Siete un' associazione o altro “organismo privato” senza
fine di lucro? Oppure un' organizzazione del volontariato
sempre con sede in San Nicola la Strada? Avete la
possibilità di dimostrare, con “qualsiasi
mezzo di prova”, di aver prodotto attività socialmente
rilevanti nel vostro settore di competenza nell'anno
2002? Ebbene, è giunto il vostro momento!

Infatti,
dal 1° novembre al 31 dicembre chi
ha i requisiti suddetti -e ancora non vi ha provveduto-
potrà richiedere l'iscrizione nell' Albo
delle Associazioni , lo strumento di partecipazione
popolare istituito dallo Statuto comunale del '91
in piena “era” Centore (su iniziativa del delegato
alla P.I. Carlo D'Andrea), rivisitato egregiamente
da Tiscione soltanto sette anni più tardi
( la rivoluzione dei nuovi stradini aveva nel frattempo
permesso solo la visione dei cartoni animati) e poi
adeguato all'esigenza dei nuovi tempi e delle nuove
figure dall'Amministrazione Pascariello che, nel
consiglio comunale tenutosi sei giorni più tardi
delle idi di marzo di quest'anno (per chi odia il
latino e i latini, esattamente il 21/3/03), ha provveduto
ad approvarne il relativo preconfezionato Regolamento
in testo unico (scritto un po' anche con i piedi
per la sua farraginosità, per soventi strafalcioni
grammaticali e sintattici, per alcune incomprensibili
tortuosaggini burocratiche e per numerosi errori
di trascrizione), nel quale sono trattate anche la
Consulta delle Associazioni e le Concessioni di contributi
e benefici economici agli enti associativi sannicolesi.
Le domande, in carta libera, alle quali deve essere
allegata copia dello statuto sociale, vanno indirizzate
al sindaco e devono contenere le indicazioni delle
finalità, la sede, i soggetti legittimati
a rappresentare l'organismo interessato e la sezione
tematica di appartenenza. A tale riguardo, il Regolamento
ne prevede cinque e più precisamente così denominate:
(a) Attività sociali ed assistenziali ;
(b) Attività ambientali ;
(c) Attività culturali ;
(d) Attività ricreative e sportive ;
(e) Impegno civile, tutela e promozione
dei diritti umani .
Scaduto il termine per le iscrizioni, sarà poi
compito della Giunta comunale, previo parere espresso
dalla competente commissione consiliare, approvarne
l'elenco per l'inserimento nell'Albo.
A questo punto, sorge spontaneo chiedersi: ma a
che serve essere inclusi in questo elenco?
Bella domanda!
Moralmente parlando, l'iscrizione è un riconoscimento –diciamo…prestigioso,
va!- da parte dell'ente amministrativo dell'attività perseguita
dall'associazione. E' bello sapere di esistere…ufficialmente
e di essere qualcuno nel panorama socio-ricreativo-artistico-culturale
sannicolese. E' gratificante vedersi scritto il proprio
nome tra tanti altri altrettanto importanti. E' soprattutto
utile negli interscambi con gli altri organismi associativi
privati e pubblici ed è una cosa che…conta
e pesa quando c'è da essere convocati per
una qualche manifestazione popolare dove ci si può solo
sedere ed ascoltare…
Praticamente, invece, non serve ad un tubo!
L'iscrizione all'Albo non è affatto un requisito
indispensabile per poter essere ammessi ai finanziamenti
che l'Amministrazione ha la “facoltà” di erogare
a sostegno dei sacrifici ai quali tutte le associazioni “vere” e “operative” continuamente
si sottopongono. Il governo locale -e per esso il
sindaco, gli assessori, i consiglieri, insomma chiunque
sia stato eletto a suon di voti e non di sorrisi-
può infatti strafregarsene della valenza o
meno dell'associazione e se è o non è iscritta
all'Albo, decidendo di concedere contributi e benefici
economici a chi gli pare o a chi gli è simpatico
o a chi gli alza una mano nei momenti cruciali.
