Antonio Dentice d’Accadia racconta Giuseppe Palomba


Il saggista sannicolese che ha riscoperto il pensiero e le opere dell’insigne economista del ‘900 nativo di San Nicola la Strada parlerà del “Maestro” al Festival di Economia e Spiritualità di Lucca.


La seconda edizione del “Festival di Economia e Spiritualità” che si terrà a Lucca nel prossimo autunno si arricchirà della figura dell’insigne economista Giuseppe Palomba, nato a San Nicola la Strada il 9 maggio 1908 e morto a Napoli il 30 gennaio1986.
Giuseppe Palomba, diplomato in un istituto tecnico di Caserta e poi studente all’Università di Napoli Federico II, è stato allievo del matematico ed economista Luigi Amoroso, a sua volta allievo di Pareto. Laureatosi in Economia nel 1929, conseguì la libera docenza in economia politica nel 1935 insegnando all’Ateneo di Catania; nel dopoguerra gli fu assegnata la cattedra alla Facoltà di Economia di Napoli e negli anni Settanta alla Facoltà di Scienze Politiche a Roma. Ha ricevuto molte onorificenze e ha fatto parte di molte prestigiose istituzioni, anche di carattere internazionale. Fu, infatti, socio dell’Accademia Pontaniana, membro dell’Accademia Tiberina e membro dell’Accademia de “i 500”, ricevendo, il 28 gennaio 1984, il titolo di “Professore Emerito” consegnatogli dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
A riproporre, nel simposio di Lucca, il pensiero di uno dei massimi scienziati economisti italiano del Nocevento sarà il saggista sannicolese Antonio Dentice d’Accadia, protagonista di un lungo ed accurato lavoro di ricostruzione della sua biografia e delle sue eccelse opere scientifiche e filosofiche.
«Cominciai a conoscere Giuseppe Palomba -ci racconta il giovane saggista sannicolese, laureato in marketing turistico- quando, nel 2010, trovatomi nella biblioteca di San Nicola la Strada per un lavoro legato alla mia tesi in Sociologia del Diritto “Teoretica weberiana applicata ai nuovi mercati asiatici”, mi accorsi che su alcuni testi che stavo consultando ricorrevano spesso delle dediche, che avevano come soggetto un tale Giuseppe Palomba definito anche “Maestro”. Testi molto antichi che la famiglia del Palomba, anni dopo la sua scomparsa, donò alla biblioteca di San Nicola la Strada, esattamente nel 2003, quando essa fu a lui intitolata. Incuriosito da queste dediche, ebbi modo di risalire, da testo in testo, ad alcuni del 1700, del 1800 ed anche di inizio 1900 riguardanti la matematica, la scienza, l’esoterismo, le materie umanistiche e la religione; libri che, evidentemente, il Palomba per la sua formazione aveva consultato».
Sempre più incuriosito, Dentice d’Accadia si informa, fa ricerche e scopre che Giuseppe Palomba è uno tra i massimi economisti del 1900, ritenuto negli anni ’50 molto importante a livello nazionale come massimo esperto al mondo della scuola economica paretiana. Ad egli vengono attribuite una quarantina di opere, espresse in un pensiero vasto che si collegano a materie diverse che spaziano dall’economia alla filosofia, dalla storia delle religioni alle dottrine orientali, dalla teologia cattolica al buddismo.
«Negli anni ’70 ha inizio il declino del Palomba -ci spiega il dr. Dentice- per motivi prevalentemente politici, perché lui non faceva parte di una specifica scuola di pensiero, come era imposto all’epoca (pur partendo come massimo esponente della scuola paretiana), ma cercava una sintesi nelle varie correnti di pensiero. Solo ora, dopo la sua morte e dopo che molti suoi allievi, ora docenti universitari, sollecitati dalle mie pubblicazioni, lo stanno riscoprendo, ammettendo anche l’attualità delle teorie palombiane. Cito, ad esempio, il professore Angelo Calabrese (residente a San Nicola la Strada), giornalista, critico e storico d’arte, di formazione palombiana; il professore Salvatore Striano, docente di Economia a Napoli, già Direttore del Formez e Direttore dell’Unione Industriali di Napoli, anch’esso di formazione palombiana”.
Ultimamente gli studi si sono focalizzati sul modo innovativo del Maestro Palomba nel rileggere il filosofo Karl Marx. A Milano, negli ultimi anni, hanno riscoperto questo grande economista dedicandogli importanti manifestazioni. Non da meno è stata la Campania, che ha organizzato un evento in collaborazione con l’Accademia Tiberina della quale il Palomba fu membro. Lo "spettro" dell’economista si può inserire in contesti diversi: ad esempio, all’università di Capua il Dott. Angelo Petrella ha presentato la prima tesi completa sul Palomba, collegandosi agli scritti dell’autore.
Fino ad ora, insomma, chi ha studiato il Palomba lo ha fatto prendendo in esame solo le singole materie. Antonio Dentice d’Accadia, invece, lo ha riproposto nella sua interezza, in tutta la sua monumentalità di pensiero: nei fatti scientifici, umanistici, economici, dando interezza ed organicità ai suoi scritti.
Il lavoro completo, ci spiega dettagliatamente il saggista, sarà composto da cinque testi in totale, dei quali i primi due già pubblicati nel 2013: “Giuseppe Palomba. Tra scienza ed esoterismo”, che mostra in primo piano la culla filosofica e dottrinale del Palomba, e “L’Economista Giuseppe Palomba. Metafisica dell’economia”, che prende in esame i collegamenti tra la filosofia e l’economia. Il terzo lavoro, in corso d’opera, tratterà il rapporto tra “Palomba e Marx”. Il quarto, “La filosofia palombiana”, si concentrerà sul pensiero del Palomba, prendendo in esame anche gli scritti dal 1970 al 1980 (le pubblicazioni postume a cura del Prof. Franco Manganelli, ex assistente universitario del Maestro, nonché docente di Economia, a cui lo stesso Palomba affidò in punto di morte alcuni lavori per farli pubblicare più avanti con gli anni). In questo testo Dentice d’Accadia studierà la progressione del pensiero filosofico palombiano, ovvero in quante fasi si struttura e cosa contempla negli aspetti logici, dialettici, in filosofia politica, in filosofia economica e a livello mistico. Il quinto ed ultimo lavoro, “Metodo economico palombiano”, andrà ad affrontare come tematica il pensiero scientifico del Palomba nella sua interezza, nell’aspetto sociologico, economico e filosofico.
«Giuseppe Palomba -conclude Dentice d’Accadia- non viene visto solo come un economista molto eclettico, ma lo si riscopre anche filosofo perché crea una sua struttura, un suo metodo logico e dialettico. Palomba tenta di comprendere l’uomo analizzandolo nella sua totalità, per poi capire quali sono i giusti interventi da effettuare in economia e quale è il giusto approccio nella politica. Bisogna studiare l’uomo a 360 gradi, nei suoi aspetti inconsci, psicologici, sacri, politici, scientifici, ecc. Le varie parti non possono essere scollegate, ma devono coesistere tra esse. Quindi, in definitiva, se si vuole capire davvero l’uomo economico come funziona, non bisogna sostare esclusivamente sull’economia, ma analizzare tutto quello che lo circonda, per poi ricondursi alle dinamiche economiche».
Il “Festival di Economia e Spiritualità”, manifestazione dedicata a spettacoli, incontri e riflessioni “per ricostruire un fondamento spirituale nel rapporto con gli altri, il lavoro e l’ambiente”, che si terrà a Lucca nel prossimo autunno, con la partecipazione di studiosi, scrittori, giornalisti e teologi di fama nazionale, costituirà, certamente, la più grande occasione sinora mai offerta per riproporre, dopo la sua morte, la figura di un personaggio dalla cultura immensa che ha arrecato onore e prestigio anche al nome di San Nicola la Strada, luogo dove il “Maestro” nacque e visse per anni e che oggi lo ricorda grazie alla intitolazione, oltre che della Biblioteca Comunale, anche di una strada cittadina.

Giovanna Tramontano