Quelli del glorioso “Vecchio San Marco”

Si sono gioiosamente ritrovati, per la prima volta tutti insieme dopo quasi quarant’anni, i calciatori che fecero grande l’ U.S. San Marco Evangelista dal 1978 al 1981.
Molti e famosi i nomi, tutti scolpiti nella storia sportiva della città, tra i quali alcuni sannicolesi.
Momenti di commozione quando si sono ricordati amici che non ci sono più.


«Oggi è una giornata storica, da ricordare per gli amici che si sono ritrovati dopo tanto tempo: quei giocatori che hanno fatto grande il calcio a San Marco Evangelista tra il 1978 ed il 1981 con due campionati vinti di prima e seconda categoria. Una bellissima serata dove ti prende forte la nostalgia e non riesci a trattenere la commozione. Tanti baci ed abbracci a ricordare un tempo che è volato via e che non tornerà mai più. Le lacrime hanno solcato le guance di qualcuno, tutto sarà indimenticabile».

A raccontare è Fabrizio Caiazza, il capitano di quella squadra straordinaria che quarant’anni fa seminò, da San Marco e per tutta la provincia, ardore, bravura e simpatia.
Fabrizio, si sa, è un vulcano sempre acceso. Un organizzatore eccellente. Non poteva non partire dalla sua mente e dal suo cuore l’idea di riunirne i componenti per riabbracciarsi e condividere quei meravigliosi ricordi.
Con lui, a preparare meticolosamente l’evento, Paolo Marino, “il giocatore che sulle fasce volava come se avesse le ali ai piedi e che faceva i cento metri in undici secondi netti”.

Ad accogliere il gruppo, nella serata di mercoledi 27 giugno, il ristorante Belvedere di San Leucio.
Tutti meravigliosamente lì, signori più o meno sessantenni; tutti, salvo qualche eccezione, con i capelli grigi ben avviati sulla strada del bianco; tutti con il solito, immutato spirito goliardico a festeggiare il ricordo di un’esperienza che ha segnato la loro gioventù.
Tutti attorno ad un tavolo imbandito con il sapore dell’amicizia e dell’entusiasmo: gli stessi sentimenti genuini di allora a suggellarne lo splendore.
Tutti insieme appassionatamente: Fabrizio Caiazza, Pasquale Bottone, Agostino Pasquariello (“il portiere dalle parate impossibili”), Annibale Santacroce, Saverio Sempreviva, Giuseppe Dello Stretto, Biagio Dello Stretto, Giuseppe Pizza, Gabriele Gallo, Pasquale Iuliano, Rocco Argenziano, Giuseppe Picazio, Vincenzo Scopelliti, Leopoldo Cristillo, Paolo Marino, Raffaele Fatigati, Donato Capuano, Benedetto Santangelo, Luigi Casella, Carmine Di Blasio.
Ci teneva tanto anche l’allenatore Ennio Nigro, ma sopraggiunti motivi familiari lo hanno costretto a rimanere a Cuneo.

E’ stato un tourbillon inesauribile di emozioni.
Non mi è stato possibile esserci fisicamente, ma il mio pensiero era lì ed alcuni di quei momenti ho avuto l’onore di viverli in diretta, con il cel tra le mani a sentire e vedere quello che di indescrivibilmente meraviglioso stava accadendo.
L’amicizia e l’affetto che mi legano ai sannicolesi che stavano lì non è cosa da poco. Con alcuni di loro ho vissuto anni stupendi della mia fanciullezza (Pasquale Bottone è stato mio amatissimo compagno di scuola alle medie) e la cosa più bella è che siamo ancora affezionatissimi amici e ci incontriamo spesso.
E poi io andavo sovente a vedere le partite; ero di quelli che soffrivano quando si perdeva; ma ho gioito tantissimo.
L’altra cosa che mi aveva letteralmente catturato facendomi vivere con piacere immenso i giorni precedenti, è stato il gruppo Whatsapp “Vecchio San Marco”, creato e così magicamente denominato da Paolo Marino. Vi ho trovato messaggi di una intensità travolgente, brividi che mi percorrono ogniqualvolta li rileggo.

Il discorso del capitano è stato penetrante, pervaso di fiamma e poesia.
Dettato dalla spontaneità, dalla simpatia, da quella carica umana che Fabrizio ha sempre saputo trasmettere. Ogni parola che dice la sente, cattura inevitabilmente l’attenzione di chi ascolta, trascinandolo in forti emozioni. Fabrizio è icona di passione, rispetto, intelligenza, educazione. Racconta di tempi che appaiono tanto lontani non solo per gli anni che sono passati, ma soprattutto per il decadere dei valori e dei sentimenti che li animarono: “Eravamo non solo una squadra di calcio, ma un gruppo inossidabile. Tutti per uno, uno per tutti. Siamo contenti di aver dato una grandissima soddisfazione alla città di San Marco. Mi ricordo che i tifosi ci seguivano dovunque eravamo chiamati a giocare».
E poi a ricordare tanti di quegli episodi dei quali è indelebilmente scolpita la loro vita non solo sportiva: le amarezze, le gioie, i momenti vissuti insieme negli spogliatoi, in campo: «Sono fiero ed orgoglioso di essere stato il capitano di questo straordinario gruppo. Mai potrò dimenticarlo!».

Il momento più commovente è stato il ricordo degli amici che non ci sono piu: Francesco Lanzante, detto “baulone”, il presidente Nicola Affinito, il mister Aldo Picazio (“Un sanguigno, un passionale, tecnico di elevata competenza, il migliore di noi per quello che sapeva trasmettere ai giocatori soprattutto sul piano umano e sociale”), Femiano, Paolella, Lino Santamaria.
Un momento di raccoglimento e di dolore ha sancito la loro dolorosa assenza.
«Ci hanno lasciato nella tristezza, che oggi è diventata nostalgia. Ci siamo prefissati -ci ha detto Fabrizio- di andare tutti insieme a rendere visita a questi magnifici compagni nei luoghi dove riposano in pace».

Un’altra splendida chicca del Caiazza-pensiero: la solidarietà.
Su sua proposta, immediatamente accolta e condivisa, “una piccola aggiunta al conto finale”.
Tra gli assenti a malincuore c’era anche un altro compagno, il cui nipote è disabile ed ha grande passione per i videogiochi. Il gruppo ha deciso di regalargliene uno bellissimo, con dedica speciale “Vecchio San Marco”: «Un segno, semplice ma molto sentito, di quella generosità che ha sempre animato questo gruppo. I giocatori del San Marco erano forti nel calcio ma lo sono sempre stati anche nella vita».

E poi, alla fine, spontaneamente arrivato come gli altri, il momento delle speranze e delle promesse. Dal vivo, come sui post del gruppo Whatsapp dei giorni dopo.
Non perdiamoci”, “Generalmente le date di un evento si evidenziano sul calendario, ma io il 27 giugno 2018 l’ho evidenziato nel mio cuore”, “Pensavamo da tempo di incontrarci. Non è stato facile riuscirci, ma con la buona volontà e la tenacia ce l’abbiamo fatta”.
I messaggi, insomma, sono più che chiari e forti.
Chi conosce Fabrizio Caiazza sa che non finisce qui.
Ottima cena con "antipasto misto di terra e cose sfiziose, paccheri ripieni in salsa rosa e basilico, carrè di maiale con crosta di sesamo" (anche questo vogliamo immortalare nella piccola storia di questa grande "rimpatriata"): sì, è vero...
Ma la pietanza più gustosa, più prelibata che è stata servita è il desiderio ardente di rivedersi; quella voglia matta di esserci ancora e sempre. Perché i sogni prima si desiderano, poi qualche volta si vivono, ma guai se scompaiono. Fabrizio e tutti gli altri amici lo sanno benissimo. Impossibile pensare che non si ripeta una magnifica serata come questa.

Nicola Ciaramella




Una delle più forti squadre della storia calcistica di San Marco Evangelista



Franco Lanzante, detto "baulone": un amico stupendo che non c'è piu.