“Pellegrini di speranza” in Santa Maria degli Angeli
Giovedi Santo 2025: celebrata da Don Antimo la messa in “coena domini” con il rito della lavanda dei piedi.
L’Altare della Reposizione meravigliosamente ispirato all’anno giubilare.
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https://youtu.be/DzDy0EAUBsQ (su canale Youtube Corriere di San Nicola)
https://www.facebook.com/nicola.ciaramella.79/videos/601853458980056 (su Facebook)
Giovedi 17 aprile, con la messa “in coena Domini”, è iniziato Triduo Pasquale 2025.
In questo giorno si ricorda l'ultima cena di Gesù con i suoi discepoli, consumata prima della sua passione, nella quale egli consegnò a loro il comandamento dell'amore ("Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi"), dopo aver lavato loro i piedi (simbolo dell'amore di Gesù, che si esprimeva nel servizio) ed istituendo il sacramento dell'Eucaristia.
In questo giorno non si celebrano altre messe tranne quella che il vescovo celebra al mattino in cattedrale con tutti i sacerdoti: questa celebrazione eucaristica è detta “crismale” perché il vescovo consacra il Crisma, olio e balsamo, da utilizzare nel battesimo, nella cresima e nell’ordinazione di sacerdoti e vescovi. Oltre al Crisma il Vescovo benedice l’olio dei catecumeni, ovvero i battezzandi, che si usa nel battesimo e l’olio degli infermi per il sollievo di coloro che sono provati nel corpo e nello spirito.
In questo stesso giorno si ricorda l’istituzione del sacerdozio da parte di Gesù; e per questo motivo tutti i sacerdoti rinnovano le promesse fatte la prima volta il giorno in cui sono stati ordinati sacerdoti.
Fede e tanta partecipazione anche nella chiesa “madre” di San Nicola la Strada, Santa Maria degli Angeli, che sta vivendo una fase della sua storia molto particolare per gli ingenti e costosissimi lavori di ristrutturazione in corso.
Il parroco Don Antimo Vigliotta, assistito dal vice parroco Don Pierino Pepe e dal diacono Don Raffaele Santamaria, ha celebrato la “Messa in cena domini” (messa nella cena del Signore), che ha avuto il suo momento centrale con il rito della lavanda dei piedi a dodici fedeli, simboleggianti i dodici apostoli.
Al termine della celebrazione, il momento culminante del Giovedi Santo, come vuole la liturgia cattolica, della venerazione dei “Sepolcri" (così molto impropriamente definiti) allestiti sull'Altare della Reposizione, che è, invece, propriamente, il luogo in cui viene riposta e conservata l’Eucaristia, il Pane eucaristico per la comunione del Venerdì Santo.
La liturgia cattolica prevede che l'altare della reposizione non coincida con l'altare dove è di consueto riporre il SS. Sacramento. È inoltre tradizione che nelle chiese l'altare della reposizione sia addobbato in modo solenne, con composizioni floreali o altri simboli, in omaggio all'Eucaristia, che viene conservata in un'urna, detta tabernacolo, per poter permettere la Comunione nel giorno seguente, il Venerdì santo, ai fedeli che partecipano alla celebrazione della Passione del Signore. Infatti il Venerdì santo non si offre il Sacrificio della Messa, e dunque non si consacra l'Eucaristia. Inoltre la reposizione dell'Eucaristia si compie per invitare i fedeli all'adorazione nella sera del Giovedì santo e nella notte tra Giovedì e Venerdì santo, in ricordo dell'istituzione del sacramento dell'Eucaristia e nella meditazione sopra i misteri della Passione di Cristo, soprattutto sopra quello dell'agonia nel Getsemani.
L'altare della reposizione rimane allestito fino al pomeriggio del Venerdì santo, quando, durante la celebrazione della Passione del Signore, l'Eucaristia viene distribuita ai fedeli; se le ostie consacrate non sono state consumate interamente, esse vengono conservate non in chiesa ma in un luogo appartato, e l'altare viene dismesso, per ricordare con austerità la morte di Gesù in croce, fino al giorno seguente, quando durante la Veglia pasquale si celebra la risurrezione di Gesù.
Nell’Altare della reposizione viene riposta l'Eucaristia, ossia le ostie precedentemente consacrate, che la Chiesa cattolica crede essere il segno sacramentale di Gesù Cristo vivo e risorto. L'altare della reposizione non è dunque un sepolcro che simboleggia la morte di Gesù, ma un luogo in cui adorare l'Eucaristia.
L’ Altare della Reposizione 2025 di Santa Maria degli Angeli, progettato dal priore dell'Arciconfraternita di San Nicola di Bari e SS. Rosario, Pietro Ianniello, e realizzato con la collaborazione degli amici della parrocchia, è stato ispirato, come fortemente voluto da Don Antimo, al tema dell’anno giubilare, riprendendo il logo e lo slogan dell’Anno Santo: “La Porta Santa si apre su Gesù Eucarestia. La piccola apertura centrale che fa intravedere la luce, attraversare la porta, ci fa incontrare la speranza che è Gesù. Oltre la porta c’è la luce, quindi chiunque attraversa quella porta ha la speranza della resurrezione, la salvezza”.
Le lampade accese in anfore simboleggiano i pellegrini di speranza, ovvero “ciascuno di noi in cammino nel buio della vita alla ricerca della luce vera. Esse sono diverse, non sono perfette, sono simbolo di ciascuno di noi”.
Il programma del Triduo pasquale prevede per venerdi santo 18 aprile, alle ore 19:30, la Via Crucis animata dai giovani; sabato alle 21:30 c’è la veglia pasquale; le messe di domenica, durante le quali si può prendere l’acqua santa, ci sono alle ore 8:00, 10:30, 12:00 e 19:00.
©Corriere di San Nicola
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