Emergenza Covid: 47000 i casi in Italia; aumenta di altri 4670 il numero dei positivi.

Gli aggiornamenti nella conferenza stampa del 20 marzo.
Il totale delle persone finora decedute è di oltre 4000.

Ore 18 di venerdi 20 marzo. Il capo della protezione civile Angelo Borrelli ha tenuto, con il Prof. Roberto Bernabei, ordinario di Geriatria dell'Università Cattolica di Roma e presidente dell'Associazione Italia Longeva, la quotidiana conferenza stampa per fare il punto della situazione sull’epidemia da Covid-19 sul territorio italiano. 

47.021 è il numero dei casi di coronavirus sinora registrati in Italia.

Aumenta di altre 4.670 unità il numero delle persone positive ai tamponi dall’inizio dell’emergenza (il totale è ora di 37.860): è il massimo incremento giornaliero sinora registrato.

Di questi, 2.655 sono ricoverati in terapia intensiva (pari al 7% del totale dei positivi), 16.020 ricoverati con sintomi, 19.185 in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi.

Sale, fortunatamente, di altri 689 il numero dei guariti e dimessi (il totale è finora di 5.129). 

Il dato più grave è il numero delle persone decedute, che si incrementa di 627 rispetto a ieri (è la massima cifra giornaliera sinora registrata), portando il totale a 4.032. Questo dato, come sempre si precisa, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
A tale riguardo, Bernabei ha specificato che dallo studio delle prime 355 cartelle cliniche finora eseguito emerge che solo lo 0,8% dei deceduti non aveva patologie, mentre il 48% aveva tre patologie, il 25% due patologie, il 25% una sola patologia. Il fattore di rischio vero è, dunque, ha affermato Bernabei, oltre l’età (“Siamo il paese più vecchio del mondo dopo il Giappone”), la presenza di talune patologie che portano ad una maggiore aggressività del virus. E qui ha citato le principali: ipertensione, cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, diabete, ecc.

Altri numeri: sono 7mila i volontari impegnati accanto al personale sanitario e forze dell’ordine; 669 le tende pretriage (quattordici in più rispetto a ieri). I pazienti nelle ultime 24 ore trasferiti dalle zone più critiche in strutture sanitarie di altre regioni sono 60.

Riguardo al “picco” (il momento in cui si prevede l’inizio dell’abbassamento della curva epidemica) di cui si parla, è stato detto che occorrono almeno altre due settimane per valutare se esso sia stato raggiunto.

Per quanto riguarda la Campania, continua il trend che vede un centinaio di casi in più al giorno (la maggior parte nel napoletano). Al momento sono 749, di cui 96 in provincia di Caserta. Benevento, con 8, è tra le province italiane con meno casi registrati. 
 
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