutto quello che avevano detto qualche anno fa. E’ paradossale che Marino non sappia che quella zona è inquinata. Se così veramente fosse, allora vuol dire che egli non è in grado di fare il sindaco di Caserta. Perché egli ignora che quell’area è stata interdetta alcuni anni fa da un’ordinanza che vietava l’uso dell’acqua dei pozzi per l’irrigazione dei campi. Ci sono delle analisi che confermano che quella falda acquifera è totalmente inquinata. Sembra una barzelletta che oggi egli aspetti i risultati delle analisi. E’ semplicemente paradossale. E’ assurdo che oggi siamo qui ancora a discutere di queste cose, mentre dovremmo stare a parlare di proposte e progetti per un’area da bonificare. Marino e la sua giunta, tra cui l’assessore De Michele, paladino dell’ecologia, fino a poco tempo fa, dovranno venire qua con i carrarmati se vogliono avere quello che hanno deliberato».

Filo da torcere al sindaco di Caserta per indurlo a revocare la delibera num. 62 lo daranno anche il gruppo Pd di San Nicola e quello di San Marco, storicamente molto legato a Marino. Giovanni Motta, dopo aver “rispedito al mittente” (D’Andrea- ndr) le “accuse gratuite” precedentemente rivolte al Pd e dopo aver letto una missiva in cui anche “gli amici di Partecipazione Attiva” esprimono il proprio dissenso per la delibera della giunta di Caserta (“Che la smettano di farci morire, -dicono- siamo già malati e non abbiamo chiesto l’eutanasia”), ha confermato, “in ossequio alla coerenza”, quella che è sempre stata la posizione del suo partito negli anni addietro e nelle battaglie contro Lo Uttaro, ovvero “evitare che su quest’area ci fossero nuove minacce, perché è una vera propria minaccia questa proposta scellerata della giunta di Caserta».

Anche per Federico De Matteis il consiglio comunale congiunto è “un momento di democrazia, momento in cui finalmente la politica sta cercando di fare qualcosa per i cittadini”. Il capogruppo del Movimento Cinque Stelle è più che convinto che «Marino non revocherà la delibera, perché dietro di essa ci sono interessi fortissimi. Qualcuno diceva che questa delibera è paradossale. Altro che. E’ premeditata. Un’industria insalubre di questo tipo è un bell’affare. E non certo per i cittadini dei nostri comuni. E’ una decisione che va contro la nostra salute. Nei biodigestori prima o poi si brucia di tutto, perché siamo sempre in emergenza. La nostra opinione è di votare comunque la richiesta di ritirare la delibera, cosa che difficilmente avverrà, e di adire poi le vie legali. E se neanche ciò dovesse bastare, dobbiamo alzare un polverone così grande, perché l’unica forza che noi abbiamo è l’opinione pubblica. Dobbiamo alzare le luci su questo provvedimento, perché questi signori hanno fatto tutto in sordina, in silenzio, lontano dai riflettori».

Prima della votazione, gli interventi conclusivi dei sindaci di San Nicola la Strada e San Marco Evangelista hanno ulteriormente dimostrato quanta fiducia bisogna in essi riporre per sperare che, come successe con Del Gaudio nel 2011 a proposito della delibera sul sito di stoccaggio, si giunga adesso a far cambiare idea anche a Marino. Cicala: «Sì, è vero, come diceva prima il capogruppo dei 5 Stelle, che dietro questa delibera si celano grandi interessi. E’, infatti, un’operazione finanziaria molto forte. Caserta non pagherebbe per anni l’umido, con fondamentali vantaggi per le sue casse dissestate. Ed è vero pure che ci sarebbe un indotto importante in termini di occupazione. Ma tutto questo Caserta non può farlo sulla pelle, già scorticata da decenni di battaglia, dei sannicolesi e dei sammarchesi».

A seguire, e per concludere una intensa storica seduta dei consessi civici di San Nicola la Strada e San Marco Evangelista, il voto unanime di tutti i presenti.
Per far capire bene a chi deve capire e non ha ancora capito o fa finta di non aver capito.
La delibera del consiglio comunale congiunto, come ha precisato il presidente dell'assise Fabio Schiavo, sarà trasmessa al presidente del consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, al Ministro dell'Ambiente, al presidente della giunta della regione Campania, all'assessore regionale all'Ambiente, al Prefetto, al presidente della Provincia di Caserta, all'Arpac e all'Asl.

Lasciateci queste ultime considerazioni.
Anche se condividiamo in pieno, uno per uno, tutti i passaggi, tecnici e politici, del suo intervento, ispirati ad un senso di realismo difficilmente contestabile, speriamo che Federico De Matteis abbia torto. Nel senso che ci auguriamo fortemente che Marino revochi la delibera, evitando di far perdere tempo con i tribunali ai sindaci di San Nicola e San Marco, che hanno cose molto più importanti e più serie da fare. Il sindaco di Caserta ha contro il Pd di San Marco, suo storico amico ed alleato in tutte le competizioni elettorali; ha contro il Pd di San Nicola; ha contro tutti i partiti, organizzazioni e comitati vari (senza contare le associazioni ambientaliste e la stampa che da più parti vengono sollecitate); ha contro, soprattutto, trentamila abitanti di due comuni confinanti. Il sindaco di Caserta, inoltre, aveva già detto no allo Uttaro quando stava in opposizione a Caserta. E poi, soprattutto, Marino è un uomo noto per capacità, intelligenza e sensibilità. E’ innamorato della politica e dell’impegno civile, come recita il suo curriculum che campeggia nel sito internet del Comune di Caserta. E poi Marino, si legge ancora, si è sempre impegnato nell’associazionismo cattolico ed è volontario in parrocchia. Insomma, non farebbe male ad una mosca.
Non crediamo, quindi, assolutamente che egli voglia vivere il resto della sua vita nel rimorso di aver provocato (perché questo e solo questo provocherebbe la riapertura dello Uttaro) la prosecuzione di una tragedia condita di vittime, famiglie distrutte e malati oncologici.
No, non crediamo assolutamente che Marino possa arrivare a questo. No, decisamente non ci crediamo.
E poi... non crediamo assolutamente che sulla ruota di Caserta possa uscire veramente il 62, quel numero che la smorfia associa a “ ‘o muorto acciso”, il “morto ammazzato”, quel morto rappresentato da una persona (ma l’interpretazione si estende anche ad un animale o persino ad una pianta) defunta per cause naturali (come una malattia, la vecchiaia o quant'altro) e sul suo letto.
A meno che, come quando qualche volta giochiamo al lotto ed anche al totocalcio, continuiamo, ancora una volta, a non azzeccarne mai una…

Nicola Ciaramella