Dieci anni fa... il Grande Don Oreste in marcia contro il “mostro” Lo Uttaro

Era l’11 febbraio 2007... Da Lo Uttaro forse a Ponteselice. Da una mega-discarica ad un biodigestore...  

 

Domenica 11 febbraio 2007: al termine di una marcia di protesta accompagnata dalle note e dai versi di “Fermate il mostro” (famosa canzone scritta dalla cantautrice e testimonial per la pace e per la difesa dell’ambiente Agnese Ginocchio, diventata "colonna sonora" di tutte le manifestazioni ambientaliste dell’epoca), nei pressi della discarica Lo Uttaro, Don Oreste Farina parla alla enorme folla di cittadini partecipanti all’evento organizzato per scongiurare l'apertura, alle porte della città di San Nicola la Strada, di un nuovo mega-deposito di rifiuti voluto dalla Provincia, dal sindaco di Caserta e dal capo nazionale della protezione civile.

Così parlò Don Oreste Farina: «La nostra conurbazione non si può accontentare di un ristoro di soldi per mettere in pericolo la nostra salute. Per alcuni valgono più i soldi che la salute… Tanti scempi che abbiamo subito per il nostro territorio finalmente fanno svegliare noi che siamo gente, ma non carne da macello. Noi stiamo attenti alla salute di tutti noi… Ci sono tanti ammalati di tumore… Io non lo so, ma tanti studiosi dicono che ci sono più tumori dove si vive “in compagnia” delle discariche… Le amministrazioni non devono aver paura di schierarsi contro il “mostro”. Siate forti voi che amministrate la città, voi che amate la città. Fate in modo che la città non diventi un cimitero. Vogliamo i fiori, ma non i crisantemi… Amiamo la città! Difendiamo la città! Non permettiamo che le mani di alcuni si stendano come minaccia su questa città così bella, così piena di sole, così piena di persone squisite e meravigliose. Parla, Caserta! Non decidere sulla sorte degli altri! Parla, presidente della provincia! Parla, sindaco! Non destinate alla morte coloro che vogliono vivere, coloro che hanno la gioia di vivere, la speranza di vivere, in un mondo dove ci possiamo guardare negli occhi, dove ci possiamo stringere la mano, dove non permetteremo mai che sulla nostra vita incomba un danno così grande…»


Era l’11 febbraio 2007. Un decennio è passato…Ma tutto è come oggi. Tutto, praticamente, come adesso! Né più né meno. La storia si ripete. Cambiano gli uomini, cambiano le casacche, cambia la “location”, ma non l’incoerenza, non la testardaggine, non la faccia tosta. Quello che soprattutto non cambia sono i “mostri”, talvolta momentaneamente messi a tacere per l’insorgenza di altri motivi più impellenti (elezioni sempre dietro l’angolo, ecc.) e che poi, in momenti che meno te lo aspetti perché la ragione sembrava avesse preso la giusta direzione, ricompaiono con tutta lo loro forza o potere o chissà per quali altri interessi. 
Da Lo Uttaro a forse Ponteselice. Dalla una mega-discarica ad un biodigestore. San Nicola la Strada, in amara compagnia di comuni viciniori, vive una storia che ha dell’incredibile e che forse, per i suoi aspetti di ripetibilità, non ha eguali in tutti gli angoli del pianeta. Una “strage” infinita. Un “massacro” inaudito. Insensibili ed indifferenti alla salvaguardia dell’ambiente che spuntano continuamente e che non hanno mai conosciuto la chemioterapia perché, forse, vaccinati contro tutte le malattie. 
Non è stato, purtroppo, il caso di Don Oreste. Don Oreste è morto pochi mesi fa. Di tumore.

Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola