Fare Ambiente e Practical School nel nome dell’ “identità del territorio”

Si è svolto, presso il noto centro di formazione professionale, un interessante convegno sulle “frodi agroalimentari” tenuto dai principali esponenti del Movimento Ecologista Europeo per lo Sviluppo Sostenibile presieduto dal Prof. Vincenzo Pepe.

 

Promosso dal Coordinamento Nazionale di “Fare Ambiente”, si è svolto, il 19 febbraio, presso la sala multimediale del Centro di Formazione Professionale Practical School nella zona industriale Asi di Caserta, un convegno sul tema “Frodi agroalimentari: prospettive e scenari professionali”.
L’evento, che si è snodato attraverso i pregevoli interventi dei maggiori rappresentanti dell’importante movimento ecologista europeo, è stato anche l’occasione per presentare la candidata alle prossime elezioni politiche di marzo, Anna Zollo, che di Fare Ambiente è responsabile scientifico dell’Ufficio Studi e Ricerche, e per porgere gli auguri al “maestro pizzaiolo” Giuseppe Vitiello, fresco vincitore per la sua categoria del sondaggio nazionale “Italia a Tavola”, che proprio presso Practical School ha frequentato il corso di qualificazione professionale.

L’ “identità” del territorio italiano, e della Campania in particolare, quale valore aggiunto in un processo che mira al riconoscimento della qualità dei prodotti agroalimentari e delle professionalità in tema di enogastronomia: queste, sostanzialmente, le linee sulle quali si è sviluppato l’interessantissimo incontro, che ha visto nelle vesti di abile coordinatore il giornalista Vincenzo Scatola, attuale commissario coordinatore per Napoli e provincia di Fare Ambiente.

A prendere per primi la parola il dr. Mario Aglione, direttore del centro Practical School («La speranza è di conquistare il mercato sia con le professionalità che con i nostri prodotti”) e il presidente regionale di Fare Ambiente, Avv. Francesco Della Corte.

Poi, a catturare l’attenzione, l’intervento del presidente nazionale Prof. Vincenzo Pepe, figura carismatica del Movimento, impegnato nella materia sin dagli inizi degli anni ’90, docente universitario specializzato in diritto dell’ambiente, formatore di tantissimi studenti, molti dei quali poi diventati illustri personalità in svariati campi della cultura e dell’impegno sociale: «Difendere il nostro territorio e i suoi prodotti dalla minaccia della frode e della contraffazione rappresenta un volano per lo sviluppo del reddito e dell’occupazione per i giovani. Noi abbiamo delle risorse che sono importantissime e bellissime per il nostro territorio. Abbiamo una identità come territorio. Una identità non solo culturale, ma anche in termini di risorse naturali, una identità enogastronomica. Se tutti quanti insieme noi facciamo uno sforzo, se tutti quanti insieme valorizziamo adeguatamente l’enogastronomia, noi non solo il Made in Italy per identità lo possiamo portare nel mondo, ma possiamo rimanere qua. Noi abbiamo delle grandi potenzialità che devono assolutamente essere utilizzate. Bisogna crederci, bisogna sfruttarle, perché questo può essere lo sviluppo reale».
Il Prof. Pepe ha poi toccato il tema pregnante della “tracciabilità” del prodotto.
«Il “racconto” è alla base della dieta mediterranea -ha proseguito l’eminente studioso- perché è di fondamentale importanza, per chi si siede al tavolo di un ristorante, poter raccontare cosa ha mangiato, da dove viene quello che ha mangiato, ovvero conoscere il percorso identificativo dei prodotti elencati nel menu. Dove troviamo solo la semplice denominazione della portata ed il suo prezzo… Raramente c’è scritto altro. Abbiamo chiesto al sottosegretario all’agricoltura di redigere una proposta di legge per sancire l’obbligo di indicare la provenienza di quanto esposto nei menu. Quando si racconta la provenienza di un prodotto si racconta l’identità di un territorio. E questo è un valore aggiunto. E se non è vero quello che si scrive sul menu, allora è una truffa, è frode. Questa legge sarebbe un salto di qualità. Perché l’identità è riconoscersi senza conoscersi: non solo attraverso la lingua, l’aspetto, ecc., ma anche attraverso i nostri prodotti».

Il Made in Italy sia sempre più riconosciuto, insomma, anche attraverso i prodotti italiani, come la pizza, giustamente assurta a patrimonio Unesco. L’orgoglio della nostra identità. Orgogliosi di essere meridionali: doverosi gli applausi ed i consensi del pubblico che ha assistito con grande attenzione alle parole del Prof. Pepe, al quale va ascritto il pregio di una capacità di dialogo e di comunicazione certamente non comuni e che fanno di lui e del Movimento che rappresenta una garanzia assoluta di impegno in uno dei settori dove deve farsi maggiormente sentire la voce trainante di coloro che si battono per la sostenibilità dell’ambiente, per la salute e per il miglioramento della vita.

A condivisione e testimonianza del bellissimo discorso del Prof. Pepe, si sono poi susseguiti gli interventi della candidata alla camera Anna Zollo,
grande esperta della materia e responsabile dell’Ufficio Studi e Ricerche di Fare Ambiente, del “maestro pizzaiolo” Giuseppe Vitiello e dei rappresentanti delle note aziende alimentari Torrente e Molino Magri.

Molto simpatica la conclusione della serata con una dimostrazione pratica, per il piacere degli ospiti e del pubblico, di come si fa una eccellente pizza napoletana. Protagonisti ed interpreti di un gustosissimo spettacolo il "maestro" Vitiello e alcuni pizzaioli che hanno ottenuto il diploma professionale presso la scuola-laboratorio di Practical School.

Nicola Ciaramella

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