Caro Nicola,
ho letto il fondo a tua firma uscito sul sito del tuo
giornale di quest'oggi.
Ciò che dici della tua Città ritengo
che in parte possa corrispondere anche al vero,
ma, pur tuttavia, molte cose in questi ultimi anni ritengo
siano state fatte e molte
ancora sono in cantiere per essere realizzate. Non condivido
pertanto lo spirito
profondamente denigratorio che tu hai voluto usare nel
tuo fondo. Stile che per
altro dipinge la tua Città in maniera poco edificante
proprio in un momento in cui
tutti i cittadini dovrebbero concorrere per esaltarne
le bellezze e le virtù visto
che l'Amministrazione sta inoltrando una domanda al
Presidente della Repubblica che
tutti i cittadini sannicolesi e non (vedi Radio Prima
Rete) si auspicano venga
accolta favorevolmente.
La Stampa spesso proprio in queste occasioni gioca
un ruolo fondamentale.
Pertanto, pur rispettando le opinioni di ognuno, consentimi,con
la stessa ottica, di
dissociarmi in toto, come giornalista e come responsabile
di Radio Prima Rete
Stereo, su tutto ciò che oggi tu scrivi sul tuo
giornale.
Ti prego anzi, visto che l'emittente radiofonica Radio
Prima Rete Stereo è citata
spesso sul tuo giornale, di voler pubblicare questa
mia, al fine di far ben capire
che le opinioni e i punti di vista possono essere ben
diversi anche se c'è un
rapporto di collaborazione e stima reciproco.
Con affetto
Antonio Gazzillo
(Amministratore Unico di Prima Rete Master
Group S.r.l.)
Carissimo Antonio, non esito a pubblicare le tue considerazioni.
Ti ringrazio di aver precisato, più di una volta,
che si tratta della “mia”
città.
Sì, della “mia”
città!
Quella “mia” città
per la cui affermazione civile, morale e culturale mi
batto da venti anni, carissimo Antonio, tu questo forse
non lo sai, attraverso mille e mille pagine scritte,
dirette e diffuse, gratuitamente, sciorinando sacrifici
immani che solo uno sviscerato innamorato della sua
terra potrebbe consumare, togliendo tempo al suo tempo,
alla sua famiglia e ai suoi altri affetti, non sposando
alcun nome ed alcuna bandiera, ma al solo scopo di offrire
un piccolo, piccolissimo, quasi insignificante contributo
per assicurare un futuro migliore a chi abiterà
questi lidi dal profumo di gerani.
Il mio unico obiettivo è stato sempre la “presenza”,
perché solo se si è presenti ci si può
porre agli altri con le proprie idee, i propri intendimenti,
le proprie ansie. E le mie -credimi, Antonio- sono le
ansie di un cittadino che vuole, fortissimamente vuole,
trovare la propria dimensione in una città che
abbia soprattutto un’anima.
Certo, questo lo vogliono tutti, ognuno con i propri
sacrifici, ciascuno con il coraggio della propria volontà,
tutti insieme in un grandioso progetto a salvaguardia
della comunità civile e delle singole autonomie
di pensiero.
Io, come giornalista, altra pretesa non posso arrogarmi
se non quella di sforzarmi con tutte le mie possibilità
nel combattere il disinteresse e il silenzio, quegli
oscuri e quasi intangibili fantasmi che si annidano
tra i delusi, i derelitti, i demotivati. Per far sì
che dall’inerzia dei comandanti non si giunga
alla più completa abulìa.
Tutto questo, Antonio mio carissimo, o solo questo,
se preferisci, senza nome e senza bandiera, come ti
dicevo prima, ma solo con l’intento di lanciare
delle voci con la speranza che non ritornino soltanto
con i loro echi.
San Nicola la Strada, la “mia”
città, è e sarà sempre
il mio unico cruccio. Una città cresciuta
troppo in fretta e senza ostacoli e che ha smarrito
per strada la propria identità tra immensi ghetti
di cemento armato senza calore e senza sentimento.
Il “progetto San Nicola” -tu vivi a Caserta
e forse non lo sai- iniziato trenta anni fa per incauta
mano di presunti taumaturgi, si era arenato, fino a
poco tempo fa, in un grande fallimento. Mezze calzette
poco oculate hanno prodotto, con la loro sventatezza,
una enorme e quasi incolmabile dismisura tra l’ambiente
e le sue reali potenzialità ed esigenze, consegnandoci,
all’inizio del terzo millennio, una città
dai lineamenti sconcertanti, dove ad imperare non è
più il cittadino, ma tutti i suoi tormenti.
Dalla inadeguatezza delle strutture per la socializzazione
all’imperversante avanzare della droga e della
delinquenza, dalla carenza delle infrastrutture essenziali
alla riduzione degli spazi vitali non cementificati,
dall’inquinamento alla viabilità, dalla
latitanza degli armamenti sanitari alla beatificazione
dei dormitori della periferia, dal Bronx della Rotonda
alle belle arti del Trivice (Antonio mio carissimo,
ma tu queste cose non le puoi sapere…) , è
stato per anni uno squallido spettacolo di mutismo politico
-al quale solo da poco tempo si sta disperatamente cercando
di rimediare- in cui il cittadino appare sempre più
lontano dalla sua città, segregato a vittima
di un orrendo massacro.
Parlare dei problemi che lo affliggono è stato
e sarà sempre il mio unico scopo. Con ironia,
senza drammatizzazioni, monitorando il silenzio e la
negligenza, spronando i politici e le istituzioni a
fare molto di più di quanto “normalmente”
gli è richiesto, spinto dal desiderio di inoltrarmi,
a marce forzate, verso la mèta più ambita
da tutti i cittadini sannicolesi: costruire, tutti “insieme”
e ciascuno con il proprio contributo (molto limitato
da parte mia, ma non per questo forse inutile), la “nostra”,
la “mia” città, prima che ci sfugga
completamente dalle mani.
E ti ringrazio anche, carissimo e fraterno Direttore
di Radio Prima Rete Stereo, di aver evidenziato il ruolo
fondamentale della stampa, convinto che tu voglia alludere,
naturalmente, a quella “libera”.
Sì, proprio a quella che, sovente, viene messa
da parte.
Con profondo affetto
Nicola Ciaramella
(Direttore Responsabile del “Corriere di San Nicola”)
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