La classifica 2024 dei “migliori” ospedali d’Italia… ma deve esserci un errore…
Nella classifica dei “migliori” ospedali italiani non vediamo il nome di un “grande” ospedale diretto da un “grande” direttore, a cui interessano solo i numeri, che negò la pubblicazione sul “piccolo” Corriere di San Nicola dell’unico servizio (articolo con videointerviste) esistente al mondo in cui venivano portate alla ribalta le sue eccellenze mediche oncologiche…
A me 'sta cosa fa ridere un sacco.
Tempo fa feci un articolo con videointervista in cui parlai, sul “piccolo” Corriere di San Nicola, per primo in Italia e nel mondo, del “suo” ospedale, dell’eccellenza dei medici nei reparti di cura e di chirurgia oncologica, del percorso terapeutico, dei ….. eccetera eccetera eccetera.
A spiegare il tutto, appunto, l’eccellenza dei medici di quell’ospedale.
Un servizio, come diceva Totò, ... del quale non si sarebbe scordato mai più …dove si elogiava l’eccellenza di quell’ospedale, del quale quel tizio ebbe a trovarsi, ad un certo punto, direttore…
Faticai tantissimo a montare il video e a scrivere un articolo dettagliatissimo: non credo che ci siano altri giornalisti da queste parti in grado di poterlo fare… E poi ci misi dentro tutta la mia esperienza di malato di cancro da oltre dieci anni, reduce da sei operazioni (colon retto, tre metastasi al fegato e due ai polmoni) fatte tutte, però, in un altro grandissimo istituto. Ci misi dentro tutta la mia fiducia acquisita, usai il linguaggio del cuore per far capire alla gente malata di cancro quanto sia importante avere a pochi passi questo grandioso reparto di ospedale e come fare per accedervi ed essere curato.
Quando l’articolo ed il video con le interviste delle eccellenze mediche, che aderirono con entusiasmo al mio progetto di informazione, gli furono sottoposti per dare l’ok alla pubblicazione sul “piccolo” Corriere di San Nicola”, questo tizio disse, senza neanche leggere, “ma chi è questo giornalino che vorrebbe pubblicare queste cose? Ma va!”
Le cose importanti per questo tizio sono i numeri, quante operazioni si fanno (anche se non proprio necessarie), quanti “cicli”, non mestruali, si effettuano, quanti pazienti sopravvivono, anche se in quel momento sono più ossa che carne perché lasciati al loro destino (dato che non gli interessa), eccetera eccetera…
Insomma, a questo tizio che faceva il direttore di ospedale non necessitava un cavolo di far sapere quanta eccellenza avesse in casa propria, il significato dei percorsi intrapresi per cercare a tutti i costi e con tutte le strade possibili di salvare gli ammalati, la qualità delle prestazioni, il sorriso dei pazienti fiduciosamente in cura, eccetera eccetera…
Chi aveva vivisezionato il reparto oncologico del “suo” ospedale, cogliendone, attraverso queste preziose interviste, la qualità e la grandezza da far conoscere ai pazienti bisognevoli, era un “giornalino”…. Anche se questo “giornalino” era il primo ed unico ad aver portato (o meglio, a chiedere di portare) alla ribalta della conoscenza dei cittadini, dei pazienti e del nostro bistrattato territorio la magnificenza dei percorsi e delle cure offerte a quegli inconsapevoli poveracci di ammalati di tumore.
Squallidamente ancora di più, disse che oggi servono i numeri, le statistiche, i dati. A lui non gliene fregava un cavolo della qualità dei medici del “suo” ospedale… Ad una specie di tizio come lui interessava far carriera grazie ai numeri e i numeri che chiedeva ai suoi medici erano le operazioni eseguite… Del resto non gliene fotteva un cavolo. Che cavolo gli interessava se un paziente necessitava o no di operazione e se l’oncologo o il chirurgo aveva fatto bene? Che cavolo gli interessa delle liste di attesa? Che cavolo gliene fotte dei “piccoli” dettagli? Che cavolo gliene fotte della qualità della vita del degente e dell’ammalato? A lui interessavano i numeri, le operazioni e quant’altro di simile, perché le statistiche si fanno con i numeri delle operazioni fatte e non con le persone che schiattano o guariscono. I numeri si fanno con i medici che operano e non con i medici che, prima di operare, quale ultima spiaggia, assistono in tutto il possibile l’ammalato, lo curano, lo guidano nel percorso, lo affiancano scientificamente e umanamente. A lui che cavolo gliene fotte se un oncologo, se un chirurgo studia per far sì che l’ammalato giunga all’operazione solo come estrema possibilità, cercando prima con tutti i modi che la scienza mette a disposizione di salvarlo senza l’operazione? Un oncologo o chirurgo oncologo che ha studiato in tutto il mondo, che conosce tutto della medicina e della terapia oncologica, che vuole curare e sperare di salvare un ammalato senza operarlo subito, senza far subito un numero in più nella statistica delle operazioni, è uno che non gli serve, è uno che deve andare via dal “suo” ospedale perché non produce quei numeri che al tizio che comanda servono per far carriera, per far bella figura altamente remunerata, per entrare nella classifica dei “migliori” ospedali d’Italia ed essere osannato come un premio nobel…
Ahahahahaha. A me, in lotta da anni contro tumore e metastasi, ‘sta cosa fa ridere molto. E mi dona divertimento. Ahahaha. Quasi quasi devo ringraziarlo...
Che si può sperare con questa specie di dirigenti che c’è in giro?
Con questa gente in giro a “comandare” gli ospedali, che di sanità non sanno niente, quali speranze può avere un povero paziente ammalato di tumore?
Ah, dimenticavo… Il servizio fatto da un piccolo “giornalino”, unico servizio fatto nella storia per esaltare le preziosità dei medici oncologi, chirurghi oncologi ed analisti oncologici di questo “grande” ospedale, è qui, nell’archivio del “piccolo” Corriere di San Nicola, purtroppo non a disposizione degli ammalati che ne avrebbero bisogno per capire come muoversi per cercare di guarire.
Il “grande” ospedale diretto da questo tizio, invece, è, ma non riesco a vedere bene la posizione… nelle classifiche dei “Migliori ospedali” italiani, secondo le stime, fatte sui numeri, pubblicate da Agenas (Agenzia Nazionale dei Servizi Sanitari).
Mannaggia, porca miseria… Non lo vedo questo “grande” ospedale… Datemi una mano voi a cercarlo in questa classifica…
Ma no, deve esserci un errore di stampa…
Come errore, ma non di stampa, deve essere il fatto che 'sto tizio si trovi a dirigere questo “grande” ospedale.
Ma va!
La sanità? Con gente del genere al comando come può chiamarsi con questo nome?
Ma va! Ma vada! Sparisca per il bene dei tumorati!
Non vedo l'ora di fare un brindisi con me stesso, ammalato di cancro, il giorno in cui al posto di quest'ombra apparirà il sole.
Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola
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