E’ nato dall’iniziativa di volontari il primo compost “pubblico” prodotto a San Nicola la Strada.

Evento storico per la città. Grazie all’auto-finanziamento e all’accurato lavoro di un gruppo di undici Associazioni sannicolesi (facenti parte del Tavolo Permanente per l’Ambiente), si è concluso un progetto-pilota, sviluppato in sinergia con la scuola di Via Milano, consistente nella trasformazione dei residui della mensa scolastica in compost da usare come fertilizzante.
Il messaggio dei promotori: come si può migliorare l’ambiente, risparmiare soldi pubblici e pagare meno tasse conferendo l’umido direttamente nelle compostiere.
Ora si spera che l’amministrazione divulghi l’importanza di questo progetto ideato e condotto da cittadini, spieghi alla gente cos’è una compostiera e, soprattutto, si appresti ad impiantarne sul territorio.


E’ giunto a conclusione il Progetto Pilota “IMITO LA NATURA”, che partì ufficialmente il 3 aprile 2019 con una cerimonia pubblica di inaugurazione svoltasi nell’area giardino della Scuola dell’Infanzia in Via Milano, alla presenza di un pubblico costituito da rappresentanti di associazioni, cittadini, insegnanti, dirigente scolastico, genitori di alunni, autorità religiose, sindaco e altre autorità civili.

L’iniziativa -che non ha nessun precedente a San Nicola la Strada- è stata promossa ed auto-finanziata da un gruppo di associazioni di volontariato di San Nicola la Strada (ALTERUM, ATLETICA SANNICOLESE, AZIONE CATTOLICA SANTA MARIA DEGLI ANGELI, CICLISTICA SANNICOLESE, COMITATO CITTADINO SAN NICOLA LA STRADA CITTA’ PARTECIPATA, CORRIERE DI SAN NICOLA, IL GIRASOLE, LA BARCA DI TESEO, NOSTRA SIGNORA DI LOURDES, SABATO NON SOLO SPORT, THE ANGELS, tutte facenti parte anche del Tavolo Permanente dell’Ambiente) ed è stata sviluppata in collaborazione con la dirigenza didattica dell’Istituto Comprensivo Capoluogo.
Il Comune ha offerto il patrocinio morale.
Essa, ispirandosi al noto principio di LavoisierNulla si distrugge, nulla si crea, tutto si trasforma”, si è prefissa di insegnare ai bambini (ed ai loro genitori) che la natura non produce mai rifiuti, ma solo nuovi nutrienti per il continuo perpetuarsi del ciclo della vita, ossia insegnare che ciò che per noi non ha più valore può essere trasformato in altro, dandogli nuova vita e nuovo significato.

Ma il progetto delle undici associazioni sannicolesi, come spiega il presidente del Comitato Cittadino, Domenico Pennino, è nato soprattutto con l’intento di capire e studiare, in scala ridotta, la gestione del processo di trasformazione dei rifiuti organici in compost, per meglio applicarlo in seguito ad un’ampia scala, sì da dimostrare la validità del processo di compostaggio aerobico, da preferire di gran lunga ad un processo industriale, quale un biodigestore.

A partire già dal mese di marzo 2019, un gruppo di sei volontari (“artigiani dell’umido”, come simpaticamente li ha definiti Nicola Ciaramella, direttore del Corriere di San Nicola, associazione tra le promotrici dell’iniziativa) ha assunto l’impegno di ritirare, per tre volte a settimana, il rifiuto dei pasti serviti nella mensa dei bambini dell’asilo di via Milano e di inserirli nella compostiera sistemata in un angolo del giardino scolastico.
Gli stessi volontari hanno provveduto al trattamento del rifiuto raccolto con aggiunta di agenti naturali in grado di facilitare il processo di trasformazione dello stesso in compost (erba e foglie secche, residui di legno, cenere, carta).
La compostiera, collocata in una zona del giardino dell’asilo, non ha mai dato problemi per la scuola o per i vicini. Nessun odore sgradevole si è sprigionato, né si sono verificati inconvenienti di altro genere.
L’alimentazione della compostiera si è protratta fino alla chiusura dell’anno scolastico, a giugno, mentre la maturazione del compost si è protratta fino a fine novembre 2019.

Complessivamente, è stata raccolta ed immessa in compostiera poco meno di una tonnellata di rifiuto umido. In termini economici, è stata sottratta quasi una tonnellata di umido al trasporto e conferimento in impianti di compostaggio fuori regione (Lombardia, Veneto, Puglia – in quanto la regione Campania non possiede impianti sufficienti per il proprio fabbisogno) per un importo risparmiato di circa 150€.
È bene ricordare che la gestione dello smaltimento dell’umido, nella condizione attuale della regione Campania, è soggetto alle fortissime speculazioni delle aziende addette al settore: a San Nicola, in virtù di un contratto che risale a diversi anni fa, il costo dello smaltimento è di 140€/tonnellata, ma, nei momenti di emergenza, i trasporti al di fuori della filiera contrattuale sono costati fino a quasi 300€ a tonnellata.
Dopo un periodo di “maturazione” dell’umido in compostiera di circa cinque mesi, si è provveduto all’estrazione del compost finale.
A gennaio 2020, alla riapertura delle scuole dopo le vacanze natalizie, a cura delle associazioni promotrici del progetto "Imito la natura", sarà organizzata una cerimonia di consegna dei sacchetti (circa un centinaio) contenenti il compost prodotto ai bambini dell’asilo accompagnati dai genitori, con l’invito ad usarlo come fertilizzante per le piante da balcone.

