Crotone: peggiora lo stato di Pertusola, uno dei siti più contaminati d’Europa

Il Professor Vincenzo Voce sfida le multinazionali e il 26 gennaio correrà per le Regionali.

65mila firme per la petizione “Una bonifica seria per la terra dei veleni”: «E’ vergognoso che il Ministro dell’Ambiente si preoccupi delle bottigliette di plastica del suo dicastero e poi permetta a una multinazionale di lasciare sul territorio crotonese centinaia di migliaia di tonnellate di sostanze cancerogene»

Abbiamo già avuto l’onore in passato di intervistare il Professor Vincenzo Voce, da anni impegnato su temi ambientali, perché la sua città, Crotone, è stata avvelenata dai rifiuti tossici di industrie senza scrupoli, in particolare Syndal, gruppo Eni, oggi con un nuovo nome, Eni Rewind Spa, ma a quanto pare con la stessa sostanza.
Poco è cambiato in questi anni, anzi forse le cose sono peggiorate. Ricordiamo che il Professore é membro del comitato “La collina dei veleni”, nonché noto ingegnere che ha condotto numerosi studi tecnici sui siti contaminati di Crotone.
Il Professor Voce, in questa intervista, ci aggiorna sullo stato delle cose, riguardanti interventi mancati e risposte mai arrivate da autorevoli esponenti politici; infine ci spiega i motivi che lo hanno spinto a candidarsi alle prossime elezioni alla Regione Calabria.

-Professor Voce, nell’ultima intervista ci ha parlato di tante iniziative, come un esposto alla Procura della Repubblica per sollecitare la bonifica di una falda acquifera contaminata, di ricorsi al TAR, di continue richieste ad assessori, esponenti della Provincia e della Regione. Che riscontri ci sono stati ad oggi?

«Per quanto riguarda la bonifica di Crotone, il 24 ottobre è stato approvato, nell’ambito di una conferenza dei servizi decisoria, il POB (Progetto Operativo di Bonifica) fase 2. Mentre il POB fase 1 riguardava alcune opere di protezione a mare e la sperimentazione di alcune tecnologie per valutare il da farsi per il sito di Pertusola, il POB fase 2 riguarda le due discariche a mare e i siti dell’area industriale. Con la fase 2, in realtà, è peggiorato il progetto di bonifica, perché lasceranno l’area tombata; infatti Syndial, oggi diventata Eni Rewind Spa, mette in sicurezza il sito di Pertusola, applica la stabilizzazione in alcune piccole aree e per il resto non fa nulla. La verità è che le chiamano bonifiche, ma non sono nemmeno messe in sicurezza permanenti e i veleni restano dove sono. Il sito di Pertusola, che si estende su 47 ettari, rappresenta i due terzi di tutta l’area industriale ed è uno dei siti più contaminati d’Europa; c’è un’area, chiamata ex impianti, dove i suoli sono ormai saturi e contaminati. Tali suoli a contatto con la falda idrica fanno sì che la diffusione degli inquinanti non sia arrestata».

-Lei si è fatto promotore anche di una petizione che ha raccolto 63 mila firme, chiamata “Una bonifica seria per la terra dei veleni”, una lettera aperta al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Si è intervenuto in qualche modo?

«Le firme nel frattempo sono diventate 65 mila e cinquecento. Un anno fa avevo consegnato a una delegazione di parlamentari del Movimento Cinque Stelle sia la petizione sia una relazione tecnica per sollecitare un intervento a Crotone del Ministro Sergio Costa. A quella richiesta il Ministro non ha dato seguito; questa primavera è venuto a Crotone il giornalista di RaiNews24, Alfredo di GiovanPaolo, e siccome sapevo che avrebbe intervistato il Ministro, l’ho pregato di riportare le firme e la relazione al Ministro; anche in quell’ occasione non abbiamo avuto risposta. Credo sia alquanto vergognoso che il Ministro dell’Ambiente si preoccupi delle bottigliette di plastica del suo dicastero, e poi permetta a una multinazionale di lasciare sul territorio crotonese centinaia di migliaia di tonnellate di sostanze cancerogene come cadmio, arsenico e piombo».

