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Articolo di: Vincenzo
Battaglia |
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La
riforma del titolo V della nostra costituzione ha radicalmente
mutato la distribuzione dei poteri amministrativi, capovolgendo
gli ordini degli Enti tra i quali tali poteri sono distribuiti.
Al primo posto è ora collocato il Comune, nella
considerazione che l’ente più vicino ai
cittadini meglio conosce i bisogni e le esigenze della
collettività che amministra. Tutto questo dovrebbe
portare alla nascita di un’Italia federale.
Il condizionale è d’obbligo, in quanto
nel corso dell’ultimo decennio il tema federalista
è stato variamente evocato ed agitato, quando
non piegato a fini strumentali e a contingenti interessi
politici.
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2000 |
2004 |
Entrate
Tributarie |
3.125.638
€ |
6.517.239
€ |
Tassa
Spazzatura mq |
1.25
€ |
1.95
€ |
Entrate
TARSU |
682.000
€ |
1.650.000
€ |
Grado
di copertura TARSU |
70% |
98% |
ICI |
4*1000 |
5*1000 |
Addizionale
Comunale |
0.4% |
0.4% |
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Le ragioni di fondo di una riforma federale
dello Stato risiedono nella necessità di dare rappresentanza
alle diversità e potenzialità locali in
un quadro di unità nazionale. Se il processo federale
stenta a decollare, ciò è dipeso, principalmente
e paradossalmente, alle resistenze interne al processo.
I Sindaci, investiti di nuova responsabilità, rinunciano
ad attuare le opportunità di questo nuovo impianto
istituzionale, vuoi per incapacità, vuoi per mancanza
di adeguati strumenti e risorse.
Il sindaco di San Nicola la Strada è l’esempio
lampante di come si può essere sordi alle sollecitazioni
e alle spinte federali, giacchè ha rinunciato alla
gestione diretta del catasto, all’attivazione dello
sportello unico delle attività produttive, all’istituzione
del controllo di gestione e così via.
Se il federalismo amministrativo stenta a decollare, altrettanto
non si può dire del federalismo fiscale che, anche
se non pienamente attuato, è comunque avviato in
modo tale da rendere i Sindaci direttamente responsabili
dei sacrifici chiesti ai propri cittadini in termini di
tassazione.
Esiste, quindi, un raccordo tra il potere di prelievo
(ICI, TARSU, etc.) e potere di spesa ( spazzamento strade,
servizi sociali, etc.). Il federalismo fiscale impone
alle amministrazioni di essere più efficienti giacchè
gli sprechi si riflettono necessariamente sui cittadini
in termini di maggiore tassazione.
Per sollecitare il lettore ad una riflessione sul grado
di efficienza dell’amministrazione retta dal sindaco
Pascariello, occorre effettuare un confronto fra le tasse
che pagavano i cittadini prima del suo avvento e quelle
invece pagate nel 2004. Essendo Pascariello insediatosi
a maggio 2001, è logico che il confronto riguardi
l’anno 2000 rispetto all’anno 2004.
L’esame di questi dati mette in evidenza il salasso
a cui sono stati sottoposti i cittadini sannicolesi essendo
praticamente raddoppiate le entrate tributarie e ciò
è stato originato dagli aumenti, nel triennio retto
dall’amministrazione Pascariello, dell’ICI,
dell’addizionale comunale e della TARSU (tassa sui
rifiuti solidi urbani). Ogni cittadino di San Nicola contribuisce
alla spesa comunale per un importo pari a 336.00€
mentre nel 2000 tale importo era pari a 164.00€,
quindi ogni neonato sannicolese sa di avere, fin dal suo
primo anno di vita, un fardello di tale dimensione.
Vorrei soffermarmi sull’aumento della TARSU per
l’anno 2004, che sarà pari al 25% in più
rispetto a quello che pagavamo nel 2003. Quello che mi
preme sottolineare è che il sindaco ha inviato
ai cittadini sannicolesi una lettera per spiegare che
la ragione di tale aumento risiede in un preciso obbligo
di legge. Nulla di più falso (attendo smentite)
giacché il decreto legislativo 22/97, meglio noto
come decreto Ronchi, che prevedrebbe tale aumento, viene
sistematicamente prorogato fin dalla sua emanazione (1997);
quindi non ci troviamo di fronte ad un obbligo di legge,
ma ad una precisa scelta politica di aumentare la TARSU
e ciò per coprire ulteriori e maggiori spese previste
per la raccolta dei rifiuti nel 2004.
Spesa che cresce in maniera esponenziale, e che aumenta
ogni anno a causa della incapacità di recuperare
efficienza e, per questa via, ridurre il carico tributario
dei cittadini.
Le ragioni del federalismo, cui si accennava all’inizio,
impongono una rivisitazione della gestione della cosa
pubblica onde evitare che a salassi per i cittadini sannicolesi
corrispondano servizi sempre più scadenti; per
questo è necessario una nuova classe politica capace
di mettere in campo tutta la propria managerialità
al servizio della collettività e non politiche
degli sprechi di cui nessuno avverte la necessità
e l’utilita’. |
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