Buone notizie! The Bright Side, il lato positivo delle cose

Come non lasciarsi manipolare dalle informazioni.
Intervista alla coordinatrice editoriale Maria Pia Tucci


Abbiamo cercato di farlo dalle pagine di questo giornale, qualche volta ci siamo riusciti, di certo non quanto avremmo voluto: abbiamo cercato di raccontare il bello, così ci è successo di scoprire storie straordinarie, associazioni culturali che si sono riprese un territorio devastato dalla criminalità, iniziative di grande umanità che hanno salvato, la bellezza che è risorta in un deserto di bruttezza, la cultura che ha trionfato sull’ignoranza.
Ci siamo accorti, insomma, che esiste una meravigliosa umanità e che l’informazione non è fatta solo di brutte notizie, anche se c’è qualcuno che costantemente cerca di raccontarci una realtà che non esiste, per giocare sulle nostre paure, per farci intravedere un futuro disastroso e devastante.
Non è così, non è quello il mondo reale. È questo lo spirito che sta animando una singolare iniziativa, the Bright side, che tradotto diventa il lato positivo (in realtà letteralmente bright significa luminoso, deriva da luce).
Si tratta di una Community che valorizza solo le buone notizie e le buone pratiche; sì, perché troppo spesso ci riempiono solo di parole; invece, avere degli esempi concreti aiuta a resistere, serve a convincerci che tutto è possibile, e che se altri hanno scommesso e vinto, possiamo farlo anche noi. La positività ci fa credere che un altro mondo possa esistere.
I promotori di questa iniziativa si definiscono cacciatori di buone notizie; attraverso un setaccio filtrano la realtà, per trovare le tre B: Bene, Bello, Buono.
Sul sito http://www.associazionetbs.it/ vi sono diverse sessioni, fra cui il Tg delle buone notizie, la Top Good news, le interviste positive e poi i temi spaziano dall’ecologia all’ambiente, dalla scuola alla cultura, al volontariato fino ad arrivare a tutti quei temi che solo a pronunciarli mettono di buon umore.
Il manifesto degli Bright Sider annuncia: L'associazione The Bright Side nasce per promuovere la lettura e l’informazione positiva dei cittadini e la formazione consapevole all'uso dei media e dei social.

Abbiamo intervistato la coordinatrice editoriale, Maria Pia Tucci e abbiamo voluto iniziare rivolgendole una domanda insolita:

-Ci parla delle... tre B?

«Siamo una rete di "Cacciatori di Buone Notizie" e, insieme al manifesto della positività, le tre B (“Bene, Bello e Buono del mondo”) costituiscono la mission dell’associazione no profit The Bright Side, che nasce per promuovere la lettura e l’informazione positiva e la formazione consapevole all'uso dei media e dei social.
Il Bene è nell’attenzione all’altro e quindi tutte le notizie che parlano di bene comune e che hanno a che fare con la costruzione di una società più egalitaria. L’attenzione al Bello si traduce nella tutela e nella valorizzazione della bellezza ambientale e dei beni culturali, il Buono è particolarmente orientato a voler raccontare le buone pratiche».

-Domanda classica e scontata: come è nata l’idea di questo portale?

«L’idea è nata con l’obiettivo di promuovere il più possibile la cultura dell’informazione positiva, mettendo al centro il racconto del bello che c’è, senza mai perdere di vista la deontologia legata alle regole della buona informazione».

-Come si svolge la ricerca delle buone notizie? Ricevete segnalazioni, vi concentrate su particolari temi, avete fonti da consultare? 

«Facciamo la tipica rassegna stampa, avvalendoci di quotidiani, settimanali e riviste, ricercando in rete le good news, per poi rilanciare gli articoli che raccontano storie “positive” in grado di far riconquistare al lettore il senso di speranza e fiducia. Accettiamo segnalazioni, verifichiamo le news e noi stessi diventiamo reporter delle buone notizie producendo interviste che poi pubblichiamo sul nostro sito e diffondiamo sui nostri canali social.
Abbiamo 14 rubriche che abbracciano i temi del sociale, della cultura dell’economia. Dal Tg Brigth curato dai più giovani, alla canzone positiva, alla Buona PA, al Tg del Volontariato, curati da altrettanti “volontari delle buone notizie”, 100 soci ordinari e 25 sostenitori che sono per noi una fonte inesauribile di buone notizie da divulgare».

-Nella sessione dedicata al Tg delle buone notizie, si legge che queste ultime sono volte ad aiutare bambini e ragazzi ad allenare la positività, notando il bello che accade nel mondo e che non viene raccontato.
Alla luce delle polemiche sulla didattica a distanza nelle scuole, qual è, secondo te, il pericolo più grande che corrono le nuove generazioni? 

«C’è un dato di fatto: la scuola tradizionale, come l’abbiamo conosciuta fino a qualche mese fa, probabilmente non esiste più. Il mutamento sociale, pagato a caro prezzo, del quale siamo stati protagonisti a causa della pandemia da Covid-19 ha azzerato quello che era il sistema scolastico tradizionale. Le nuove generazioni corrono il rischio di non recuperare più una tappa importante della loro formazione come persone, uomini e donne di domani. La scuola non è solo libri da studiare. La scuola è un sistema sociale, educativo e culturale e come tale non può prescindere dall’essere una comunità fatta di regole e spazi condivisi».

-Vi rivolgete molto, anche attraverso iniziative concrete, al mondo della scuola, per aiutare i ragazzi a sviluppare il pensiero critico. Ci spieghi bene questo concetto?
E cosa pensi dell’analfabetismo funzionale? Sono due fattori collegati?

«Il pensiero critico si sviluppa grazie ad una cultura pervasiva, che abbraccia cioè più ambiti del sapere e che metta la persona nelle condizioni di relazionarsi in modo obiettivo e competente, con gli altri e con il sistema sociale nel quale è inserito. Pensiero critico è, se vogliamo parlare dei mezzi di comunicazione, il non lasciarsi manipolare dalle informazioni, acquisendole senza “opporre resistenza” o dando per scontato che quella è l’unica verità. L’esempio più immediato è quello delle fake news. La ricerca e l’applicazione delle conoscenze al contesto sociale aiutano a combattere anche quei numeri, in crescita dell’analfabetismo funzionale».
 
Non esistono solo fake news, ma anche notizie manipolate, The Bright side mette a disposizione strumenti utili, per non essere più vittime di una cattiva informazione. Il sito web, attraverso le sue iniziative, mette l’accento su un tema importantissimo e molto diffuso nel nostro paese, purtroppo: come si possono avere idee chiare e comprendere il mondo, se non s’impara a elaborare tutte le informazioni che ci arrivano da più fonti? A verificarle, a metterle in dubbio?
La conoscenza, se non incontra il senso critico, non serve a nulla.
Maria Pia ci ha confidato di essere calabrese e di aver studiato a Napoli, città che ogni tanto torna a visitare per la sua bellezza (come darle torto?).
Quando le ho detto “Ho una buona notizia!”, lei mi ha risposto immediatamente: “Stai parlando con la persona giusta!”.
La buona notizia era che finalmente avevo preparato le domande per l’intervista. Vedere il lato positivo? Non è sempre facile, lo sappiamo bene, specialmente in questo periodo, ma non perdiamoci d’animo e diventiamo anche noi cercatori di felicità, fruitori e promotori di una vera informazione, che ci insegni una visione più libera, quella del mondo reale. Tutto è possibile.

Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola

https://www.facebook.com/gangelino1


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Alcune buone notizie dal Corriere di San Nicola:

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