Il club del libro nella città paese

Giugliano, un paese che diventa città o quasi… fra movida, cultura e ignoranza

 
“Club del libro”. Da non molti anni sui social network si sono diffusi gruppi con questo nome. L’intento è quello di creare occasioni di aggregazione. Esiste il club del libro in diverse città e il sistema funziona allo stesso modo: sul gruppo si propongono titoli da leggere che verranno scelti dai membri con un sondaggio. Dopo aver letto il testo, ci si incontra davanti ad un caffè e si condividono le emozioni che l’esperienza della lettura ha trasmesso a ciascuno. A Giugliano il club del libro nasce a marzo 2014 e i primi incontri avvengono in un bar sul “doppio senso”, fra Giugliano e Villaricca. “Eravamo in tanti all’inizio” spiega Marianna Abbate, che insieme ad Amalia Pianese e Andrea Pianese sono i soci fondatori e i “sopravvissuti” del club.
Amalia ci spiega come è nata l’idea del club e perché la partecipazione iniziale è diminuita (mancanza di stimoli, di una sede fissa o altro). Abbiamo chiesto a Marianna con quali prospettive è nato il club del libro, se durante il tempo queste sono cambiate. Ci sono progetti per il futuro?
Marianna ci parla delle difficoltà che un’iniziativa culturale incontra in un paese come Giugliano:
«La decisione di fondare un club del libro nella nostra città è nata non solo dal desiderio di incontrarci con altri amanti della lettura, ma anche dalla consapevolezza che in una città tanto grande non potesse mancare un’iniziativa volta allo sviluppo ed al confronto. Tali iniziative infatti sono presenti in molte città d’Italia. In un anno e mezzo circa siamo riusciti ad organizzare in media un incontro ogni due mesi. Purtroppo nonostante la pubblicità dell’iniziativa, il numero dei cosiddetti “clubbini”, così siamo soliti chiamarci, oscilla tra “i soliti” e qualche visitatore saltuario».
«E’ importante che il club possa continuare a crescere» -continua Marianna- «Questo non solo per l’arricchimento personale di chi vi partecipa ma anche per continuare a tenere vivo il confronto ed incentivare la lettura, un’attività che si va via via perdendo».
Da alcuni anni Giugliano sembra vivere una primavera felice, con la rinascita di alcune piazze. Le amministrazioni comunali, infatti, le hanno ristrutturate abbellendole perfino con fontane sontuose e opere in marmo. Un paese che diventa città o quasi; da allora le strade del centro si popolano, nascono numerosi locali, pizzerie e vinerie molto frequentate.
Ma le strade sono sicure? Giugliano è una città o un paese? Nelle più grandi metropoli dopo cena si passeggia tranquillamente fra le strade, si incontrano amici e si chiacchiera, si vive in modo pieno la città e lo scambio culturale è continuo.
Per Giugliano non è proprio così. Sembra essere da sempre in bilico fra il paradiso e l’inferno. A piazza Gramsci riapre dopo molto tempo il bar “chalet”, che diventa fin da subito un punto di ritrovo, soprattutto da quando ospita numerosi eventi culturali.
La piazza è grande ed è fornita anche di giochi per i più piccoli, ma riflette la triste realtà di una città che si sente sempre paese, nonostante tutto. Il club del libro, che si riunisce periodicamente quasi tutti i mesi, discute sul significato e sulla bellezza della cultura da un lato, autori autorevoli che presentano le loro opere, dall’altro. Poco distanti da queste realtà, giovani anime innocenti giocano sotto gli occhi dei genitori, mentre spacciatori vendono la morte, baby gang offrono agli occhi indifferenti dei passanti lo spettacolo più spietato della violenza e della prepotenza gratuite.
Piazza Gramsci diventa un quadro disegnato su una continua altalena fra prepotenza e bullismo, fra cultura e ignoranza. Piccole isole di cultura restituiscono solo un’immagine apparente di un paese che forse non diventerà mai una metropoli; questo lo si capisce dai pregiudizi, dai pettegolezzi, da automobilisti che inventano corsie immaginarie sorpassando ovunque senza rispetto né il minimo riguardo. Lo si capisce dalla mancanza di sicurezza, dall’indifferenza e dalla rassegnazione che sono il peggiore dei mali. Lo si capisce dalla grande inciviltà che trapela da certi qualunquismi, dalla corruzione, dal degrado, dal “tirare a campare” e dal disarmante “tanto è così”. Il primo luglio scorso, però, il centro della città ha vissuto la notte bianca, in occasione dei saldi: strade in festa, tanta cultura, spettacoli e divertimento per alzare il volume e coprire tutto quanto. Il libro che accompagnerà i clubbini questa estate è “L’ombra del vento” di Zafon, per chi volesse partecipare al prossimo incontro.

Giovanna Angelino


Nella foto in alto, Amalia Pianese e Marianna Abbate