Gen. Di Mauro: “San Nicola la Strada deve incamminarsi nella scoperta artistica di se stessa”





Un nostro illustre concittadino parla delle evoluzioni politico-culturali locali e nazionali in
relazione ai problemi sismici


«Il particolare lavoro, svolto in numerose parti del nostro Paese, mi ha offerto il privilegio di porre particolare attenzione al rapporto tra le realtà locali e la dimensione nazionale, osservando la capacità di molti piccoli centri di esprimere con forza la propria identità, senza, tuttavia, incorrere in un etnocentrismo, spesso autoimposto, serio ostacolo alla reale evoluzione della società. Lo scambio deve essere concreto e la sinergia politica delle amministrazioni locali deve superare il limite dell’ideologia, a volte di comodo».
Il Generale Emanuele Di Mauro (nato a Vercelli il 1945), esperto di evoluzioni politico-culturali locali e nazionali in relazione ai problemi sismici in Italia, è residente a San Nicola la Strada ormai da alcuni anni, dopo numerose esperienze di servizio su buona parte del territorio nazionale (Piemonte, Lombardia, Friuli, Lazio, Campania), iniziando dalla gioventù nell’Accademia Militare di Modena.
Il servizio del Generale si svolge, essenzialmente, in Italia, offrendogli la possibilità di rilevare, nelle realtà locali, specifiche dinamiche settoriali che, pur simili in buona parte della penisola, appaiono, invece, differenziate sia nelle risposte degli amministratori, sia nei comportamenti degli abitanti.
Negli anni settanta Di Mauro è in Calabria, col suo plotone, per controllare la linea ferroviaria Palmi - Bagnara Calabra, nell’ambito dei moti conseguenti alla scelta del capoluogo della Regione. Ha partecipato, poi, a diverse operazioni di soccorso alle popolazioni colpite da eventi sismici, nel Friuli (anni Settanta), in Irpinia e in Italia Centrale (anni Ottanta): «Bisogna esserci per capire. Bisogna vivere le situazioni di disagio. Bisogna condividere il dolore dei superstiti ed apprezzare la loro dignità, proponendo soluzioni immediate».
La sensibilità analitica e l’abilità di gestione lo accompagnano, attraverso i vari gradi, nel corso di diversi incarichi: Tenente nel 68° Reggimento “Legnano”, in Monza (1970-1973), Capitano sia nel 114° Reggimento, in Tricesimo (Udine) sia nell’80° Battaglione f. “Roma”, in Cassino, Comandante del 231° Battaglione f., in Avellino, (1987-1989), Capo Ufficio Personale del Comando Regione Militare Meridionale (anni Novanta), Comandante del Distretto Militare di Caserta (1999-2000), Vice Comandante della Leva e Mobilitazione, in Napoli e Presidente della Commissione, presso la Scuola di Foligno, per la valutazione degli Ufficiali in s.p. da assumere nell’Esercito Italiano.
Per la competenza dimostrata e le benemerenze riportate, gli sono state conferite le onorificenze di “Cavaliere” e di “Ufficiale”, ricevendo anche la Medaglia “Mauriziana” al merito della carriera militare. Verso il 2000 Di Mauro è promosso Generale di Brigata e sei anni dopo è collocato nella posizione della “riserva”, dopo essere passato da quella di “ausiliaria”.
Una prospettiva ampia e diversificata, da condividere con la moglie Margherita Quarantiello, sempre presente ed attenta, pluripremiata artista presepiale, impegnata da sempre nel difficile equilibrio tra tradizione e interpretazione.
Il Generale ci racconta come: «San Nicola la Strada deve incamminarsi nella scoperta artistica di se stessa. L’arte è il metro di misura dello stato di buona salute di ogni realtà cittadina; bisogna, però, promuoverla, sostenerla ed interessare ad essa, soprattutto, i giovani. Gli eventi sismici di una trentina d’anni fa, tra l’altro, hanno prodotto un potente riflesso nell’inconscio della popolazione, ed hanno costituito la base per la creazione di quello strumento ”la protezione civile”, adibito, oggi, al soccorso della gente ed alla salvaguardia delle opere d’arte. Io ero lì ed ho potuto notare, nelle diverse realtà, la difformità di comportamento delle popolazioni, di fronte alla tragedia: forte volontà di ricominciare, risolutezza e determinazione di aiutare le unità di soccorso, al nord, immobilismo ed attesa di aiuti, al sud. Tutti devono rendersi responsabili in simili circostanze, tanto che, oggi, molti, giovani e non giovani, contribuiscono ad aiutare i più sfortunati, allontanandosi per giorni dal quotidiano. E’ crescere. E’ cambiare. E’ acquisire quel quid, che poi torna a casa e resta con noi rafforzandoci. Occorre comprendere i sentimenti di amore per il prossimo e premiare il merito, senza enfatizzare ciò che si è fatto; bisognava farlo».

Antonio Dentice d’Accadia