Gli Angeli Guerrieri della terra dei fuochi

È un sito web e una pagina facebook con circa 20 mila follower, ma anche una Onlus, che attraverso numerose iniziative sostiene le famiglie nel doloroso percorso dei bimbi malati di cancro.

 

 “Il cielo reclama rispetto per la vita e l'ambiente. Diamo voce agli angeli”: è così che si conclude la Our Story sulla pagina social dell'associazione, che spiega in poche parole di cosa si occupa, con un appello e un grido, una preghiera a non voltare la faccia dall’altra parte.
Molti si disinteressano di certe realtà, perfino chi dovrebbe “per mestiere” essere più attento. Allora contro l’indifferenza e la cattiva informazione, diventa un obbligo sostenere con la massima attenzione iniziative come gli “Angeli Guerrieri della terra dei fuochi Onlus”, perché, come si legge sulla pagina, è il cielo che lo chiede, anzi che lo grida, pieno di troppe giovani vite.

Abbiamo incontrato Tina Zaccaria, uno dei membri più attivi dell’associazione e le abbiamo rivolto qualche domanda:

-La pagina “Angeli Guerrieri della terra dei fuochi Onlus” è il canale social dell’omonima associazione; cosa è nato prima, l’associazione o la pagina? Di chi è stata l’idea e chi sono i membri?

«L’associazione è nata il 6 aprile del 2016; dopo appena pochi giorni è stata creata la pagina facebook. Tutte le decisioni vengono prese di comune accordo tra noi soci fondatori, genitori di bambini andati via di cancro. Abbiamo deciso di unire il nostro dolore ed è quindi nato il desiderio dell’associazione. I soci fondatori sono io e mio marito Edoardo Scuotto, Loredana Barrisciano, Ciro Lucciola, Nicola Coppola, Ida Pariante e Giulia Angelini. Ci sono poi altri 30 fra soci e volontari che sostengono le iniziative e ci aiutano soprattutto nelle missioni "scaccia tristezza" e nei giornali dedicati agli ospedali oncologici. L’associazione è impegnata a sostenere i genitori dei bambini affetti da cancro; in particolare li sosteniamo con contributi mensili, per aiutare queste famiglie a spostarsi fuori regione, quando manca la possibilità economica. Cerchiamo di realizzare piccoli desideri dei bambini,organizziamo gite fuori porta destinate a tutta la famiglia per cercare di unire, perché purtroppo la malattia divide, portiamo sorrisi nelle corsie degli ospedali pediatrici oncologici, organizzando incontri con parrucchiere ed estetiste che coccolano le mamme, facendo loro taglio, piega e cambio look, ovviamente gratuitamente e con molti volontari che giocano con i bimbi.»

-Quali sono le attività nelle quali siete più impegnati?

«Da aprile 2019 Abbiamo una ludoteca solidale, dove accogliamo i bambini del territorio e abbiamo in piedi due corsi con psicologi, uno per bambini e un altro per l’elaborazione del lutto destinate ai genitori di quei bimbi che purtroppo non riescono a superare le cure».

-Il vostro impegno è chiaro, come la direzione dove si volge l’attenzione dell’associazione; nel frattempo, però, come si legge sulla pagina alla fine della presentazione, difondete la cultura del rispetto per l'ambiente come prima forma di prevenzione primaria e dunque diritto inalienabile per i nostri figli”. Non avete dimenticato la causa principale del cancro, cioè la Terra dei fuochi; in che modo e con quali mezzi onorate anche questa lodevole promessa?

«Una delle nostre missioni é la tutela dell’ambiente e lo facciamo organizzando delle giornate di sensibilizzazione soprattutto destinate ai più piccoli nelle scuole, luoghi di aggregazione e da qualche mese con un progetto in collaborazione con il Comune di Casalnuovo di Napoli, che prevede la formazione di volontari per l’ambiente che hanno lo scopo di girare sul nostro territorio e di educare le persone alla raccolta differenziata, spiegando orari e modi di conferimento dei rifiuti. Anche questo aspetto sia importante, è necessario dare il buon esempio dal basso».

-C’è o c’è stata qualche storia in particolare che vi ha coinvolto e colpito di più?

«Le storie sono tutte importanti, in particolare la nostra e quelle di tante altre persone ci hanno spinto a partorire “Angeli guerrieri”. In verità si tratta delle storie dei nostri figli: Dalia, Alessia, Martina e Enrico, che durante la malattia non si sono arresi mai e hanno sempre dimostrato ottimismo e amore per la vita.
Noi non potevamo restare a piangere per tutta la vita e non potevamo nemmeno dimenticare ciò che era accaduto. Questo è il motivo per il quale abbiamo imparato a danzare sotto la pioggia e soprattutto a tenere viva la loro memoria, in modo che la loro breve venuta al mondo fosse sempre ricordata per l’amore che ci hanno insegnato e non per il dolore della loro perdita».

Giovanna Angelino 
©Corriere di San Nicola
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