La VIA APPIA "SANNICOLESE": quei 2.358 metri della piccola San Nicola la Strada entrati nel grande patrimonio UNESCO…
La mirabile “Regina Viarum” che gli antichi romani costruirono da Roma a Brindisi per oltre seicento chilometri (e che per un brevissimo tratto attraversa anche la nostra città) è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità.
Dal 27 luglio 2024 l’UNESCO (“United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization”) ha inserito la Via Appia (la “Regina Viarum”) costruita dagli antichi Romani nel patrimonio culturale dell’Umanità.
Nel Patrimonio Mondiale riconosciuto dalla “Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura” sono compresi, come si sa, i beni aventi un valore eccezionale universale sul piano storico, artistico, scientifico, estetico, etnologico o antropologico (monumenti, opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico; agglomerati, gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico; siti, opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico).
L’Italia diviene, così, il paese che ha più Siti riconosciuti dall’Unesco: 60, contro i 59 della Cina. In totale sono 1200 (934 siti culturali, 227 naturali e 39 misti) presenti in 168 Paesi del mondo.
Si è trattato, come specifica un apposito comunicato stampa, della prima candidatura promossa direttamente dal Ministero della Cultura, che ha coordinato tutte le fasi del previsto iter procedurale, nel quale sono state coinvolte 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 Città metropolitane e Province, 74 Comuni, 14 Parchi, 25 Università, numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, nonché il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede.
“L'UNESCO” -ha detto, giustamente raggiante, il ministro della cultura Sangiuliano- “ha colto l’eccezionale valore universale di una straordinaria opera ingegneristica che nei secoli è stata essenziale per gli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l’Oriente. È un riconoscimento del valore della nostra storia e della nostra identità, dal quale può nascere una valorizzazione in grado di portare benefici economici ai territori interessati”.
L’Appia, come racconta la storia, fu la prima delle grandi strade di Roma costruite con tecniche innovative, veri e propri capolavori di ingegneria civile che si affiancarono alle vie naturali e che costituiscono i monumenti più durevoli della civiltà romana.
Il tracciato, iniziato nel 312 a.C. per volere del console e censore Appio Claudio detto “il Cieco” per collegare Roma a Capua, fu poi prolungato fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente, man mano che avanzava la conquista romana.
Nel 109 d.C., per agevolare il percorso nel tratto da Benevento a Brindisi, fu fatta realizzare, dall’Imperatore Traiano, la Via Appia Traiana (anch’essa, contestualmente, dichiarata patrimonio mondiale), praticamente la prima “variante” in opere pubbliche della storia (i Romani dell’Impero sono stati antesignani anche in questo).
La Regina Viarum fu, è vero, concepita per le notevoli esigenze militari, ma non ci mise molto a diventare strada di grandi comunicazioni commerciali e di primarie trasmissioni culturali.
Nel tempo essa è diventata il modello di tutte le successive vie pubbliche romane così come, in un certo senso, l’origine del complesso sistema viario dell’Impero, che è anche alla base dell’attuale rete di comunicazione del bacino del Mediterraneo.
Via Appia nel patrimonio dell’UNESCO…
Come può un sannicolese, figlio di questa terra che porta sempre e dovunque nel cuore, non esaltarsi di fronte ad una notizia del genere?
Poco più di due chilometri della più grande strada dell’antichità mai costruita dall’uomo, infatti, riconosciuta valore culturale dell’umanità, appartengono anche a San Nicola la Strada.
Un piccolo tratto di strada che ha ispirato il nome della nostra città.
San Nicola la Strada, come si sa e come chi non sa deve sapere, prende il suo nome oltre che dal Santo, Nicola, vescovo di Mira nell'Asia Minore (le cui reliquie nell' XI sec. furono trasportate a Bari, da dove il suo culto si diffuse in tutta la penisola) anche dal toponimo “la Strada”, riferito all'antica Via Appia (Leggi «Un Santo miracoloso e la “Regina” delle strade nel glorioso destino di una città: https://www.corrieredisannicola.it/san-nicola-e-la-sua-storia/notizie/tuttosannicola/storia/un-santo-miracoloso-e-la-regina-delle-strade-nel-glorioso-destino-di-una-citta», da “Corriere di San Nicola”, dir. resp. Nicola Ciaramella).
La VIA APPIA "SANNICOLESE" occupa il tratto rettilineo della Regina Viarum proveniente dai confini con Maddaloni e Caserta (altezza incrocio con Via Paul Harris), che attraversa Piazza Parrocchia, Piazza Municipio, il Vialone Carlo III e prosegue sulla Strada Prov. le Ponteselice-Appia Antica fino al confine con i comuni di Casagiove e Recale (altezza fabbrica Titagarh Firema).
Sono, esattamente, 2.358 metri e quarantanove centimetri (lo hanno misurato Biagio Pace e Nicola Ciaramella: è la prima volta nella storia di San Nicola la Strada, città che prende il nome dalla Via Appia).
A ricordare alla storia che quel tratto appartiene alla Via Appia costruita dagli antichi Romani, c’è una colonna in granito rosso, in Piazza Parrocchia, all’incrocio tra Via Appia e Via Bronzetti. Sorge, praticamente, proprio a metà del tratto “sannicolese” di Via Appia. Alla sua base vi era, fino ad alcuni anni fa, come è riportato negli “Angoli sannicolesi” del Corriere di San Nicola (https://www.corrieredisannicola.it/angoli-sannicolesi/notizie/angoli-sannicolesi/la-colonna-di-epoca-romana), un cippo marmoreo collocato dall’amministrazione comunale, che fu inaugurato il 18 dicembre 1988, alle ore 11:00, in ricordo e a celebrazione del XXIII centenario della costruzione della antica Via Appia dei Romani.
Lo ha scritto, con amarezza, Paolo Rumiz, esimio collega giornalista, che in ventinove giorni tra maggio e giugno 2015 percorse a piedi i 612 chilometri da Roma a Brindisi (“L'abbiamo ricoperta di tangenziali, parcheggi, supermercati, campi da arare, cave, sbarrata con cancelli, camuffata con cento altri nomi, presa talvolta a picconate peggio dell'Isis”).
Lo ha detto, giustamente trionfante, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, esimio collega giornalista, che ha accolto con gioia e soddisfazione la nuova iscrizione nella lista dell’UNESCO.
Ora il grande patrimonio storico-sociale-culturale rappresentato dalla Via Appia va valorizzato, tutelato e turisticamente sviluppato.
Già esistono, così si dice, molti progetti elaborati o pensati da Comuni ricompresi nell’itinerario della Via Appia. E’ il momento di cominciare a lavorarci sopra.
Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola
Nicola Ciaramella è iscritto all'Albo Nazionale dei Giornalisti dal 29/1/1991; è il primo ed unico giornalista ad aver fondato testate giornalistiche dedicate alla città di San Nicola la Strada (https://www.corrieredisannicola.it/varie/notizie/varie/chi-e-nicola-ciaramella).
Il "Corriere di San Nicola", registrato al Tribunale di S. Maria C. V. n. 487 del 20-1-1997, è la più vecchia testata giornalistica locale della provincia di Caserta (https://www.corrieredisannicola.it/varie/notizie/varie/chi-e-il-corriere-di-san-nicola).
TUTTO IL TRATTO DELLA VIA APPIA SANNICOLESE:
NIKIPEDIA
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l' Enciclopedia
di San Nicola
la Strada
fondata e diretta
da
Nicola Ciaramella
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