Non c’è vigilia senza “ ’A lummenera”

5 dicembre, vigilia di San Nicola. Come ogni anno, la Pro Loco rinnova la più antica tradizione sannicolese. Appuntamento alle ore 17.30 in Villetta.


La Pro Loco con il presidente Carlo D’Andrea e i suoi associati, l’Amministrazione comunale con il sindaco Vit
o Marotta in testa, i volontari del Nucleo della Protezione Civile guidati da Ciro De Maio, l’Atletica San Nicola con il presidente Angelo Marino e i suoi instancabili podisti, i Volontari della Villa Comunale, nonché i tantissimi cittadini che, come sempre, non faranno mancare la loro partecipazione, saranno, martedi 5 dicembre, di degna cornice all’evento annuale in cui si rinnova la più antica, forse, delle tradizioni sannicolesi, certamente quella che più di altre resiste ai tempi.
’A lummenera ‘e Santu Nicola”: l’appuntamento immancabile della vigilia di San Nicola è alle ore 17.30 nella villa comunale di Santa Maria delle Grazie, nella zona antistante l’Osservatorio Meteoambientale.
La “Lummenera”,
per quanti ancora non lo sanno e per evitare di riferire sciocchezze, era un antico rito propiziatorio, un grande falò acceso nella serata che precede la ricorrenza di San Nicola, il Santo Patrono della città di San Nicola la Strada; il fuoco veniva acceso proprio per far sì che il veneratissimo San Nicola portasse con sè prosperità e benessere. Come negli ultimi anni, a dare un tocco di ulteriore suggestione alla manifestazione ci penseranno i soci dell’Atletica San Nicola, che porteranno una fiaccola attraverso le strade della città fino alla Villetta, dove il sindaco darà il via al grande falò accendendo una catasta di legna accuratamente predisposta dagli organizzatori.
La tradizione -
quella che emerge dai pochi documenti esistenti pubblicati nei libri e negli articoli di storici e giornalisti locali, ma soprattutto quella che viene riportata per viva testimonianza di sannicolesi meno giovani- racconta che molti, molti anni fa, quando San Nicola la Strada era un piccolo borgo agricolo con pochi e laboriosi abitanti tutti dediti alla coltivazione della terra, la sera del 5 dicembre, sui versi della filastrocca “Suonno si viene, viene alla buon’ora all’ora ca’nasceva Santu Nicola”, ci si riuniva intorno al fuoco, in tutti gli angoli delle principali strade del paese.
Si faceva a gara, nei due quartieri storici della città, ovvero dal “Tuorno” (la Rotonda) al “Trivice” (la piazza davanti al municipio da cui si diramavano ‘A via ‘a maronna , Via XX Settembre, ‘A via ‘e pagliare, Via De Gasperi, e ‘A via ‘a roce, cioè Via Santa Croce), per allestire le “lummenere” più grandi, più luminose e più durevoli.
Era soprattutto un momento di gioia per gli abitanti. Intorno al fuoco i vecchi (molto rispettati e dei quali si riconosceva la “saggezza”) raccontavano i “cunti”, cioè episodi accaduti
ad altri o personalmente vissuti, dai quali si volevano trarre insegnamenti per chi ascoltava; i bambini e i ragazzi organizzavano giuochi; i giovani ballavano e allietavano la serata con le “tammurriate”. Momenti di allegria per tutti, riempiti di assaggi di vino nuovo, di piatti di pettole e fagioli e di abbuffate di dolci fatti in casa. Momenti, indubbiamente, di grande, concreta socializzazione per tutti, vissuti all’insegna della semplicità.
Una tradizione, insomma, che gli organizzatori tendono a salvaguardare e conservare, in quanto patrimonio della cultura e delle tradizioni di un paese che, nonostante i notevoli cambiamenti degli ultimi decenni, vuole fortemente rimanere legato alla sua storia.

Nicola Ciaramella