La bellezza salverà Liternum

Le meraviglie di Giugliano dai tesori del Santuario ai resti antichi della città di Scipione

 

Giugliano in Campania si trova in provincia di Napoli; oltre 120 mila sono i suoi abitanti con un territorio vastissimo che si estende dal centro alla periferia, al litorale Varcaturo e Licola Mare, infine lago Patria.

Liternum era il suo antico nome, quando da colonia romana sorgeva presso il lago Patria. La sua storia risale al 194 a.c. quando Scipione l’Africano si stabilì con i legionari reduci dalla seconda guerra punica. La colonia romana fu il luogo dove Scipione decise di rifugiarsi e morì, deluso dalla politica romana (accusato di aver trattenuto 500 talenti ) e dopo aver pronunciato le parole “Ingrata Patria non avrai le mie ossa”. Molti anni dopo solo alcuni frammenti dell’epigrafe incisa in latino furono ritrovate fra i resti della città: “ta Patria nec”, per cui il luogo prese il nome di Patria, lago Patria, oggi abbandonato ad un pietoso stato di degrado. Nel territorio giuglianese si trovano numerosi siti archeologici che testimoniano, oltre al passaggio di Scipione, quello dei Gracchi; in queste terre Seneca passò numerosi anni in meditazione. Il sito archeologico dove Scipione fondò la colonia, strattonato fra il comune di Giugliano e la Sovrintendenza, è stata meta di selvaggi picnic e la richiesta del Centro Nazionale Sportivo Fiamma di poterne fare meta di visite guidate e percorsi storici si è infranta contro un muro di scartoffie e burocrazia insormontabile.

Solo l’anno scorso, grazie anche alla città metropolitana di Napoli e al sindaco Luigi De Magistris, sono stati stanziati fondi per la messa in sicurezza del sito, un primo passo per un recupero che aspettava da troppi anni. Sembra quasi sentire riecheggiare ancora oggi le parole del grande condottiero che sconfisse Annibale: “Ingrata patria”. E la sua sventura, purtroppo, continua anche dopo la morte.

Nel periodo fascista furono portati alla luce alcuni resti della necropoli e delle mura cittadine, il teatro, la basilica e l’Ara di Scipione. Le ricerche però non hanno mai portato alla scoperta della tomba del condottiero; molti pensano che i resti di Scipione siano seppelliti sotto tonnellate di cemento abusivo. Già, perché una mentalità locale più o meno diffusa preferisce costruire selvaggiamente su siti archeologici di inestimabile valore o addirittura stenderci una tovaglia per una scampagnata domenicale e tenere ben nascosti dipinti di rara bellezza e altissimo pregio.

Qual è il risultato? Di che proporzione l’occasione mancata? Culturale? Artistica? Storica? Magari anche economica e lavorativa?

Purtroppo chi sente parlare di Giugliano spesso non ne sente parlare in termini positivi; la città è nelle mani della criminalità locale, purtroppo. Si fa poco per recuperare una cultura e una storia che appartengono a tutti i cittadini. Qualsiasi amministrazione, di qualunque colore politico, in questo luogo deve affrontare problematiche molto complesse; non è per nulla facile amministrare questa città, tanto è vero che per alcuni anni il comune è stato gestito da commissari, a causa di infiltrazioni camorristiche. Giugliano oltre al sito di lago Patria ha anche un patrimonio artistico immenso; molte, infatti, sono le chiese che risalgono al ‘500 e al ‘600 e nonostante gli ammodernamenti e le ristrutturazioni non hanno perduto nel tempo la loro grande bellezza artistica e culturale.

Con una breve incursione nel presente viene naturale chiedersi perché a Giugliano non esiste un cinema, non c’è l’università e nemmeno un tribunale. Perché questa città non può crescere, riscattarsi, fare quel salto di qualità che la porterebbe allo stesso livello civile, culturale e artistico di ogni grande metropoli?

Il Santuario dell’Annunziata, per anni oggetto di polemiche, per le eterne impalcature ormai parte integrante della chiesa da secoli nei secoli (decenni ormai), sembra essere arrivato ad una svolta. La chiesa custodisce dipinti “abbandonati”, tele che in un’altra città sarebbero promosse a simbolo culturale e artistico e diverrebbero meta di visite guidate. Il Santuario dell’Annunziata costruito in stile barocco ha al suo interno dipinti che risalgono al periodo Aragonese, opere realizzate nel ‘500, altre tele che risalgono al XV e XVIII secolo, realizzate da artisti del calibro di Carlo Sellitto e Massimo Stanzione. Giuseppe Astarita progettò l’altare maggiore con l’aiuto di Bartolomeo Vecchione. Il soffitto abbellito da cinque dipinti, realizzati da Domenico Lama, Giovan Antonio Amato, Giovanni Vincenzo Forlì. Accanto alla facciata della chiesa si trovano il campanile e l’ex ospedale. Il Santuario fu costruito in un’epoca non nota come cappella dell’ospedale, ragion per cui oggi è di proprietà dell’Asl napoli 2, la quale rimbalza le responsabilità circa la conclusione della ristrutturazione della chiesa.

In questi giorni il sindaco di Giugliano, il dott. Antonio Poziello, ha reso noto che sono state avviate le pratiche per il passaggio della proprietà al comune di Giugliano, per poter avviare finalmente i lavori di restauro e restituire alla città il pregio che merita.

Che si sia iniziato un nuovo percorso con il recupero dell’antica Liternum e l’attenzione per il Santuario dell’Annunziata ce lo auguriamo. Giugliano deve diventare un luogo da visitare e non una città da cui scappare. Che la bellezza, dopo tanto squallore, salvi Liternum lo speriamo. E che la storia, la tradizione e la cultura vengano finalmente valorizzate iniziando dal presente.


Giovanna Angelino