Il consigliere comunale di Movimento 5 Stelle spiega il perché dell’emendamento proposto (e bocciato) alla delibera sull’adesione del Comune all’Ente Idrico Campano.

L’ultimo punto all’ordine del giorno discusso dal consiglio comunale nella riunione del 29 aprile ha riguardato l’adesione (obbligatoria entro il termine del 30 aprile) del comune di San Nicola la Strada all’Ente Idrico Campano, organismo istituito nell’ambito del cosiddetto “riordino del servizio idrico integrato” al quale partecipano obbligatoriamente tutti i comuni del territorio regionale.
L’argomento ha suscitato l’intervento del consigliere comunale di opposizione Federico De Matteis, il quale, attraverso una dettagliata esposizione, ha espresso le proprie preoccupazioni in merito alla “pericolosità” della legge regionale in materia, che, nella sostanza, assegna a pochi il potere di decidere sulle “sorti” della risorsa idrica.

«La legge regionale 15/2015 “Riordino del servizio idrico integrato ed istituzione dell’Ente Idrico Campano” -così ci spiega il portavoce del Movimento 5 Stelle- imponeva al nostro Consiglio Comunale di approvare l’adesione all’ E.I.C. pena commissariamento.
L'ambito territoriale ottimale (ATO), che è il territorio su cui è organizzato il servizi idrico integrato, coincide con la Regione Campania e viene divisa in 5 Ambiti distrettuali.
Quello in cui ricade San Nicola la Strada è chiamato “Terra di lavoro” e comprende tutti i 104 comuni della provincia di Caserta. 
L’E.I.C. ha un organo che affida la gestione dell’acqua per ognuno dei 5 ambiti (un solo gestore per tutti i comuni che sono nello stesso ambito) e può decidere di affidare la gestione sia ad una S.p.A. quotata in Borsa che ad una Azienda Speciale Consortile senza scopo di lucro.
Tale organo si chiama Comitato Esecutivo costituito da venti membri che vengono eletti dai Consigli di distretto dei 5 ambiti.
In definitiva queste venti persone sono dei Sindaci (o loro delegati) che hanno il potere di assegnare la gestione dell’acqua in tutta la Regione.
La criticità di questa legge è proprio nell’accentramento di potere nelle mani di poche persone e nell’impossibilità da parte di cittadini di controllare l’operato del Comitato Esecutivo.
Fino ad oggi, infatti, se ai cittadini di San Nicola la Strada non andava bene la gestione del servizio idrico potevano andare in Comune a fare pressione sul Sindaco che a loro doveva rispondere dal punto di vista elettorale.
Con questa legge, invece, non ci sarà alcun controllo da parte dei territori e al contrario si aumenta la vulnerabilità alle pressioni lobbistiche e malavitose in quanto i soggetti con cui “trattare” per ottenere il massimo risultato sono diminuiti in maniera esponenziale, se si considera che prima la gestione dell’acqua era decisa comune per comune.
Per questo riteniamo che questa legge sia pericolosa. Soprattutto alla luce delle cronache giudiziarie degli ultimi anni che vedono all’ordine del giorno arresti e commissariamenti.
Premesso che il nostro Ente era obbligato ad aderire all’E.I.C. che cosa si poteva fare per migliorare la situazione? Quello che abbiamo chiesto in Consiglio Comunale con gli emendamenti proposti e, purtroppo, rigettati. Ossia far inserire una riserva all’adesione all’E.I.C. (una misura cautelativa giuridicamente prevista dal nostro ordinamento e che in seguito poteva essere molto utile in caso di impugnazione) e soprattutto di impegnare il nostro Sindaco a perorare con gli altri sindaci del distretto Terra di Lavoro la via dell’affidamento della gestione dell’acqua nei comuni casertani ad una azienda speciale consortile senza scopo di lucro e non ad una S.p.A. che persegue il profitto.
Il Comitato Esecutivo è composto da Sindaci eletti dai Sindaci degli ambiti distrettuali a loro volta eletti dai Sindaci dei comuni ricadenti i quei distretti.
Il potere elettivo dei Sindaci è in base al numero di abitanti dei comuni che rappresentano.
Dunque il nostro Sindaco ha una buona possibilità di essere eletto nel Comitato Esecutivo.
Volevamo che si impegnasse per perorare la causa della gestione da parte di una Azienda Speciale consortile (prevista dall’art. 114 TUEL) che non ha scopo di lucro ma è vincolata al pareggio di bilancio, ossia con i soldi dei cittadini copre le spese di gestione come manutenzione delle infrastrutture e pagamento degli stipendi ai lavoratori e quello che avanza lo utilizza per abbattere i costi delle bollette e per migliorie varie del servizio. Al contrario una S.p.A. persegue (lecitamente) il profitto e quindi i soldi dei cittadini serviranno a fare utili da dividere tra gli azionisti e la tariffa che dovremo pagare la decideranno in un consiglio di amministrazione molto lontano dai bisogni dei cittadini sui territori. Speriamo di sbagliarci, ma tutto ci porta a pensare che invece si vada verso una gestione da parte di soggetti che hanno interesse a far soldi su un bene primario e vitale.
In spregio ai 27 milioni di cittadini italiani si sono espressi per una gestione pubblica dell’acqua».

De Matteis, in pratica, aveva chiesto al consiglio comunale, quale “atto cautelativo”, di aggiungere questo nel corpo della delibera:
“-RITENUTO di dover aderire all'Ente Idrico Campano, in conformità a quanto disposto dall'art. 21 della legge regionale n.15 del 7 dicembre 2015;
-FERMO RESTANDO le riserve riguardo alla rappresentanza degli Enti Locali all'interno dell'EIC e la limitazione delle competenze e dei poteri degli stessi;
-CON RISERVA di impugnazione dello statuto e degli atti consequenziali in caso di lesione delle competenze attribuite agli enti locali.”

L’emendamento è stato bocciato non per una mancata condivisione da parte della maggioranza, ma in quanto la riserva proposta è stata ritenuta superflua.
“Il Comune saprebbe certamente come regolarsi all’occorrenza”: questa la considerazione finale del sindaco.

Nicola Ciaramella

Federico De Matteis ha presentato anche quest'altro emendamento, anch'esso bocciato: