L’Altare della Reposizione in Santa Maria degli Angeli
Con la Messa in Cena Domini ha preso l'avvio il Triduo Pasquale. Don Francesco Catrame spiega il significato della celebrazione liturgica del Giovedi Santo.
Con la “S. Messa in Cena Domini” ha avuto inizio, anche in Santa Maria degli Angeli, alle ore 19 di giovedi 13 aprile, il “Triduo pasquale”, che ha il suo fulcro nella veglia pasquale e che termina con i Vespri della Domenica di Risurrezione. Formatosi nel IV secolo, esso comprende le celebrazioni liturgiche dei tre giorni che rappresentano, nel loro insieme, la vera e propria celebrazione annuale del mistero pasquale. «La liturgia vespertina del Giovedì Santo -spiega Don Francesco Catrame nel suo scritto sulla storia, spiritualità e liturgia della Santa Pasqua (pubblicato sul Corriere di San Nicola sin dall’inizio della Quaresima 2017)- “è caratterizzata dalla commemorazione dell'ultima Cena, durante la quale Gesù istituì l’Eucaristia; e del rito della lavanda dei piedi, svolto in quella circostanza: simbolo dell'amore di Gesù, che si esprimeva nel servizio. In questo giorno non si celebrano altre Messe tranne quella che il Vescovo celebra al mattino in cattedrale con tutti i sacerdoti La comunità cristiana comincia a celebrare il nucleo centrale della sua fede: Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo. In questa Messa si celebra l’istituzione dell’Eucaristia, l’istituzione dell’ordine sacerdotale e il comando del Signore sulla carità fraterna. La pellegrina Eteria racconta che nel secolo IV, in Gerusalemme, alla prima ora della notte (vale a dire alle ore 19,00), si celebrava, nella chiesa del Martyrium, dietro la Croce, una messa tutta speciale. La lavanda dei piedi (portata nel VII secolo in Spagna ed in Gallia e, solo nel XII secolo, nella liturgia romana) era il simbolo del servizio, inteso come iniziazione alla sequela totale di Cristo servo, e sia come segno di accoglienza. Concepita come solennità, al canto del Gloria si scioglievano le campane (il loro silenzio, dopo la Messa e fino al Gloria della Veglia pasquale, ebbe inizio nel secolo IX) poi, veniva riposto il Santissimo Sacramento. Al riguardo, è bene precisare che il luogo della reposizione del Santissimo Sacramento non è un sepolcro! E' solamente un luogo ove conservare il Pane eucaristico per la comunione del Venerdì Santo. La confusione al riguardo è nata verso la fine del Medioevo, allorché le celebrazioni del Triduo vennero anticipate al mattino, compresa la veglia Pasquale. Nel Medioevo era sorta la devozione di stare in preghiera per quaranta ore dopo l'adorazione della Croce al Venerdì. Anticipando la Veglia Pasquale al mattino, anche questa adorazione presso il “sepolcro” venne anticipata al Giovedì, dando così origine al malinteso».
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I“Sepolcri” allestiti nella navata di sinistra della Chiesa di Santa Maria degli Angeli: L'altare della reposizione nella liturgia cattolica è il luogo in cui viene riposta e conservata l’Eucaristia al termine della messa serale del Giovedi Santo, denominata “Messa in Coena Domini”, ovvero Messa nella Cena del Signore
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