Il Professor Amedeo Caramanica e la sua lezione della Storia

Docente, famoso autore di testi scolastici e romanziere, nel suo nuovo poliziesco “I Dinamici sfigati di Bagnoli” guida il lettore attraverso il quartiere di Bagnoli e un intricato percorso investigativo.
Tra le sue opere
Gli angeli guerrieri della Terra dei fuochi”, che è nostra intenzione presentare al pubblico di San Nicola la Strada.

 

Il Professor Amedeo Caramanica, natali a Mondragone e residenza a Napoli, ha passato quarant’anni come docente di lettere, ha scritto testi scolastici e fra narrativa e corsi di storia vanta una lunga serie di pubblicazioni di tutto rispetto.
Cresciuto a cavallo della seconda guerra mondiale, per studiare entra in seminario e consegue la maturità classica, prima, e poi si arruola nella Guardia di Finanza per pagarsi l’Università.
Oggi, dall’alto dei suoi 83 anni, ci parla della sua ultima fatica letteraria “I dinamici sfigati di Bagnoli”, ma prima di questo non ci si può sottrarre all’entusiasmo, alla passione e alla meraviglia che colorano il racconto dei suoi anni.
Infatti, il Professore, intorno al 1965, inizia la sua carriera da insegnante, proprio quando, detto con sue testuali parole, la scuola di élite diventa scuola di massa.

In quel periodo, come racconta, si allarga la platea degli studenti, si diffonde l’idea che la scuola dovesse essere aperta a tutti e non solo a chi poteva permettersela. L’istruzione, anche grazie all’introduzione di nuove leggi, viene estesa e c’è bisogno di insegnanti; in questo modo il Professor Caramanica inizia a muovere i primi passi nella scuola e ne nascerà un rapporto idilliaco. Il contatto con i ragazzi lo stimola sempre di più, ad un punto tale che cerca nuove forme per insegnare. L’impulso a scrivere viene proprio dal suo lavoro.
La sua prima opera è una raccolta di scenette teatrali, “Giovani protagonisti” (1977 ed. Loffredo), attraverso cui cerca di avvicinare gli studenti alla storia. Il testo, nel giro di poco tempo, è adottato da molti istituti scolastici, tanto che in un mese arriva alla sua terza edizione.
Fonderà la Compagnia teatrale Il Quadrifoglio, che interpreterà molte delle sue opere. Nei primi anni della sua carriera di docente erano adottati dalle scuole testi scritti da professori universitari, con un linguaggio poco comprensibile ai giovani studenti; il genio del professore si è rivelato proprio in quel periodo, quando ha compreso che vi era il bisogno di scrivere qualcosa che supportasse i libri di testo e che facesse da mediazione.
Il primo libro di storia, I passi dell’uomo (Ed. Loffredo 1997), per la prima volta adottava un linguaggio narrativo più vicino agli studenti. Si trattava di piccoli racconti che introducevano i fatti della storia, facendo ricorso a sintesi e schemi, più adatti per imprimere nella memoria le lezioni. In quell’anno i più grandi editori pubblicarono circa 35 novità editoriali e I passi dell’Uomo si piazzò al terzo posto fra i nuovi testi.

L’ “Opera omnia”, ossia il complesso di tutte le opere scritte dal professor Caramanica, è davvero enorme: quattro corsi di storia, commedie teatrali, un testo sul bullismo e tanti romanzi.
Nel 2016 pubblica un volume sulla Terra dei Fuochi, al quale segue un altro di narrativa per ragazzi sullo stesso tema.