-Il 26 gennaio prossimo sarà rinnovato il Consiglio Regionale e lei è presente in una lista civica insieme a Carlo Tansi. Perché ha deciso di entrare in politica e cosa significa per lei?

«Entrare in politica per me non è stato facile, perché ho sempre cercato di mantenere una neutralità, ma riflettendo ho fatto alcune considerazioni. Entrare nel sistema nel quale si prendono decisioni ed entrarci con la competenza di chi si occupa da sempre di ambiente, potrebbe essere una svolta per il modo di fare politica. Immaginate una persona che si occupa di bonifiche, di qualità dell’aria e di depurazione far parte di una commissione ambiente in una Regione come la Calabria, dove vi sono tantissime problematiche ambientali. È questa la considerazione che mi ha fatto decidere di scendere in politica, ho deciso di farlo con Carlo Tansi, l’ex capo della protezione civile calabrese, il quale per tre anni ha stravolto l’organizzazione della Protezione civile, portandola fra le prime quattro in Italia ed è stato liquidato perché ha avuto il coraggio di denunciare un modo di fare illegale. Quando qualcuno cerca di cambiare, radicalmente, le cose è considerato pericoloso e viene fatto fuori, allontanato. Per questo motivo non potevo fare altro che candidarmi con Carlo Tansi; era l’unico con il quale potevo farlo. Sulla pagina social il suo “manifesto politico” inizia in questo modo: Sono Carlo Tansi e non ho i soldi di Callipo o di Santelli per la mia Campagna elettorale. Sono un ricercatore CNR, un dipendente statale e sto mandando avanti la campagna elettorale sulle mie spalle, perché non voglio sponsor che poi mi chiederanno il conto. Non posso permettermi pubblicità. Per questo non vedrete miei manifesti -che ritengo tra l'altro volgari e antiecologici- a imbrattare e sporcare le nostre strade, o pubblicità a pagamento sui giornali o nelle Tv».

-Le auguriamo che tantissimi calabresi le diano fiducia, votandola il 26 gennaio. Quali saranno i primi impegni che si assumerà da politico?

«Innanzitutto spero di essere eletto, spero che il mio territorio e la città di Crotone abbiano fiducia in me e il prossimo 26 gennaio mi facciano fare bella figura. Il mio impegno politico riguarderà da subito gli aspetti ambientali della Calabria e quindi ho tante idee su come agire su ARPACAL, l’Agenzia di Protezione ambientale; ma anche all’interno della commissione ambiente penso di fare delle audizioni importanti a queste multinazionali che si apprestano a fare le finte bonifiche sul territorio. Porterò il mio modesto contributo all’interno della politica calabrese e all’interno delle commissioni».

-Sembra una domanda banale, ma cosa ha sbagliato la vecchia politica? Può risponderci elencando almeno un motivo per il quale ha fallito?

«L’errore principale è che non si è riuscito a spezzare l’intreccio fra mafia, ‘ndrangheta e politica. Purtroppo nei giorni scorsi il Procuratore Gratteri ha predisposto oltre trecento arresti, fra questi politici e professionisti, quindi le lascio immaginare le proporzioni della situazione nella nostra regione. Il vero dramma della Calabria, oltre alla burocrazia, è che non funziona la macchina amministrativa, non si ha una reale idea, ad esempio dei debiti della Regione nel campo della sanità: spendiamo 300 milioni per la migrazione sanitaria. Che altro posso dire? L’Assessore regionale all’ambiente, Antonella Rizzo, ma anche il precedente assessore, sono crotonesi e non sono riusciti a risolvere un problema come quello della bonifica; solo questo fatto la dice lunga su quella che lei chiama “vecchia” politica. Per questo motivo, ma anche per tanti altri, ora c’è bisogno di un nuovo modo di affrontare i problemi e di chi operi con cuore e competenza».

Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola