«‘A lummenera ‘e Santu Nicola» 2024
Don Filippo e Don Antimo hanno benedetto anche quest’anno, come da tradizione, il falò acceso alla Rotonda e in Piazza Parrocchia.
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L’Enciclopedia “Corriere di San Nicola” spiega che cos’era questo rito e come si svolgeva…
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https://youtu.be/2zGm1LMDWqU
Non ci sono stati, questa volta, i balli folcloristici ad hoc, le coreografie e la musica che, come negli ultimi due anni (“La barca di Teseo” nel 2023 e sempre “La barca di Teseo”, con Peppe Rienzo, nel 2022, che resta l’edizione più bella della storia), avevano fatto da fondamentale e luminoso (è proprio il caso di dirlo) contorno a “La Lummenera di San Nicola” accesa in onore del Santo Protettore di San Nicola la Strada.
Lo si è molto chiaramente notato.
Ma la tradizione è comunque continuata.
Il primo falò è stato acceso alla Rotonda, davanti al sagrato di Santa Maria della Pietà, dagli atleti della Asd Atletica San Nicola. La cerimonia, come noto, è stata promossa nell’ambito del “Natale sannicolese 2024/25” dall’Amministrazione comunale con il nucleo della Protezione Civile, Pro loco ed altre associazioni. Presenti, tra gli altri, il sindaco Vito Marotta e l’assessore Alessia Tiscione.
A benedire il fuoco è stato il parroco Don Filippo Frattolillo, assistito dal diacono Don Alfonso Tiscione.
La “lummenera” -come qui opportunamente ricorda l’Enciclopedia “Corriere di San Nicola- è nella tradizione dedicata al santo protettore del paese, invocato alla vigilia della sua ricorrenza religiosa affinché il giorno dopo porti con sé serenità e prosperità ai cittadini.
A seguire, i valorosi insostituibili podisti della Asd Atletica San Nicola, capitanati dal presidente Pietro Maienza, hanno portato la fiaccola accesa attraverso alcune strade della città, per poi raggiungere Piazza Parrocchia, dove, grazie ai volontari della Protezione Civile, è stato acceso un secondo falò, benedetto dal parroco di Santa Maria degli Angeli, Don Antimo Vigliotta.
A porgere i saluti ai presenti, il sindaco e l’assessore Tiscione.
La scena finale, come l’anno scorso, ha visto, dall’alto delle scale della chiesa, un giovane del gruppo parrocchiale nei panni di San Nicola Patrono.
Biagio Pace
©Corriere di San Nicola
(disegno di Vittorio Di Tommaso©Corriere di San Nicola)
Grazie all’ Enciclopedia “Corriere di San Nicola”, fonte storica unica ed inesauribile di tutte le tradizioni sannicolesi, spieghiamo ora, come ogni anno, ai cittadini cos’era «‘A lummenera ‘e Santu Nicola».
LA LUMMENERA DI SAN NICOLA: TUTTA LA SUA STORIA VIVE SOLO NELL’ ENCICLOPEDIA “CORRIERE DI SAN NICOLA”
Innanzitutto, per i molti che non lo sanno, vediamo CHE COS’ERA LA “LUMMENERA DI SAN NICOLA”.
«’A lummenera ‘e Santu Nicola» è una delle più antiche tradizioni di San Nicola la Strada. E’ un falò, un rito propiziatorio che si accende la sera del 5 dicembre di ogni anno, alla vigilia di San Nicola, Santo Protettore della città, per far sì che egli porti prosperità e benessere.
La storia, ricercata nelle sue fonti disponibili da Nicola Ciaramella e pubblicata sull’Enciclopedia Corriere di San Nicola, racconta che quando San Nicola la Strada era un piccolo borgo agricolo con pochi abitanti tutti dediti alla coltivazione della terra, nella sera del 5 dicembre la gente si riuniva in tutti gli angoli delle principali strade del paese intorno ad un grande falò per fare baldoria.
A fare da colonna sonora ci pensavano i versi della filastrocca “Suonno si viene, viene alla buon’ora all’ora ca’ nasceva Santu Nicola”.
Come spiega lo storico Franco Nigro e come ricorda anche Nicola Ciaramella, dopo la mattinata e il pomeriggio spesi per raccogliere il materiale da bruciare (fascine, paglia, legna), la sera si faceva a gara, soprattutto nei due quartieri storici della città, il “Tuorno” (la Rotonda) e il “Trivice” (la piazza) per allestire le “lummenere” più grandi, più luminose e più durevoli.
«‘O tuorno», ovvero la Rotonda, dalla forma del largo intorno ai due “emisferi” cittadini spezzati dal Vialone, detta anche i “pellicci” (i prati) per l’erba che ricopriva i suoi campi. «‘O trivece», ovvero il “trivio”, dall’incrocio di Via XX Settembre (‘A via ‘a Maronna, detta così da quando esiste, perché era ed è la strada che conduce alla chiesa di Santa Maria della Pietà), Via Santa Croce (‘A via ‘a roce, detta così perché vi era una cappella della Santa Croce, patronato della settecentesca famiglia Santoro) e Via De Gasperi (‘A via ‘e pagliare, che conduceva al tenimento detto La Pagliara, ove nel 1813 la reale amministrazione acquistò del terreno per costruirci lo Stradone e i Passeggiatoi davanti alla reggia).
Ma non solo al “Tuorno” o al “Trivice”.
A fare la propria “lummenera" ci pensavano anche gli altri abitanti del paese, tutti rigorosamente individuati in base alla propria strada di provenienza.
C’erano, così, oltre alla “lummenera di for ‘o tuorno”, della “Via ‘a Maronna”, della “Via ‘e pagliare” e della “Via ‘a roce”, anche le “lummenere” di “ ‘A ret Sant Cummar” (Via SS. Cosma e Damiano), “ ‘A via ‘e nunziatelle” o “ ‘Ncopp ‘e taglie” (Via Appia), “ ‘a Via ‘e perruni” (Via Bronzetti), “ ‘A via ‘o turco” (Via Cairoli), ecc.
Ogni strada, insomma, aveva la sua “Lummenera”.
Tutti, il giorno dopo, a vantarsi di aver fatto quella con la fiamma più alta. Tutti a sfottersi e a scherzare (ma a volte si faceva anche sul serio...) per prendersi il merito di essere i campioni della “lummenera”.
Un po’ come un palio: dove per pochi batte il cuore del proprio quartiere e per tutti la gioia della propria città.
Tutti, insomma, per vincere una gara il cui unico premio era la soddisfazione di poterlo raccontare a tutti gli altri.
E poi, con il freddo imperante, la gente si riuniva intorno al fuoco e raccontava “i cunti” (chiacchiere, “fattarielli”, episodi realmente accaduti o personalmente vissuti e anche fantasie) nella speranza di trarre da essi insegnamenti, per sè stessi e per chi ascoltava.
A narrarli erano per lo più i vecchi, molto rispettati e dei quali si riconosceva la saggezza. E poi, mentre le strade della città continuavano a non spegnersi della luce dei falò, intorno al fuoco anche giochi, scherzi, balli e tammurriate organizzate dai più giovani e, immancabili, assaggi di vino nuovo, di pettole e fagioli e abbuffate di dolci fatti in casa. Momenti di grande socializzazione per tutti, vissuti all’insegna della semplicità.
C’era bisogno di calore e di allegria nella fredda serata invernale. Ed ecco, a questo punto, l'abilità dei giovani che si lanciavano a saltare nelle fiamme per raggiungere il lato opposto del falò. Era un gioco divertente, ma anche pericoloso, che suscitava meraviglia e ammirazione negli spettatori. Il giovane che attraversava il fuoco con un lungo salto sembrava un angelo che volava indenne, senza essere bruciato dalle alte fiamme.
Non si sa fino a quando «’A lummenera ‘e Santu Nicola» si è tenuta ogni anno.
Forse fino agli anni ’60, ma non è dato sapersi con precisione.
Fatto sta che in una San Nicola la Strada che cambiava continuamente volto (fino a trasformarsi da piccolo ameno ordinato centro agricolo dotato di propria anima, di una propria identità e di un proprio senso di appartenenza in una cosiddetta città senza capo né coda né anima), nessuno ha più pensato, o pensato poco, alle tradizioni.
Il “rito” fu, insomma, rispolverato dopo moltissimi anni. Sembra grazie alla Pro loco, ma neanche questo è dato sapersi con precisione, perché qualche vecchio amministratore dice che a far rinascere questa tradizione, dopo anni di silenzio, ebbe a pensarci la “sua” amministrazione. Comunque, ed è normalissimo, i contorni di questa “riesumazione” sono tutti praticamente nuovi, avendo la “lummenera” di oggi semplicemente il fine di ricordare una vecchia tradizione. Perché è praticamente impossibile (ma…chissà…), con i tempi cambiati, rivivere la “lummenera” così come realmente la vivevano i nostri avi.
Insomma, negli anni più recenti, quelli del ricordo di questa antichissima tradizione di San Nicola la Strada, a promuovere l’iniziativa, sotto l’egida del Comune e della Protezione Civile, è la Pro loco, che, dopo averla organizzata per alcuni anni nella Villetta Santa Maria delle Grazie (fino al 2018), lo fa ora in Piazza Parrocchia e alla Rotonda (una sola volta all’emiciclo Ovest e poi sempre all’Est). La speranza è che essa possa raccogliere nelle prossime edizioni più spettatori, considerato, purtroppo, il certamente non elevato numero di presenze registrate quest’anno. Segno di una tradizione che va a morire? Non sia mai! W sempre la “lummenera”! Magari con nuove proposte e nuove emozioni per ricordare una delle più antiche tradizioni di quell’ ex ameno borgo agricolo che si chiama San Nicola la Strada.
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2023: Il fuoco ardente della Lummenera 2023
2023: https://youtu.be/zHFqPdtZuFA (VIDEO)
2023: 5 dicembre, ’A lummenera ‘e Santu Nicola
2023: Rinviata «’A lummenera ‘e Santu Nicola»
2023: 5 dicembre, ’A lummenera ‘e Santu Nicola
2022: Lummenera 2022, respiro di “sannicolesità”
2022: https://youtu.be/ldp8dQMzWgA
2022: https://www.facebook.com/nicola.ciaramella.79/videos/667685844988786
...continua...
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