Cantine aperte, "un tesoro nascosto"

La soddisfazione di Pasquale Delli Paoli alla prima iniziativa della Pro Loco con lui presidente: “Abbiamo esplorato luoghi intrisi di storia



La Pro Loco guidata dal nuovo presidente Pasquale Delli Paoli ha ufficialmente dato l’avvio ai lavori. La prima iniziativa del nuovo corso, denominata “Cantine aperte”, ha suscitato meraviglia ed emozione nel massimo rappresentante della massima associazione cittadina.

Per me è tata un’esperienza molto particolare -ha detto Delli Paoli al Corriere di San Nicola- soprattutto perché non avevo mai visitato queste cantine. Una scoperta indubbiamente interessante, sono tesori nascosti che abbiamo sul territorio comunale. Non fa niente che non ci sia stata molta partecipazione, sarà per la prossima volta. In qualità di presidente ho voluto, insieme agli altri amici della Pro Loco, rinnovare questa tradizione di aprire al pubblico le porte di queste cantine dando vita ad un progetto di valorizzazione del nostro patrimonio enologico. Abbiamo esplorato luoghi intrisi di storia, dove le pareti di tufo raccontano storie di generazioni dedite all’arte della vinificazione. Tutto, quindi, in perfetta sintonia con le finalità della nostra associazione, che sono quelle di promuovere attivamente tradizioni locali e iniziative che coinvolgano un po’ tutti i cittadini e che devono rappresentare uno sprone per le generazioni future. La scoperta o la rivisitazione di questi luoghi rappresentano la storia, la vita quotidiana che crea un ponte significativo tra il passato e il futuro”.

Dalla visita, nel primo pomeriggio, alle cantine private dei signori Leone (in Via Bronzetti 67) e D’Andrea (Nicola D'Andrea in Via Bronzetti 95 e Pierino D'Andrea in Via Bronzetti 103) all’incontro serale nel salone borbonico.

Durante la serata -ha continuato il presidente Delli Paoli- si è assistito praticamente allo sviluppo dal vivo di quella che è la vinificazione. Preziosi e competenti sono stati gli interventi di Nicola D’Andrea e Giuseppe Leone, autentici artefici di una dimostrazione pratica di come a suo tempo si faceva il vino”.   

Hanno preso la parola anche il sindaco Vito Marotta e Michele Vigliotti: quest’ultimo ha parlato della struttura delle cantine.

Molto contento anche il coordinatore della Protezione Civile, Ciro De Maio, socio della Pro Loco, sempre presente in tutte le iniziative in cui si celebra il ricordo della tradizione.

E’ stata un’esperienza entusiasmante e bellissima -ci ha detto- ”che ci ha fatto capire che a San Nicola abbiamo un tesoro sotterraneo, che si potrebbe valorizzare a livello turistico. Chiamare cantine queste strutture è riduttivo: sono dei veri capolavori".

Nicola D’Andrea ha offerto questa autentica e appassionante lezione sul processo di vinificazione tramandato da suo padre, articolandola in dettaglio nelle varie fasi che portano dall’uva al vino. 
Questa la sua squisitissima relazione:

«Prima fase per ottenere la vinificazione è la vendemmia, ossia la raccolta dell'uva dai vigneti. Nel mio caso e dell'amico Peppe Leone ci serviamo dei vigneti Avellinesi dell'Aglianico di Taurasi.
La determinazione della buona qualità del prodotto è quella della misurazione sul terreno di raccolta, del grado zuccherino dell'uva, mediante un apposito strumento chiamato Rifrattometro che è uno strumento di misura ottica, che attraverso   un procedimento semplice riesce a determinare la misurazione del grado zuccherino dell' uva.
Più è alto il grado zuccherino dell'uva migliore sarà la qualità del vino.
Poi c’è la pigiatura.
Arrivata a destinazione l' uva viene introdotta in un macchinario elettrico chiamato Pigia dirapastrice che ha la funzione di macerazione dei grappoli d'uva e  la separazione dei chicchi dai raspi.
Una volta finito questo processo,  l' uva macerata viene lasciata nei tini in attesa della " fermentazione" che inizierà nelle successive 24/36 ore.
A fermentazione avviata 2/3 volte al giorno viene effettuato il "rimontaggio" , che è un passaggio della fermentazione alcolica e permette di spostare il mosto dalla parte inferiore del tino nella parte superiore , nel nostro caso essendo  una produzione artigianale, il rimontaggio così come tutte le altre cose, vengono fatte in modo manuale
Torchiatura del vino. 
Una volta fermentata l'uva, si procede con la fase della torchiatura o svinatura, e nel nostro caso si procede quando sono rimasti 1/2° di zuccheri, i quali vengono monitorati tutti i giorni con uno strumento chiamato "mostimetro". La torchiatura viene fatta con un torchio meccanico. Vengono sistemate nel torchio le vinacce bagnate e vengono pressate; in questo modo avviene la separazione delle bucce dal succo d'uva. 
Deposito del vino. 
Una volta finita la fase di torchiatura il vino prodotto viene depositato in un cantina nelle apposite damigiane.
Il primo travaso viene effettuato dopo circa un mese dalla svinatura, un secondo travaso verso il mese di dicembre ed un terzo ed ultimo a febbraio.
Nei successivi mesi di marzo ed aprile è possibile procedere all' imbottigliamento».


In archivio, dunque, “Cantine aperte”, la Pro Loco è ora già quasi pronta per la prossima iniziativa: un concorso pubblico sul “presepe più bello” allo scopo di contribuire allo sviluppo e alla tradizione del presepe, al fine valorizzare il patrimonio culturale del territorio comunale promuovendo, come sempre sarà durante il mandato di Pasquale Delli Paoli, la partecipazione attiva dei cittadini. Perché, come ha detto nel corso della nostra videointervista e come ha ribadito in questa occasione a chiare ed inequivocabili lettere, “la Pro Loco è di tutti e tutti possono proporre iniziative e collaborare fattivamente alla loro realizzazione”.


©Corriere di San Nicola 
DIRITTI RISERVATI

(nella foto in alto: a sx, Pasquale Delli Paoli durante il suo intervento nel salone borbonico; a dx Nicola D'Andrea al lavoro... )

GALLERIA FOTOGRAFICA
(Foto di Ciro De Maio inviate al Corriere di San Nicola)



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Foto dalla cantina "Quattova" inviateci da Nicola D'Andrea