Maiorano, una “voce” che ci manca







Un anno fa se ne andava in silenzio il coraggioso giornalista e storico, originario della Calabria, che ha dedicato metà sua vita alla difesa e alla valorizzazione della tradizione sannicolese




Ad un anno esatto dalla scomparsa, il Cavaliere Antonio Maiorano sarà ricordato in una funzione religiosa, officiata da don Pasquale Lunato, che si terrà domani, mercoledì 26 aprile, con inizio alle ore 18, nella chiesa di S.Maria degli Angeli.

Nato nel 1925 in Calabria, “il Cavaliere” entrò giovanissimo nelle fila dell’Arma dei Carabinieri e fu Volontario alla Guerra di Liberazione Nazionale. Decorato dal Capo dello Stato quale “Combattente d’Onore per la libertà d’Italia” (1943-1945), venne, altresì, insignito dell’onorificenza di Cavaliere all’Ordine della Repubblica. Dopo una lunga permanenza in Calabria, approdò alla Legione di Verona, da cui si distaccò nel 1953 con destinazione Acerra, ove vi rimase sino al 1960. In quell’anno venne prescelto quale Comandante della nascente stazione dei Carabinieri di San Nicola la Strada con giurisdizione anche su Recale e San Marco Evangelista. Vi prestò servizio per quattordici anni fino a ricoprire il grado di Maresciallo Maggiore con la qualifica di “Aiutante”. Trasferito a Napoli per incarichi di particolare riservatezza, vi rimase sino al pensionamento (1978) col grado di sottotenente (cpl), per poi conseguire la seconda promozione a Tenente per la sua partecipazione alla Guerra di Liberazione.

Antonio Maiorano ha sempre praticato il giornalismo con particolare predilezione per gli articoli di carattere storico. Ha scritto per diverse testate, tra le quali Calabria Letteraria, Presenza, Pungolo Verde, il periodico regionale “Calabria”, gli Oratori, la Gazzetta Nuova, Cento città, l’Avvenire.

In maniera vibrante e senza soluzioni di continuità ha curato, per anni, la rubrica “Libera Voce di San Nicola la Strada” sul settimanale locale “Sabato non solo Sport”.

 

"Se fosse stato in vita quando è nata la nostra associazione, ne sarebbe stato certamente il presidente onorario": Nunzio De Pinto, vicepresidente dei "Giornalisti e della Stampa per San Nicola", non ha dubbi. Come non li ha Nicola Ciaramella: "Nessuno, più di lui, avrebbe potuto rappresentare la passione che è alla base del nostro lavoro, svolto unicamente per la nostra città".

Presidente del Libero Movimento in difesa dei cittadini, è stato anche un eccellente storico ed autore di diversi libri: Stelle del Sud, raccolta di 52 poesie (1983), Da Calazia a San Nicola la Strada (1987), Viaggio nella Storia di San Nicola la Strada, Storia della chiesa di Santa Maria degli Angeli (1991), La Rotonda di San Nicola la Strada (1992), Una finestra su San Nicola a Strada (1998), La Tragedia Sacra (2003), Storia del Real Sito borbonico nella città di San Nicola a Strada (2004).

“L’Appia, il fascino di una strada imperiale” (2004) è stato il suo ultimo lavoro.




Così, all’indomani della tragica scomparsa, Nicola Ciaramella volle immortalarlo sulle pagine del Corriere di San Nicola:

«Ho sotto gli occhi lucidi e commossi la lettera, scritta di proprio pugno, che solo pochi giorni fa si era preoccupato di farmi pervenire per ringraziarmi dell’attenzione che il Corriere aveva dedicato alla sua ultima opera, “L’Appia, il fascino di una strada imperiale”, battezzata, in due cerimonie, prima presso la Provincia e poi nel palazzo comunale di San Nicola.
Ossequioso, educato, riverente: quanto basta per disegnarne le inattaccabili doti umane e professionali, trasmesse, in osmosi spontanea, attraverso le innumerevoli produzioni letterarie che hanno costellato la sua vita artistica di storico locale ed appassionato giornalista.
Antonio Maiorano se n’è andato in silenzio, lasciando il ricordo di una fragorosa coerenza che la sua “voce” ha saputo regalarci: la coerenza di un tenace difensore della tradizione, di un battagliero assertore della critica giornalistica costruttiva, di un instancabile propagandatore dei doveri di servizio che dovrebbero animare le menti e le azioni dei politici impegnati a migliorare la “sua” città.
La “sua” città...
Quello che mi ha sempre colpito del Cav. Maiorano -così ho avuto modo di scrivere di lui non meno di un anno fa- è stato il suo sviscerato amore per una città dove, è vero, ha vissuto per oltre quarant'anni, che lo ha visto nelle vesti di autorità militare, che gli ha donato tantissima stima ed altrettanta considerazione, ma che non è stata la “sua” città...semplicemente perché non gli ha dato i natali.
Sì, perché io credo, pur forse sbagliando, che solo il vincolo della nascita può far scattare in ciascuno la molla della indissolubilità della passione per la propria terra, respirandone il profumo del sangue e condividendone tutte le ansie e tutto il sapore della sua storia.
Antonio Maiorano, invece, pur essendo nato e vissuto, fino al '60, in Calabria, ha avuto nelle vene sangue sannicolese e nel petto un cuore che gli ha agitato ed attratto i sentimenti che questa città ha saputo trasmettergli, suscitandone razionale emotività e desiderio incessante di scoprirne le radici storiche, sociali e culturali.
Solo nell'animazione e nello sconvolgimento di cotanto spirito egli poteva, forse, addentrarsi, attraverso gli anni, in un meticoloso e proficuo lavoro di ricerca di quelle tradizioni che hanno caratterizzato il lento evolversi di San Nicola la Strada , prima villaggio e poi casato, borgo per concessione e, oggi, città.
Sono nate così, senza veli e senza mète -se non quella di offrire un ulteriore contributo all'immagine della sua terra adottiva- tutte le opere del Cavaliere Maiorano, dal “Viaggio nella storia” alla riscoperta dei canovacci della “Tragedia Sacra”, da “Calatia” a “Santa Maria degli Angeli” e “Santa Maria della Pietà”, fino all’ultima produzione, in cui ha voluto innalzare sul podio della storia la Strada che ci lega alle nostre origini e ai nostri più antichi valori.
Nel febbraio dello scorso anno (e stavolta mi fece piangere dalla commozione), volle dirmi grazie per quanto, di spontaneo e sentito, era uscito dalla mia penna: “Conserverò le sue parole -mi disse- tra le cose più care”.
...Scusatemi se mi prende la commozione...
Grazie, Cavaliere Maiorano, grazie per le emozioni che ha saputo regalarci, grazie per la veemenza, spesso incompresa, con la quale ha voluto condurre, in tutti i suoi accorati articoli, le sue battaglie a difesa dei diritti dei cittadini, grazie per i tanti suggerimenti, le tante proposte e le tante arguzie che ha voluto usare per testimoniare il suo elevato senso di partecipazione alle vicende della comunità sannicolese. 
Grazie, Cav. Maiorano, per essere stato presente nella nostra piccola, ma ardente storia. Nicola Ciaramella».


Maiorano con Ciaramella durante una conferenza stampa