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 Numero storico 16 - Marzo 2002 -> Home
IN QUESTO NUMERO :


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Il dispensatore automatico dei disservizi
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San Nicola - Il patrono conteso

Il Patrono... conteso

Articolo di: Antonella e Giuseppe Narducci

- Articolo di Pag. 5
"A festa 'e Santu Nicola": perché non celebrarla nella data più naturale del 6 dicembre e… utilizzare gli sprechi per opere umanitarie?
Probabilmente quello che scriveremo creerà due fazioni: i "conservatori" ed i "progressisti".
Probabilmente ci saranno discussioni, perchè il tema è impopolare e tratta un argomento che nessuno mai toccherebbe.
A tale proposito, il detto che cita testualmente "Scherza con i fanti ma lascia stare i santi" cade a fagiolo.

 La nostra non è una provocazione e ce ne scusiamo in anticipo con coloro che la vedranno come tale.
Il riferimento è alla nostra festa patronale, " 'A festa 'e Santu Nicola".
Attualmente, come tutti sanno, si festeggia ancora nel periodo pasquale perchè, quando vivo era, soprattutto nel nostro Sud, il fenomeno dell'emigrazione, coloro che dal Nord o dall'estero rientravano in famiglia per festeggiare la Santa Pasqua avessero l'opportunità di partecipare alle celebrazioni del Santo patrono e godere di uno spettacolo senz'altro gradito all'epoca e sottolineiamo "all'epoca" di palchi allestiti per ospitare cantanti vari, concertini, luminarie, fuochi artificiali e chi più ne ha ne metta.
A questo punto vi starete chiedendo "....ma questi dove vogliono arrivare?".
Vogliamo non arrivare, ma partire con l'intrecciare due fili di colore, l'uno rosso e l'altro nero, da formarne un unico cordone che sarà il… filo conduttore del nostro articolo.
Il "nero", riferito al vescovo di Mira, divenuto Santo con il nome di San Nicola e giunto a Bari nel 1087, dove fu eretta una chiesa per venerarlo e chiederne miracoli, dopo che dei marinai ne ebbero trafugate le spoglie dalla città di origine: taumaturgo, i cui tratti biografici vivono nella leggenda ed il cui culto appare già diffuso nel VI secolo in Oriente, e' patrono dei naviganti, dei fanciulli e degli scolari. E' festeggiato ovunque il 6 dicembre.
Il "rosso", riferito a Santa Claus, personaggio leggendario dei paesi anglosassoni corrispondente al nostro Babbo Natale che consegna doni a tutti i bambini.
Diverse le interpretazioni circa le origini della leggenda che ruota intorno a questo personaggio: la più accreditata deriverebbe da una credenza, diffusa soprattutto in Olanda: quella di Sinter Klaas, ovvero San Nicola.
In questo Paese, nell'immaginario dei bambini, Sinter Klaas è vestito da vescovo e porta il bastone e la mitra. Nei Paesi Bassi, infatti, il Natale si festeggia il 6 dicembre, giorno in cui si celebra questo Santo. Questa tradizione viene mantenuta anche in Grecia ed in alcune zone della Germania.
E qui entra in gioco la nostra festa patronale, "'A festa 'e Santu Nicola".
Forse è giunto il momento di riportare la suddetta festa al suo giorno naturale, il 6 dicembre, dando alla stessa un'importanza diversa!
I motivi sono molteplici:
- il primo è rappresentato dal fatto che rari, fortunatamente, sono ormai gli emigranti e quindi non sono più da considerarsi tali quei compaesani che, vivendo ancora fuori, sono sicuramente ben inseriti nel tessuto sociale del paese che li ospita;
- il secondo, idea ghiotta per gli studenti sannicolesi che, con la "complicità" dei capi di Istitituo, potrebbero beneficiare di un bel ponte che va dal 6 all' 8 dicembre, giorno, quest'ultimo, in cui si festeggia l'Immacolata Concezione e nelle case della maggior parte dei credenti di fede cattolica vengono allestiti gli alberi di Natale ed i presepi;
- il terzo, e sicuramente per noi il più importante, perchè siamo convinti che le tradizioni vadano tramandate a coloro che saranno il nostro futuro, è quello di far attraversare il Paese dalla statua del Santo per venerarlo e raccogliere laute offerte, non per le nostre Chiese, già abbastanza ricche, ma per quei fanciulli (San Nicola è anche il loro protettore ) che, più sfortunati dei nostri, inondano le case di ciascuno di noi, attraverso la televisione, in tutte le ore della giornata, che vivono, volendo usare un eufemismo, in miseria, o per quei popoli che si ritrovano in "Guerra" e che non hanno mai purtroppo conosciuto la "Pace".
Riuscire a donar loro un pozzo ove attingere acqua, costruire un asilo, un ospedale, in un punto sperduto del mondo, titolandolo "San Nicola la Strada", sarà forse un'utopia, ma siamo convinti che, rinunciando ai "botti", alle luminarie, ai "concertini" ed allo spreco tutto dell'effimero pagano, riporteremmo i festeggiamenti in un'ottica più religiosa, meno materiale e sicuramente più umanitaria.
Ed allora...aboliamo i fuochi d'artificio che sono diseducativi per i bambini; lasciamo le "bancarelle" con i dolciumi natalizi in questo caso ed aggiungiamone altre per la vendita dei pastori per i presepi;
creiamo un "mercatino" di balocchi usati, magari ricevuti in dono l'anno prima, gestito da adolescenti e bambini, il cui ricavato andrà a bimbi più sfortunati di loro.
Insomma, diamo una scossa ad un paese dormiente!
Per quanto ci riguarda, il sasso nello stagno lo abbiamo lanciato; vogliamo sperare che si apra una discussione che coinvolga la Parrocchia, gli Accollatori, la Pro-loco, le Congreghe, le Scuole, tutti i cittadini interessati e, non ultima, l'Amministrazione Comunale.


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