Una “battaglia da fare a tutti i costi”

Vito Marotta e tutte le forze politiche sannicolesi a difesa di Ponteselice. Votata dal consiglio comunale, all’unanimità, una delibera in cui si esprime l’assoluta contrarietà alla localizzazione del biodigestore a ridosso del centro abitato.

 

Il Consiglio Comunale di San Nicola la Strada guidato da Vito Marotta ha manifestato, con tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, il suo totale dissenso allo scellerato ed irresponsabile disegno dei diabolici amministratori casertani di costruire un biodigestore per il trattamento dei rifiuti a ridosso di una città storicamente già massacrata da infami delitti ambientali.
La “manifestazione di dissenso alla realizzazione dell’impianto per il trattamento della frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti speciali e liquidi in località Ponteselice” era il quarto ed ultimo argomento in esame, il momento certamente più alto della riunione del massimo consesso civico del 25 maggio: le forze politiche sannicolesi tutte insieme a far capire ai “signori” di Caserta che la decisione di avvelenare la ridente Ponteselice, in territorio casertano ma a pochi passi dal centro abitato di San Nicola la Strada, è scelta folle e contraria a tutte le disposizioni legislative in materia di localizzazioni di impianti del genere.
Il sindaco Marotta, indomito paladino di una “battaglia da fare a tutti i costi”, ha ripercorso nel suo intervento tutte le tappe della vicenda, da LoUttaro in poi, ricordando soprattutto il consiglio comunale congiunto con San Marco Evangelista, l’ “alleanza” con Casagiove e Recale, nonché la recente marcia di protesta dello scorso 13 maggio (definita grosso flop solo da qualche solito diavolo che critica sempre tutto senza partecipare mai a niente).
Una scorrettezza istituzionale formalizzata”, “Il sito individuato, Ponteselice, è a ridosso delle nostre case”, “Non accettiamo lezioni da Caserta”, “Faremo valere ogni forma civile e democratica di protesta”: sono, queste, solo alcune delle legittime e fondate affermazioni del Primo Cittadino, i cui principi ispiratori costituiscono parte integrante ed esplicativa del testo di questa delibera che è stata sottoposta al voto dell’assemblea:


«"Manifestazione di dissenso alla realizzazione dell'impianto  per il trattamento della 
frazione organica, da raccolta differenziata dei rifiuti speciali e liquidi in località Ponteselice” 

Premesso che:

-la Regione Campania, con Delibera di Giunta Regionale n. 123 del 07/03/2017, avente ad oggetto: “Programmazione interventi di realizzazione impianti per il trattamento della frazione organica a valere sulle risorse FSC 2014/2020 – Settore Ambiente – intervento strategico impianti di trattamento della frazione organica, da raccolta differenziata dei rifiuti speciali e liquidi ha istituito per la realizzazione degli interventi, riportati nell’apposito documento allegato, il capitolo spesa n. 2940 nel bilancio gestionale 2017/2019, iscrivendo la somma complessiva di € 190.000.000,00;

-nell’Allegato 1 alla sopra menzionata Delibera di Giunta Regionale, tra i Comuni finanziati compare anche Caserta per un impianto con una capacità di 40.000 tonn./anno, per un costo complessivo stimato dell’intervento pari a € 26.500.000,00;

-
la Città di Caserta – Settore Ambiente ed Ecologia, in virtù della Delibera di Giunta Regionale di cui al punto precedente, con Determina Registro Unico n. 387 del 06/04/2017 – Determina Area n. 65 del 05/04/2017, ha affidato alla società ATHENA srl (P. IVA 04057810618) la redazione del relativo studio di fattibilità per un importo complessivo di € 39.500,00 oltre IVA 22%, da impegnare con successivo atto al bilancio 2017.

Rilevato che:

-la Legge Regionale n. 14 del 26/05/2016 “Norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti”, all’art. 23, comma 2, prevede che gli ATO sono delimitati in riferimento anche alla localizzazione e alla potenzialità autorizzata ed effettiva degli impianti di compostaggio e di trattamento meccanico manuale, attuali e programmati.

-Inoltre, in base all’art. 26, tra le competenze dell’Ente d’Ambito, vi sono: la predisposizione, l’adozione, l’approvazione e l’aggiornamento del Piano d’Ambito entro 60 giorni dalla sua costituzione in coerenza con gli indirizzi emanati dalla Regione e con le previsioni del PRGRU – attività di programmazione e predisposizione, quindi, assolutamente non ricadente in capo al Comune di Caserta;

-infatti, dalle risultanze dell’audizione sul tema tenutasi presso la III Commissione Speciale “Terra dei fuochi, bonifiche, ecomafie” e dalla successiva riunione del 05/05/2017 presso gli uffici dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania sono emersi dubbi circa la competenza del Comune di Caserta ed in merito alla presunta localizzazione in loc. “Ponteselice” e sono stati richiesti al Comune di Caserta ulteriori approfondimenti tecnici.

Atteso che:

-
l’Amministrazione Comunale di Caserta, con Delibera di Giunta Comunale n. 103 del 15/11/2016, nel rettificare la precedente Delibera n. 62 del 29/09/2016, stante quanto emerso dalla discussione nel Consiglio Comunale del 09/11/2016, ha assunto l’impegno di “costituire un gruppo di lavoro finalizzato ad informare in progress i consiglieri comunali sulle varie fasi del procedimento di realizzazione impianto, nonché di coinvolgere le amministrazioni dei comuni limitrofi, informandole sulle varie fasi del procedimento di realizzazione impianto”;

-
nessuno di tali impegni è stato mantenuto dall’Amministrazione Comunale del Capoluogo.

Verificato che:

-
Il sito individuato ricade nel territorio interessato dal Piano Territoriale Paesistico (PTP), approvato con Decreto Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 18 aprile 2000, ai sensi della Legge n. 431/1985 per “assicurare più efficace tutela su territori di notevole valore paesaggistico”.

-L’intera area de qua comprende l’asse viario monumentale che dalla Reggia attraversa Piazza Carlo III (campetti), il Viale Carlo III (vialone e galoppatoi) e la piazza Rotonda; tale asse viario monumentale “costituisce un elemento lineare di forte e pregevole connotazione del paesaggio”.

-
Il sito dista circa mt. 200,00 dal viale Carlo III, circa mt. 600,00 da Piazza Carlo III e circa mt. 850,00 dalla Reggia.

-
La zona, pertanto, è sottoposta alle Norme di tutela indicate da detto PTP che sono finalizzate, sostanzialmente, alla “protezione dei valori percettivi e di strutturazione del paesaggio di complessi ed assi monumentali …..”.

-
le stesse Norme stabiliscono le opere pubbliche ammissibili; quella che ci occupa non viene indicata e, pertanto, “non rientranti tra quelle ammissibili andranno delocalizzate in aree non incluse nell’ambito territoriale normato dal presente Piano Paesistico”.

Considerato che:

-
il Consiglio Comunale della Città di San Nicola la Strada condivide la necessità di completare il ciclo integrato dei rifiuti, con la previsione di nuovi impianti per il trattamento biologico della frazione organica dei rifiuti solidi urbani ed intende sostenere la Regione Campania e le altre Istituzioni coinvolte negli sforzi profusi in tale direzione;

-
al contempo, il Consiglio Comunale di San Nicola la Strada intende esprimere la forte preoccupazione e la conseguente contrarietà circa la localizzazione di un nuovo impianto di trattamento dei rifiuti che dovrebbe sorgere in loc. “Ponteselice”, in territorio della Città di Caserta, ma di fatto a ridosso del centro abitato del nostro Comune e delle Città di Casagiove e Recale;

-
come nel caso dell’Area denominata “Lo Uttaro”, anche per questa progettazione, è stata individuata la zona senza tenere in giusto conto i criteri di localizzazione, dettati dall’apposito Avviso pubblico per la presentazione di manifestazione d’interesse alla localizzazione degli impianti di compostaggio, tra cui la “distanza dai centri abitati (l’area è nel centro abitato di Caserta, San Nicola la Strada, Casagiove e Recale), la presenza di case sparse, l’uso e la vocazione del territorio”

-
le uniche vie di accesso al sito in questione sono rappresentate dalle due porte di accesso alla Reggia di Caserta (Uscita autostradale Caserta Nord – via Appia e Uscita autostradale Caserta Sud – viale Carlo III) che hanno una valenza storico - culturale, sociale e commerciale, incompatibile con l’impatto derivante dalla realizzazione di un impianto di compostaggio;

-
che il principale monumento dell’intera provincia di Caserta, la Reggia Vanvitelliana dista in linea d’aria poche centinaia di metri dalla prevista localizzazione dell’impianto;

-
che la Regione Campania ha ammesso ai finanziamenti altri Comuni della nostra provincia, tra cui Cancello ed Arnone, Casal di Principe, oltre al completamento dell’impianto di compostaggio di San Tammaro, le cui capacità, se potenziate, sono atte a soddisfare le esigenze dell’intero nostro territorio, con localizzazioni certamente più idonee e non contestate. 

Tutto quanto sopra rilevato e considerato

  • SI PROPONE DI DELIBERARE

    1. esprimere l’assoluta condivisione di procedere al necessario completamento del ciclo integrato dei rifiuti, con la realizzazione degli indispensabili impianti di trattamento;

    2. esprimere l’assoluta contrarietà alla paventata localizzazione in Caserta Loc. “Ponteselice”, stante la non rispondenza ai criteri stabiliti nell’Avviso pubblico della Regione Campania, circa la presenza di vincolo paesistico, la vicinanza ai centri abitati e la vocazione del territorio;

    3. invitare, per l’effetto, l’Amministrazione Comunale di Caserta alla individuazione di una proposta di localizzazione alternativa da formulare alla Regione Campania, fermo restando tutto quanto già approvato con la Delibera di Consiglio Comunale n. 52 del 10/10/2016;

    4. invitare, in ogni caso, l’Amministrazione Comunale di Caserta a dar seguito alla propria Delibera di Giunta Comunale n. 103 del 15/11/2016, in riferimento al coinvolgimento delle amministrazioni dei Comuni limitrofi;

    5. invitare la Struttura di Missione per lo smaltimento dei RSB a valutare l’opportunità di potenziare le capacità degli impianti già ammessi a finanziamento, al fine di soddisfare le esigenze reali dell’intero territorio provinciale e, conseguentemente, escludere le paventate localizzazioni di “Ponteselice” e “Lo Utttaro” nel territorio di Caserta;

    6. riservarsi di adire le Autorità Giudiziarie competenti qualora non si individuassero soluzioni alternative a quelle delle loc. “Ponteselice” e “Lo Uttaro”;


    -disporre la trasmissione della presente Deliberazione alle seguenti Istituzioni ed Autorità: Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’Ambiente, Presidente della Giunta della Regione Campania, Assessore Regionale all’Ambiente; Prefetto di Caserta, Presidente della Provincia di Caserta Presidente EdA Rifiuti della provincia di Caserta, Dirigente della Struttura di Missione per lo smaltimento dei RSB, Prefetto di Caserta, Presidente del Consorzio ASI di Caserta, ARPAC – Dipartimento provinciale di Caserta, Al Sopraintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Province di Caserta e Benevento, Al Direttore della Reggia di Caserta.»

    ll documento ha riscosso il favorevole giudizio tutte le forze politiche del consiglio comunale.
    Nicola D’Andrea ha detto che “la politica non c’entra” e quindi è giusto che si manifesti in questo modo il dissenso per una “infamità” perpetrata dal comune di Caserta.
    Giovanni Motta, capogruppo del Pd sannicolese, ha parlato di “fantasticherie” degli amministratori del capoluogo, leggendo anche questo documento di protesta consegnatogli dal Movimento Partecipazione Attiva:

    «NO ALLA LOCALIZZAZIONE E REALIZZAZIONE DEL BIODIGESTORE A CASERTA.

    NÉ A PONTESELICE NÉ A LO UTTARO!
    Il Sindaco di Caserta avv. Carlo Marino con Delibera di Giunta Comunale n. 103 del 15.11.2016, e a rettifica della Delibera G.C. n. 62 del 29.09.2016, ha attestato il preciso intento di localizzare e realizzare un impianto (BIODIGESTORE) per il recupero e la valorizzazione energetica della sola frazione umida dei rifiuti (FORSU) con produzione di energia da biogas ed ammendante agricolo.
    A tal fine ha fornito i necessari indirizzi politici al Responsabile del Settore Ambiente ed Ecologia del Comune di Caserta per la pianificazione e la localizzazione del sito in alternativa alla Zona ASI San Nicola la Strada (in località Lo Uttaro) inizialmente individuato, ma sul quale è stato costretto a far dietrofront, perché per legge area interdetta alla realizzazione di altri impianti per il trattamento a vario genere di rifiuti e perché fortemente compromessa dagli inquinamenti degli anni passati (anche se potrebbe essere riproposto nuovamente come sito qualora le analisi svolte dall’ARPAC su campioni del suolo del Foro Boario, mai andato in esercizio, dovessero risultare negative e/o entro i limiti di legge per gli inquinanti).
    Il Responsabile del Settore Ambiente ed Ecologia, recependo le indicazioni politiche, si è attivato, localizzando l’area per la costruzione del biodigestore nell’altra zona industriale del territorio di Caserta, ossia la Zona ASI Ponteselice, affidando con Determina Dirigenziale n. 387 del 06.04.2017 (e a fronte di un impegno di spesa di 39.500 Euro + IVA) alla ditta ATHENA S.r.l., società spin-off accademica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Caserta, la redazione dello studio di fattibilità per la realizzazione un impianto di trattamento rifiuti a digestione anaerobica da ben 40.000 tonnellate annue.
    Gli abitanti di San Nicola la Strada, ma anche quelli di Caserta città e dei comuni limitrofi, nutrono grosse perplessità e forti timori verso questo impianto, e per le seguenti ragioni:
    -i territori alla periferia di Caserta, ma geograficamente più prossimi alla nostra cittadina, negli ultimi 50 anni sono stati oggetto di sversamenti leciti e illeciti ed in maniera indiscriminata di rifiuti, in particolare pericolosi, con forti compromissioni dell’aria, del suolo, del sottosuolo e della falda acquifera (in molte zone vige ancora il divieto di emungimento di acqua dai pozzi);
    -
    il biodigestore, se dovesse essere realizzato a Ponteselice, verrebbe a trovarsi in una zona a ridosso di due grossi centri commerciali per la distribuzione alimentare, di un albergo, di un ristorante, di attività di servizi pubblici, produttive e similari, e soprattutto a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla Reggia, con enormi ripercussioni sia nel settore lavorativo che sul turismo, mentre se si optasse per la sua realizzazione in località Lo Uttaro, sarebbe altrettanto grave perché si verrebbe a trovare molto vicino al costruendo Policlinico, situazione a dir poco conflittuale tra i due siti;
    -
    si porrebbero in essere forti disagi di motilità sulle due principali arterie viarie, Via Nazionale Appia e Viale Carlo III, e rispettivi sbocchi autostradali, che si collegano con la località Ponteselice o, in subordine, sulla variante esterna di Caserta (tratta viaria Maddaloni-Santa Maria C.V) in uscita ed ingresso a Lo Uttaro, causati proprio dal transito degli innumerevoli veicoli che trasporteranno i rifiuti all’impianto provenienti da tutta la Campania (e non solo da Caserta e comuni limitrofi);
    -
    si presenterebbero criticità ambientali e sanitarie legate principalmente:
    a) alla qualità dei rifiuti in ingresso che, se non adeguata (in particolare per la presenza di elevate concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici), potrebbe contaminare il suolo e la catena alimentare, nonché immettere inquinanti in atmosfera;
    b) ai processi biologici che produrrebbero emissioni in atmosfera di composti volatili (molti dei quali maleodoranti), bioaerosol durante la lavorazione e digestato con presenza di microorganismi patogeni;
    c) all’uso energetico del biogas che rilascerebbero i tipici inquinanti associati alle combustioni;
    d) a problematiche varie che potrebbero sorgere da un’eventuale cattiva gestione del biodigestore, da possibili incidenti ambientali, da interruzioni per ragioni diverse (ad es. quale uno sciopero degli addetti protratto nel tempo).
    Recependo le preoccupazioni manifestate dai Cittadini, PARTECIPAZIONE ATTIVA dice:
    -
    NO alla localizzazione e realizzazione di impianti a qualsiasi titolo per il trattamento o lo smaltimento dei rifiuti a ridosso dei centri abitati di San Nicola la Strada e dei comuni limitrofi!
    -
    NO alla mala gestione del territorio, che fino ad oggi ha favorito solo le organizzazioni criminali, le speculazioni private e particolari interessi politici!
    -
    NO ad ulteriori tributi da versare in termini di salute e di vite spezzate!
    -
    NO ad altre violenze verso il nostro territorio e l’ambiente in genere!
    PARTECIPAZIONE ATTIVA dice anche:
    -
    SÌ ai biodigestori localizzati nei territori a vocazione prettamente agricola e realizzati lontani dai centri urbani densamente abitati!
    PARTECIPAZIONE ATTIVA ritiene che i Cittadini devono ritornare ad essere padroni della propria esistenza, riappropriarsi dei loro territori senza il terrore di altri disastri, ma soprattutto riproporre un ambiente sano da lasciare in eredità alle generazioni future!» 
     
    Interessantissimo anche l’intervento del consigliere Federico De Matteis, che ha posto l’accento sui danni del biodigestato, ciclo preferito rispetto a quello …politicamente “meno conveniente” del compostaggio…: «Noi siamo contro gli impianti come il biodigestore anaerobico con valorizzazione energetica del rifiuto -ha detto il capogruppo del Movimento 5 Stelle- perché riteniamo che abbia due importanti criticità: la prima è costituita proprio dalla "valorizzazione energetica", che in sostanza significa che bruciare il biogas prodotto dalla digestione anaerobica dell'umido comporta la produzione di sostanze volatili che in determinate condizioni possono essere inquinanti (infatti sono classificati come azienda insalubre di prima classe) soprattutto se la qualità dell'umido non è ottimale; la seconda è la produzione finale del processo di digestione anaerobica chiamato "digestato", che presenta un'alta concentrazione di batteri (la digestione anaerobica è fatta proprio dai batteri in particolari condizioni di pressione, temperatura e assenza di ossigeno ossia in condizioni non naturali) e che è un materiale inutilizzabile da smaltire in discarica. Noi siamo per il compostaggio che è una pratica naturale e molto più sostenibile: si tratta di impianti che favoriscono la scomposizione della materia organica da parte dei microrganismi in condizioni naturali con il risultato finale di produrre materia riutilizzabile come concime nota come compost; nulla di più di quello che avviene in natura. La differenza, quindi, è fondamentale: i biodigestori anaerobi sono impianti insalubri che producono sostanze volatili inquinanti ed un prodotto finale inutilizzabile e potenzialmente a rischio per la forte carica batterica, ma sono molto convenienti dal punto di vista economico perché producono energia da biogas ed hanno cicli produttivi più serrati. I siti di compostaggio, invece, sono meno convenienti economicamente perché hanno cicli produttivi più lenti e non producono energia ma non inquinano e danno un prodotto finale riutilizzabile ed assolutamente naturale».

    A seguire, gli interventi del consigliere Sergio Pascarella, che ha parlato della “giovane” società, “nata nel 2015”, a cui Caserta ha affidato il compito di effettuare lo studio sul biodigestore, nonché quello di Eligia Santucci, capogruppo di Strada Nuova.

    La delibera è stata approvata all’unanimità!

    E’ stata, questa, la risposta più forte a chi vuole creare “una risorsa per Caserta” sulla pelle dei sannicolesi.
    Non si illudano, dunque, quei tizi di Caserta
    che qualche anno fa, quando non comandavano, facevano le marce di protesta contro i biodigestori e lottavano contro le ingiustizie sociali perpetrate dai politici al potere…
    I sannicolesi sono abituati a battersi con tutte le armi che la civiltà e la democrazia mettono a loro disposizione per salvaguardare il proprio diritto alla salute.
    La lotta sarà dura e lunga e non si sa come finirà: anche perché, nel frattempo, ma speriamo di no, qualcuno potrebbe anche ammalarsi.


    Nicola Ciaramella

     (nella foto: il sindaco Marotta, al centro, con alla sua sinistra il presidente del consiglio comunale Schiavo, e i capigruppo e consiglieri che sono intervenuti prima dell'approvazione unanime della delibera: De Matteis, D'Andrea, Motta, Pascarella e Santucci)