Rassegna teatrale 2018: è la volta della Compagnia “Il Sipario”

Sabato 16 giugno in scena all’Arena di San Nicola la Strada la commedia E' asciuto pazzo 'o parrucchiano

 

Secondo week-end con la Rassegna teatrale 2018 all’Arena Comunale “Ferdinando II” di San Nicola la Strada.
Sabato 16 giugno è la volta della Compagnia “Il Sipario”, che porta in scena la commedia di Gaetano Di Maio
E' asciuto pazzo 'o parrucchiano” con la regia di Enzo Varone.

La compagnia è nata nel 1994 come Gruppo Teatrale del Circolo Giovani per Casapulla portando in scena atti unici di De Filippo e Petito. Il suo percorso teatrale ha vissuto il momento più importante quando, grazie al “traghettatore” Gianfranco Tecchia (poi diventato direttore artistico), ebbe ad integrarsi, nel 2004, nell' “Associazione culturale Orizzonti” assumendo l’attuale denominazione de “Il Sipario”. Da lì iniziano varie collaborazioni, che hanno portato la compagnia a vincere, nel 2005, il primo premio al Teatro Festival di Piana di Monteverna con la famosa opera scarpettiana “O scarfalietto”.

Quello de “Il Sipario” è un gradito ritorno all’Arena Comunale, dove ha già recitato nella seconda edizione d
ella rassegna, esattamente il 11 giugno 2016 in Gennaro Belvedere Testimone Cieco”, altra nota commedia di G. Di Maio.

E' asciuto pazzo 'o parrucchiano” (è impazzito il parroco), il cui titolo originario fu, fino agli inizi degli anni ’90,
“Nu paese mmieze 'e guaie (un paese nei guai), si inserisce nella migliore tradizione della commedia napoletana, che va da Petito a Scarpetta, da Eduardo a Peppino De Filippo, tradizione del teatro comico ma impegnato, intessuto di venature sociali ed esistenziali.
La trama è avvincente e trova nel connubio tra la straordinaria regia di Enzo Varone e la bravura di tutti gli attori della Compagnia, ognuno nello specifico della propria interpretazione, la chiave del successo. Un successo che trova conferma sia nel sold out registrato nelle quattro serate in cui è stata messa in scena al Teatro Comunale di Casapulla, sia nel consenso generale del pubblico, che ha scandito il ritmo della rappresentazione con risate ed applausi. Il sipario si apre su Pietrascura, un piccolo paese contadino, dove credenze popolari e religione si intrecciano tessendo una trama di superstizioni che danno vita ad intrighi e colpi di scena, che si susseguono a ritmo serrato, diremmo come avviene nell'avvicendamento delle note in un spartito musicale. La vicenda si svolge nella casa del parroco Don Sandro, della sua perpetua Donna Rosa e del simpatico sacrestano Modestino. Il parroco, per mantenere viva la fede dei suoi paesani e restituire loro speranza, rispetto ai problemi della quotidianità che li attanagliano, ricorre a finti miracoli, innescando la rabbia di chi vuole a tutti i costi dirigere le sorti politiche e sociali di Pietrascura. La storia narra del "dramma" familiare della baronessa del paese, Donna Bianca, che si ritrova a dover gestire lo scandalo provocato dal figlio Andrea che, pur essendo promesso sposo di Celeste, figlia di una delle famiglie più importanti del paese, ha concepito un figlio illegittimo con la maestrina Ninetta. A scuotere ancor di più la serenità della baronessa è la sorte toccata alla figlia Angelina che, dopo essere stata investita da una macchina, ha perso la voce per poi riacquistarla forse grazie ad un provvidenziale "miracolo". Ma a complicare la situazione e mischiare ulteriormente le carte in tavola è l'alternarsi sulla scena dei contadini beneficiari dei miracoli, Menico, Mariagrazia e Assunta, nonché i tentativi di aiutare la baronessa messi in atto dall'eccentrico sindaco Vittorio, da un avvocato mangione Roberto, dall'assessore Renato e sua moglie Elvira. La trama risulterà così intricata da richiedere addirittura la presenza del
Vescovo, che però finirà per raccontare i sotterfugi a cui è ricorso il parroco per aiutare i suoi paesani, provocando nel povero Don Sandro imbarazzo e confusione, unite alla rabbia nei confronti del vescovo che ha barattato, per un niente, il suo agire in buona fede. Le circostanze consentiranno alla lungimirante perpetua di dirigere le sorti di tutti i personaggi: basandosi su una falsa pazzia di Don Sandro, svelerà i “peccati” commessi dai protagonisti della vicenda, mettendo in luce la triste realtà della chiusa, ipocrita, vita di provincia.

(Corriere di San Nicola)
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