Giugliano, biodigestore in arrivo

Amministratori (maggioranza ed opposizione), cittadini ed esperti in assemblea per fare chiarezza sul nuovo impianto di stoccaggio pronto a partire nella zona Asi della città.


Giugliano in Campania, ricco paese a nord di Napoli, è il terzo comune non capoluogo più popoloso dopo Napoli e Caserta. Oltre alla sua antica storia e cultura, con numerose chiese, molte delle quali risalenti al ‘500 e al ‘600, è il paese della famosa mela annurca, tipica specialità campana.
Proprio in queste settimane, imperversa una vera bufera sulla città a colpi di mouse, a causa della costruzione di un biodigestore, nella zona Asi, periferia di Giugliano.

La ricostruzione dei fatti.
Il consigliere Nicola Palma, esponente del Movimento 5 Stelle, dichiara qualche giorno fa attraverso facebook:
«Ci siamo accorti da qualche settimana che stava per essere messo in funzione a Giugliano un biodigestore di cui il sindaco e “l’amministrazione” del volantino (a scelta): 1) Non sapevano niente; 2) Sapevano e non hanno detto niente ai cittadini; 3) Sapevano e non hanno partecipato alle conferenze dei servizi del loro tempo di governo, non provando quindi nemmeno a capire né se fosse dannoso né se potesse esserne fermata la costruzione. Noi avevamo fatto accesso agli atti, portiamo agli onori delle cronache la questione biodigestore. Solo allora il Sindaco usciva fuori con una dichiarazione. Fino a quel punto tutto era, probabilmente a sua insaputa. La settimana scorsa, invitando anche il sindaco, creiamo un’assemblea pubblica per il 18 Marzo, per cercare di attingere informazioni in merito, tramite interventi di tecnici ed esperti. Indovinate un po’… Da pochi minuti i consiglieri di maggioranza pubblicano un evento per il 16, due giorni prima del nostro, a nome dell’amministrazione, con tecnici da loro scelti che faranno una relazione a senso unico».

Non si è fatta attendere la risposta del Sindaco Antonio Poziello, il quale ha dichiarato che l’amministrazione ha semplicemente rispettato la legge e che l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto sarebbe arrivata già nel 2014, quando il Comune era gestito da Commissari speciali, per infiltrazioni camorristiche.
Il primo cittadino ha continuato affermando che la sua amministrazione vigilerà su eventuali comportamenti che possano ledere il diritto alla salute dei cittadini.
Immediata la replica dell’esponente 5 Stelle, il quale reputa sconcertante voler controllare e vigilare su un impianto solo dopo la sua costruzione. E soprattutto dopo averlo costruito senza un confronto e senza informare i cittadini.
Il 16 marzo si è tenuta l’assemblea organizzata dalla maggioranza, con l’intervento di esperti, che hanno illustrato ai presenti i meccanismi e le caratteristiche di un impianto simile. I tecnici hanno elencato le norme che regolano il biodigestore. Durante l’incontro alcuni cittadini non hanno trovato esaustive le risposte degli esperti; gli organizzatori, infatti, hanno sottolineato che l’incontro aveva come intento quello di informare riguardo alla normativa che regola quel tipo di impianto e non chiarire in che modo funzionerà l’impianto di Giugliano.
Il punto cruciale è che tipo di rifiuti entreranno nell’impianto e che tipo di risultato si avrà alla fine di tutto il processo di smaltimento.
Il biodigestore è una struttura privata, realizzata dall’imprenditore Vincenzo Castaldo, il quale afferma che l’impianto, non ancora in funzione, è aperto a tutti, per eventuali verifiche.

L’assemblea del 18 marzo ha avuto uno svolgimento diverso. Hanno partecipato esponenti sia della maggioranza che dell’opposizione. I tanti cittadini presenti hanno capito che la questione biodigestore è molto più complessa di ciò che sembra. Sono intervenuti l’Ing. Luigi Grosso, che ha illustrato le caratteristiche dell’impianto, avanzando le sue perplessità riguardo l’opportunità della costruzione di una struttura per i rifiuti, in una zona non ancora bonificata. Infatti, esiste una norma che vieterebbe la costruzione di impianti di smaltimento in zone già compromesse e senza che sia avvenuta una adeguata bonifica.
L’Ingegnere Chimico Annibale Barca, invece, ha parlato di compost (prodotto finale del processo di lavorazione rifiuti), che verrebbe rivenduto in tutto il mondo come concime.
L’Ingegnere ha anche detto non esiste un sistema che provveda a controllare la composizione dei rifiuti in entrata presso l’impianto. Un impianto a norma dovrebbe prevedere l’etichettatura del compost finale, processo questo molto lungo e costoso.
L’Ing. Barca, inoltre, ha illustrato diverse norme e procedure che l’amministrazione avrebbe dovuto seguire per arrivare ad una eventuale apertura dell’impianto. Si è parlato di norme bypassate, procedimenti e iter burocratici non corretti, interventi non previsti di altre istituzioni, come la Regione. Sembra che a monte, più di altre cose, sia proprio la legge in materia ad andare contro gli interessi dei cittadini. Normative scritte per rendere applicabili alcune decisioni; insomma un circolo vizioso. Nell’assemblea si è appreso che la legge italiana riguardante il compost non è conforme alla normativa europea, la quale invece prevede l’etichettatura del prodotto finale, cioè l’indicazione su un’etichetta di cosa realmente contiene il digestato finale.
Nell’assemblea sono state avanzate diverse possibili soluzioni, come per esempio ricorrere al Tar, ma fino a quando l’impianto non entrerà in funzione non si potrà dimostrare che sia stato commesso un reato.
E’ inoltre intervenuto il Dottor Vincenzo Basile, Specialista in Cardiologia, consigliere all’opposizione, che ha portato la sua importante testimonianza sugli effetti di questi processi sulla salute, evidenziando inoltre il fatto che spesso i controlli effettuati sui compost sono interni alle ditte stesse.
Ma cos’è realmente un Biodigestore? Attribuendo all’impianto la parola Bio, si è tentato di accostarlo alla Green Economy. In teoria dovrebbe trasformare i rifiuti organici in energia pulita. Ma l’Osservatorio Ambientale non reputa questo impianto del tutto innocuo e senza rischi per la salute. I biogas prodotti infatti possono essere nocivi per i terreni e provocare la proliferazione di batteri dannosi per la salute. Bisogna poi tener presente che le imprese costruttrici ricevono generosi incentivi statali per la loro realizzazione. Sembra inoltre che un impianto con una forza lavoro di circa otto operai generi un reddito di oltre due milioni di euro all’anno.

A Giugliano il 16 e il 18 Marzo sono state giornate in cui si è cercato di fare chiarezza. In rete è possibile trovare i video integrali dei due eventi.
In entrambe le assemblee, molti liberi cittadini hanno preso la parola, hanno discusso, hanno avanzato proposte.
Ma a Giugliano la questione è molto più complicata di quanto sembri. Nella città molti operatori ecologici caricano sui loro camion ogni tipo di rifiuto, con la complicità di tanti cittadini.
Molti giuglianesi abbandonano selvaggiamente rifiuti ovunque. Si scaricano rifiuti speciali ovunque. La raccolta differenziata nella città è fra le più basse in assoluto, senza alcun termine di paragone.
Chi ha partecipato alle assemblee ha la preoccupazione che i biogas prodotti nella zona Asi possano entrare nei loro polmoni, così come fanno le polveri sottili delle loro auto, come fanno i gas sprigionati dai fuochi artificiali adoperati per festeggiare ogni sorta di ricorrenza, come i veleni emessi dalla spazzatura quando viene bruciata. Si spera che non siano proprio questi cittadini ad aver partecipato alle assemblee perché preoccupati del biodigestore. Quello è l’ultimo dei loro problemi.
Perché se così fosse, forse non hanno ben assimilato alcune elementari nozioni. Esistono mille modi per risolvere i problemi legati ai rifiuti e all’aria che respiriamo. Esistono parole, concetti come educazione, informazione, riciclo, riutilizzo, consapevolezza, che bisognerebbe iniziare ad imparare e a sperimentare. I rifiuti possono essere ridotti. In alcune città i rifiuti processati, rispettando tutti i criteri di sicurezza, producono ricchezza, nella nostra terra producono degrado.
Non si dovrebbe infine sottovalutare il potere che abbiamo quando entriamo in un seggio elettorale, il potere di dare il buon esempio per primi, il potere di dare risposte anche quando non ci viene fatta nessuna domanda.

Giovanna Angelino