Due messe per le vittime delle foibe

Il 10 febbraio nel "Giorno del Ricordo", a cura del Comune d'intesa con i parroci


Domenica 10 febbraio, in occasione del " Giorno del Ricordo", solennità civile nazionale italiana celebrata in questo giorno di ogni anno come previsto dalla legge n. 92/2004 per conservare e rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra (1943-1945), e della più complessa vicenda del confine orientale», a cura dell’Amministrazione Comunale di San Nicola la Strada, nella persona del Sindaco Vito Marotta e dell’Assessore alla Cultura Maria Natale, d’intesa con i parroci don Filippo Frattolillo e don Franco Catrame, sono state previste due celebrazioni eucaristiche.

La prima santa messa sarà officiata alle ore 10.00 presso la Parrocchia Santa Maria della Pietà in Largo Rotonda da don Filippo Frattolillo e la seconda alle ore 12.00 presso la Parrocchia Santa Maria degli Angeli in piazza Parrocchia da don Franco Catrame (nel corso della quale interverrà il Direttore Scientifico dell’UNITRE di Caserta, il prof. Giovanni Villarossa - ndr). 
L’Amministrazione Comunale invita i cittadini sannicolesi a partecipare alle celebrazioni in ricordo delle vittime delle foibe.

COMUNICATO STAMPA 

-I massacri delle foibe sono stati degli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, avvenuti durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra (1943-1945), da parte dei partigiani jugoslavi e dell'OZNA. Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici dove furono gettati molti dei corpi delle vittime, che nella Venezia Giulia sono chiamati "foibe". Al massacro delle foibe seguì l'esodo giuliano dalmata, ovvero l'emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia, territori del Regno d'Italia prima occupati dall'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia. Si stima che i giuliani, i fiumani e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250.000 e le 350.000 persone. Per estensione i termini "foibe" e il neologismo "infoibare" sono diventati sinonimi di uccisioni che in realtà furono in massima parte perpetrate in modo diverso: la maggioranza delle vittime morì nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi. Si stima che le vittime in Venezia Giulia e nella Dalmazia siano state circa 11.000, comprese le salme recuperate e quelle stimate, più i morti nei campi di concentramento jugoslavi.
(da Wikipedia)

 
Maria Natale e Giovanni Villarossa