Nicola Santagata, noto esperto e studioso in materia, così spiegò, in quello storico 3 aprile 2019, il processo di trasformazione dell'umido in un terriccio utilizzabile come fertilizzante per la nostra agricoltura, per le nostre piante, per i nostri orti: «Queste compostiere domestiche che abbiamo posizionato hanno bisogno di essere alimentate e seguite costantemente. Il caricamento manuale avviene posizionando al suo interno, come prima fase, dei rami secchi di piante ottenuti dalla potatura degli alberi, in modo da formare una struttura solida isolante, in quanto questi piccoli impianti sono direttamente collocati sul terreno. Quindi sono state disposte delle foglie larghe secche in modo molto ordinato, dell’erba secca ed infine l’umido di scarto della mensa scolastica: il tutto stratificato fino al raggiungimento completo della compostiera. Ovviamente ci sono anche altri elementi che se dovessero servire per ottenere un compost di prima scelta potrebbero essere usati, tipo il cartone senza inchiostri e la cenere. Per ottenere il compost dagli scarti di umido deve avvenire un processo di degradazione degli alimenti. Elementi come rami secchi, foglie secche, paglia, cartone, cenere e paglia già contengono dei batteri detti mesofili, che hanno un optimum di sviluppo e di azione a 37°. I rami secchi che abbiamo disposto come primo strato hanno una duplice funzione: quella di portare ossigeno dall’esterno all’interno dell’organico e di facilitare l’azione dei microorganismi. Dopo circa quindici/ventuno giorni il primo strato che abbiamo composto inizia a produrre calore per effetto della disgregazione dell’organico per azione dei batteri, per cui la temperatura passa dai 37ai 50 gradi. Questo innalzamento di temperatura è dovuto all’azione di altri batteri, ossia quelli termofili che hanno un optimum di azione e di sviluppo a 50°. In ultimo, dopo circa quattro settimane, sempre il primo strato viene attaccato dai funghi, i quali aggrediscono anche i rami secchi e la cellulosa del fogliame per dar vita poi al terriccio che noi acquistiamo per concimare i nostri giardini».

Dopo questo progetto, dopo questo esempio fornito da un gruppo di associazioni di volontariato, è lecito ora sperare che l’amministrazione ne divulghi l’importanza (nel settore dei rifiuti urbani la frazione organica è la frazione merceologica maggioritaria sia in termini di peso che di costi di gestione), spieghi alla gente cos’è una compostiera e, soprattutto, si appresti ad impiantarne sul territorio.
A tal proposito, è da ricordare che la legge regionale sui rifiuti n.14/2106 dà la possibilità ai Comuni, singoli o associati, di poter richiedere la fornitura dei compostatori per la gestione diretta oppure in alternativa di individuare, sul territorio di competenza, comunità organizzate (quartieri) e convenzionarle per la gestione delle apparecchiature e l’utilizzo consentito del compost prodotto.
I costi complessivi, tra cui gli oneri per il personale qualificato alla conduzione e gestione delle apparecchiature, per la durata del programma, sono a totale carico della Regione.

A tal’uopo, va detto che il comune di San Nicola la Strada ha aderito all'invito rivolto dalla regione Campania, con delibera di giunta n. 34/2017, approvando anche lo schema di avviso pubblico per raccogliere le manifestazione di interesse dei quartieri.
Sono trascorsi ben 2 anni, però, e non si è fatto ancora niente.
Ecco perché, a maggior ragione, l’iniziativa promossa, condotta e portata a termine da un gruppo di volontari espressi dalle associazioni ALTERUM, ATLETICA SANNICOLESE, AZIONE CATTOLICA SANTA MARIA DEGLI ANGELI, CICLISTICA SANNICOLESE, COMITATO CITTADINO SAN NICOLA LA STRADA CITTA’ PARTECIPATA, CORRIERE DI SAN NICOLA, IL GIRASOLE, LA BARCA DI TESEO, NOSTRA SIGNORA DI LOURDES, SABATO NON SOLO SPORT e THE ANGELS è da definire storica.
Si può senz’altro affermare che queste associazioni sono le antesignane del compostaggio a san Nicola la Strada.
Ora, le prossime mosse spettano al Comune. 
 
 
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Nelle foto che seguono, le fasi finali del progetto pilota di trasformazione dei residui di mensa dell'asilo di via Milano in compost da usare come fertilizzante:
-Omogeneizzazione del compost grezzo prodotto nell'asilo di via Milano nell'ambito del progetto pilota;
-setacciatura del compost;
-Omogeneizzazione del prodotto compost.