“NÉ A PONTESELICE NÉ A LO UTTARO!“

Partecipazione Attiva ribadisce
«NO ALLA LOCALIZZAZIONE E REALIZZAZIONE DEL BIODIGESTORE A CASERTA!”

 

Il Sindaco di Caserta avv. Carlo Marino con Delibera di Giunta Comunale n. 103 del 15.11.2016, e a rettifica della Delibera G.C. n. 62 del 29.09.2016, ha attestato il preciso intento di localizzare e realizzare un impianto (BIODIGESTORE) per il recupero e la valorizzazione energetica della sola frazione umida dei rifiuti (FORSU) con produzione di energia da biogas ed ammendante agricolo. A tal fine ha fornito i necessari indirizzi politici al Responsabile del Settore Ambiente ed Ecologia del Comune di Caserta per la pianificazione e la localizzazione del sito in alternativa alla Zona ASI San Nicola la Strada (in località Lo Uttaro) inizialmente individuato, ma sul quale è stato costretto a far dietrofront, perché per legge area interdetta alla realizzazione di altri impianti per il trattamento a vario genere di rifiuti e perché fortemente compromessa dagli inquinamenti degli anni passati (anche se potrebbe essere riproposto nuovamente come sito qualora le analisi svolte dall’ARPAC su campioni del suolo del Foro Boario, mai andato in esercizio, dovessero risultare negative e/o entro i limiti di legge per gli inquinanti).
Il Responsabile del Settore Ambiente ed Ecologia, recependo le indicazioni politiche, si è attivato, localizzando l’area per la costruzione del biodigestore nell’altra zona industriale del territorio di Caserta, ossia la Zona ASI Ponteselice, affidando con Determina Dirigenziale n. 387 del 06.04.2017 (e a fronte di un impegno di spesa di 39.500 Euro + IVA) alla ditta ATHENA S.r.l., società spin-off accademica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Caserta, la redazione dello studio di fattibilità per la realizzazione un impianto di trattamento rifiuti a digestione anaerobica da ben 40.000 tonnellate annue.
Gli abitanti di San Nicola la Strada, ma anche quelli di Caserta città e dei comuni limitrofi, nutrono grosse perplessità e forti timori verso questo impianto, e per le seguenti ragioni: -i territori alla periferia di Caserta, ma geograficamente più prossimi alla nostra cittadina, negli ultimi 50 anni sono stati oggetto di sversamenti leciti e illeciti ed in maniera indiscriminata di rifiuti, in particolare pericolosi, con forti compromissioni dell’aria, del suolo, del sottosuolo e della falda acquifera (in molte zone vige ancora il divieto di emungimento di acqua dai pozzi);
-il biodigestore, se dovesse essere realizzato a Ponteselice, verrebbe a trovarsi in una zona a ridosso di due grossi centri commerciali per la distribuzione alimentare, di un albergo, di un ristorante, di attività di servizi pubblici, produttive e similari, e soprattutto a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla Reggia, con enormi ripercussioni sia nel settore lavorativo che sul turismo, mentre se si optasse per la sua realizzazione in località Lo Uttaro, sarebbe altrettanto grave perché si verrebbe a trovare molto vicino al costruendo Policlinico, situazione a dir poco conflittuale tra i due siti;
-si porrebbero in essere forti disagi di motilità sulle due principali arterie viarie, Via Nazionale Appia e Viale Carlo III, e rispettivi sbocchi autostradali, che si collegano con la località Ponteselice o, in subordine, sulla variante esterna di Caserta (tratta viaria Maddaloni-Santa Maria C.V) in uscita ed ingresso a Lo Uttaro, causati proprio dal transito degli innumerevoli veicoli che trasporteranno i rifiuti all’impianto provenienti da tutta la Campania (e non solo da Caserta e comuni limitrofi);
-si presenterebbero criticità ambientali e sanitarie legate principalmente:
a) alla qualità dei rifiuti in ingresso che, se non adeguata (in particolare per la presenza di elevate concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici), potrebbe contaminare il suolo e la catena alimentare, nonché immettere inquinanti in atmosfera;
b) ai processi biologici che produrrebbero emissioni in atmosfera di composti volatili (molti dei quali maleodoranti), bioaerosol durante la lavorazione e digestato con presenza di microorganismi patogeni;
c) all’uso energetico del biogas che rilascerebbero i tipici inquinanti associati alle combustioni;
d) a problematiche varie che potrebbero sorgere da un’eventuale cattiva gestione del biodigestore, da possibili incidenti ambientali, da interruzioni per ragioni diverse (ad es. quale uno sciopero degli addetti protratto nel tempo).
Recependo le preoccupazioni manifestate dai Cittadini, PARTECIPAZIONE ATTIVA dice:
-NO alla localizzazione e realizzazione di impianti a qualsiasi titolo per il trattamento o lo smaltimento dei rifiuti a ridosso dei centri abitati di San Nicola la Strada e dei comuni limitrofi!
-NO alla mala gestione del territorio, che fino ad oggi ha favorito solo le organizzazioni criminali, le speculazioni private e particolari interessi politici!
-NO ad ulteriori tributi da versare in termini di salute e di vite spezzate!
-NO ad altre violenze verso il nostro territorio e l’ambiente in genere!
PARTECIPAZIONE ATTIVA dice anche:
-SÌ ai biodigestori localizzati nei territori a vocazione prettamente agricola e realizzati lontani dai centri urbani densamente abitati!
PARTECIPAZIONE ATTIVA ritiene che i Cittadini devono ritornare ad essere padroni della propria esistenza, riappropriarsi dei loro territori senza il terrore di altri disastri, ma soprattutto riproporre un ambiente sano da lasciare in eredità alle generazioni future!» 

(Lettera del Movimento “Partecipazione Attiva” letta dal capogruppo del Pd di San Nicola la Strada, Giovanni Motta, nel corso del consiglio comunale del 25 maggio 2017)