Ed è un gioco che non vale certamente la
candela l'unico…vantaggio elargito agli iscritti,
cioè la possibilità di entrare nella
Consulta delle Associazioni, organismo sostanzialmente
di facciata, fragile nella programmazione di una
politica associativa a trecentosessanta gradi, privo
di qualsiasi potere decisionale riguardante il “riconoscimento” delle
iniziative meritevoli di aiuto finanziario, inquinato
dalla presenza di diritto di esponenti dell'amministrazione
attiva e talvolta teatro di autoosannazioni che suscitano
solo ilarità e fastidio nell'animo di chi
molto opera e poco chiacchiera.
Ma, giacchè ci siamo, vediamola un po' più da
vicino questa ruspante invenzione di Pascariello,
che poco ha a che vedere con quello che dovrebbe
essere un vero e proprio organismo di coordinamento
tra le associazioni in un panorama dove ognuno –pur,
ovviamente, con le proprie riconosciute capacità-
va, da sempre, per i fatti suoi e sotto la propria
bandiera.
La Consulta delle Associazioni, recita
il relativo atto costitutivo, è un organismo
autonomo, indipendente, non ha scopi politici e non
si prefigge fini di lucro. Possono aderirvi, se ne
hanno voglia, tutte le associazioni sannicolesi regolarmente
iscritte nell' Albo comunale di cui si è detto.
Chi non lo fa, può essere buttato fuori a
pedate dall' Albo, in qualsiasi momento, dalla commissione
consiliare competente.
L'organigramma prevede un presidente (che è il
sindaco o un suo delegato), un consiglio direttivo
(composto da tre consiglieri comunali della maggioranza,
due consiglieri della minoranza e cinque rappresentanti
delle associazioni, uno per ciascuno dei summenzionati
settori di attività in cui è suddiviso
l'Albo) e l' assemblea generale.
Per quanto riguarda gli scopi, la Consulta promuove
(ma non si sa come) la nascita di altre associazioni,
promuove la collaborazione solo tra le associazioni
dello stesso settore (!?!) e promuove proposte agli
amministratori. Insomma… non boccia mai! Neanche
chi l'ha inventata così!

Siamo,
dunque, lontanissimi anni luce da quel “Supercircolo” tanto
auspicato dai legislatori originari (a formulare
le idee furono invitate ufficialmente, alla fine
del '91, tutte le associazioni sannicolesi, mentre
oggi le si convocano solo in campagna elettorale…),
dal quale erano messi al bando i politici e dove
tutti gli enti associativi avrebbero trovato il loro
punto di sintesi nel potere concesso al presidente
di esprimersi nel civico consesso in tutte le occasioni
in cui si trattasse di deliberare nelle materie strettamente
connesse alla vita delle associazioni, come ad esempio
la programmazione delle iniziative culturali e sportive,
la progettazione delle attrezzature, la regolamentazione
dell'uso degli impianti e anche la determinazione
della spesa pubblica di previsione da destinare alle
varie attività di valenza generale per lo
sviluppo e l'immagine del territorio.
Invece, fatta così, la Consulta è un
vero e proprio smacco per tutte le associazioni,
svilite nella loro necessità di darsi un punto
di riferimento slegato da interessi ed ingerenze
politiche, oltre che fortemente penalizzate nella
loro crescita in funzione dell' effettivo fabbisogno
finanziario.
Programmare per operare, ma soprattutto conoscere
per programmare: questa la nostra tesi alla vigilia
del varo statutario e questo, in sintesi, il principio
che andrebbe esaltato in un contesto di stretta collaborazione
tra il Comune e le libere espressioni associative
che -è doveroso sottolinearlo- rappresentano
a San Nicola la Strada un fenomeno molto rilevante
in virtù di un ruolo conquistato nel tempo,
ma che gli amministratori continuano sistematicamente
a trascurare. Tranne che ricordarsene una volta ogni
cinque anni. Ne mancano due e mezzo. Sono ancora
troppi?