Fra i tanti ricordi, il professore ha bene in mente il ’68; in particolare racconta di quando il preside dell’Istituto Tecnico Leonardo Da Vinci di Napoli gli disse: «Professore, lei deve fare il teatro con i ragazzi», comprendendo già allora l’enorme potenziale di questo strumento di formazione.
Grazie ai suoi testi, egli ricorda con emozione gli incontri recenti nelle scuole con i giovani, il contatto con i quali rinnova ogni volta la passione per l’insegnamento e per la scrittura.
Come l’autore racconta, l’idea de I dinamici sfigati di Bagnoli (ed. Paolo Loffredo), l’ultima sua fatica, nasce in metropolitana, quando assiste a uno scambio di battute fra poliziotti.
Dalla parola “sfigati”, pronunciata da uno di questi ultimi, parte il romanzo, che si sviluppa come vero poliziesco, lasciando volutamente nell’ombra la storia di Bagnoli, molte volte narrata dal Professore in altri suoi lavori. Questa scelta avviene per non distrarre il lettore dalle vicende dei personaggi e dalle delicate indagini che sono descritte nel testo. Quattro sono i casi da risolvere, che sembrano semplici, ma che, proseguendo nella lettura, appaiono sempre di più come gialli sapientemente intrecciati, dove non mancano colpi di scena, rapimenti e vendette.
Ritornando alla sua carriera di docente e scrittore, quando gli chiediamo del suo amore per la Storia, il professore sorride: «Tutti dovrebbero imparare la lezione della storia, essa deve essere formativa, deve insegnare qualcosa. Ogni volta bisognerebbe chiedersi cosa dobbiamo imparare da questo o quel fatto accaduto in passato».
Ora che abbiamo capito come farlo sorridere, gli chiediamo una considerazione sui quarant’anni di insegnamento (domanda scontata, troppo banale, forse provocatoria per comprendere la sua grandezza); infine osiamo e gli chiediamo una riflessione sul significato del 25 aprile (il giorno in cui abbiamo avuto l’onore di intervistarlo).
«Solo chi ha vissuto quegli anni può davvero capire il valore della liberazione. Dopo lutti e violenze, tanta miseria finalmente l’Italia è libera. Un pensiero va ai partigiani, ai sacrifici dei nostri padri, alla Resistenza, ai giorni di lotta. Tutte le grandi città insorgono nel giorno del 25 aprile; è la liberazione dall’occupazione nazista e fascista, un evento che porterà al referendum e alla Repubblica dei nostri giorni. Da allora non ci sono state più guerre e questo è un altro fatto importantissimo. Ho scritto testi scolastici, commedie e mi sono inventato perfino scenette in classe per spiegare bene ai ragazzi la Storia, perché so quanto sia importante conoscere e ricordare le nostre radici. L’ignoranza è il vero nemico da combattere, perché getta ombre buie sul nostro modo di concepire la vita, mentre solo la conoscenza può illuminare i nostri passi; la storia è maestra di vita e se non l’abbiamo vissuta, almeno dovremmo studiarla e imparare la sua lezione».

«Ho avuto l’immenso piacere di conoscere un “piccolo artigiano della parola", come egli ama definirsi, che dimostra con la sua tangibile umiltà tutta la sua grandezza. Amedeo Caramanica -ci ha detto Nicola Ciaramella- che con i suoi testi scolastici ha formato ragazzi dell’intera penisola, parla il linguaggio più comprensibile per tutti: la passione alla ricerca della verità. Il suo modo di dialogare è fantastico, affascinante; sembrano versi semplici e facili anche le sue espressioni un po’ più impegnative; mi sono serviti pochi minuti per carpire senza sforzi mentali l’essenza naturale del suo essere. Caramanica è uno di quegli scrittori che prima di posare la penna sulla carta, o le dita sulla tastiera, sa bene che tutto, oggi, è globalizzabile, tranne la poesia della narrazione, che trasforma l’arte in sentimento».
Al direttore del Corriere di San Nicola piace molto il romanzo “Gli angeli guerrieri della Terra dei fuochi”, pubblicato tre anni fa, da cui è stato ricavato anche un testo scolastico, utile e necessario per la formazione culturale e civica dei ragazzi, dal titolo “Terra dei Fuochi e salvaguardia del creato”, incentrato sul coinvolgimento dei bambini quale possibile chiave di soluzione di uno dei più gravi problemi che affliggono la nostra ex felice Terra di Lavoro.
E’ sua intenzione promuovere, al riguardo, un incontro con l’autore a San Nicola la Strada, ovvero l’occasione per conoscere più da vicino un “vecchio” grande artigiano della comunicazione che ha sempre riposto nelle giovani generazioni la vecchia e mai banale speranza, da tradurre assolutamente in certezza, di un futuro migliore per la nostra martoriata società.

Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola