Terza Domenica di Quaresima: quale frutto






Il messaggio di Don Franco: “Se non produciamo frutto distruggiamo la nostra vita”.

 


Dalla pagina fb di Don Francesco Catrame:

QUALE FRUTTO

Gli ascoltatori di Gesù pensavano che se a loro non era capitato nulla di male, come ai diciotto della torre di Siloe o come ai galilei ammazzati dal governatore Pilato , fosse perché tutto sommato erano stati dei bravi israeliti.

Non sono i soli: anche noi la pensiamo così. Lo dimostra il fatto che quando ci capita qualcosa di negativo diciamo: "ma che cosa ho fatto di male?".

Il che presuppone appunto che se tutto ci va bene è perché non abbiamo fatto nulla di male. Gesù però dice che l'agire di Dio nella (nostra) storia non si legge così.

I doni che Dio ci fa non possono servire a nessuna facile autoassoluzione, perché ci sono offerti gratis e non come compenso ai nostri meriti.

Questi doni vanno invece letti come tali, e cioè doni gratuiti; e inoltre come impegno: Dio desidera che noi portiamo frutto. Gesù usa l'immagine del fico sterile, già usata dai profeti per Israele, e riprende la predicazione dell'ultimo dei profeti, Giovanni il Battista, che aveva annunziato la scure pronta a tagliare ogni albero infruttuoso. Dalla pazienza di Dio e dalla sua gratuità verso di noi nemmeno possiamo concludere che il giudizio di Dio sia abolito.

Al contrario, Gesù ci conferma che se non produciamo frutto distruggiamo la nostra vita, andiamo in rovina. Ma notiamo bene che "giudizio di Dio" non significa che Dio, dall'esterno, viene a distruggere una pianta in sé perfettamente rigogliosa e vitale; ma che la pianta stessa, lontana dalla linfa di Dio, inevitabilmente intristisce e infine secca. In particolare, il grande dono che deve fruttificare in noi come discepoli di Gesù è il suo Vangelo. E' il messaggio della parabola del seminatore. Sono tanti gli ostacoli: distrazione, superficialità, immersione totale nei problemi contingenti, desiderio di avere sempre di più, incostanza.

E così la nostra vita invece di produrre frutti consistenti, di sostanza, produce frutti vani, di scarso valore. Come quel ricco della parabola, che aveva raccolto tanti frutti dalla sua campagna e si sentiva appagato di questo: "Stolto, questa notte ti sarà richiesta la tua vita, e quello che hai prodotto dove finirà?"

 
Leggi pure:
COME VIVERE LA SANTA PASQUA

https://www.corrieredisannicola.it/varie/notizie/varie/come-vivere-la-santa-pasqua