Fase 2 e raccolta differenziata

Come smaltire mascherine e guanti usati, su cui potrebbero restare tracce di virus? 

Il Lockdown è entrato prepotentemente nelle nostre vite, portando buono e cattivo tempo; la cosa più positiva, che è stata anche riportata da molti media, è una sostanziale riduzione delle polveri sottili. Il satellite ha fotografato una situazione, che dovrebbe diventare la normalità. Ci siamo accorti che stando a casa e chiudendo i motori delle fabbriche che inquinano, la natura ha ricostruito dove l’uomo aveva distrutto, riprendendosi lo spazio che le apparteneva.
Dall’altro lato, della serie “Mica ora diventiamo improvvisamente civili!?”, in questi giorni sono girate, soprattutto sul web, immagini di guanti e mascherine gettate ovunque, segno che l’inciviltà è dura a morire e può fare danni peggiori di un virus sconosciuto.
Purtroppo in questa corsa verso le misure e le chiusure, le sperimentazioni e le notizie diverse che si sono susseguite, non è stato affrontato un tema importantissimo, appunto quello della raccolta delle mascherine e dei guanti usati.
Nel giorno della riapertura, qualcuno continuerà a gettarli per strada, mentre altri cercheranno in tutti i modi di mortificare ancora una volta la natura e l’ambiente: eravamo in pensiero per le persone costrette in casa, che non vedevano l’ora di ritornare a sporcare, inquinare e a rendere il mondo invivibile.
Quelle stesse persone che hanno invocato più volte la libertà e la democrazia, ne conoscono almeno il significato?
I governi, però, non hanno pensato (per ora) allo smaltimento di mascherine e guanti, di cui si è detto solo che vanno isolati in una busta, ma poi nessuno dice ufficialmente dove conferirli (c’è chi dice che vadano nell’indifferenziata).
Alcune aziende di raccolta hanno dato disposizione di conferirli in sacchetti chiusi da inserire dopo alcune ore in un altro sacchetto. Siccome si tratta di materiale che utilizzeremo per tantissimo tempo, forse bisognerebbe regolare, in primo luogo, la produzione, evitando, per esempio, che i guanti siano fatti di plastica e poi, soprattutto, bisognerà decidere come andranno smaltiti.
Su guanti e mascherine potrebbero restare, insomma, tracce di virus; per questo motivo andrebbero trattati come rifiuti speciali o almeno si dovrà tentare una strada diversa, attraverso una normativa apposita, creando, magari, un nuovo contenitore dedicato. Ovviamente, là dove il governo non interviene si crea sempre un vuoto normativo, come la testa di alcuni, e in questo modo si dà spazio all’autarchia e all’interpretazione arbitraria, tanto che certi individui, non ricevendo diverse disposizioni, decidono liberamente che guanti e mascherine vanno abbandonati per strada o in mare.
Post sui social e approfonditi editoriali spesso hanno parlato di un cambiamento nella coscienza delle persone che l’esperienza del Covid-19 potrebbe provocare, in altre parole che l’emergenza potrebbe renderci migliori... Voi ci credete? 

Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola

Webwriter Editor freelance, Seo Copywriter - studia scrittura giornalistica: stampa e web, collabora con Wall Street International, corrieredisannicola.it e con lanocemoscata.it - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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