"La Barca di Teseo" nel segno sempre più profondo della tradizione

Festa della Candelora: l'arte dei ballatori guidati da Germano Iacelli tra i devoti protagonisti del pellegrinaggio verso il Santuario di Montevergine.




Il 2 febbraio si celebra il giorno della Candelora, la festa della Purificazione di Maria e della Presentazione di Gesù al Tempio che cade esattamente a 40 giorni di distanza dal Natale. In Campania il rito viene celebrato presso il Santuario di Montevergine , sul monte Partenio in concomitanza con la cosiddetta “Juta”. L’Associazione sannicolese "La barca di Teseo", da sempre affascinata dai rituali che hanno costruito l’identità del nostro presente, ha voluto esserci e respirarne l’importanza. Il termine “Candelora” deriva dalla celebrazione liturgica che prevede la benedizione delle candele, simbolo di Cristo identificato come” luce per illuminare le genti”. Nella tradizione la ricorrenza rappresenta anche un indicatore meteorologico. Un famoso proverbio recita «Quanno arriva 'a Cannelora d'a vernata simmo fora, ma si chiove o mèna viento, quaranta juorne 'e male tiempo». Nel giorno della benedizione delle candele che dissipano l’inverno, inteso come stagione ma anche come condizione interiore umana, si innesta un altro importante rito laico che fonde il sacro al profano. Si tratta del pellegrinaggio dei “femminielli” che trovano protezione nella Mamma Schiavona, una Madonna nera bizantina che fa parte del ciclo delle sette Madonne legato alle attività rurali della semina e della raccolta. Il rito viene chiamato anche “Juta”, "andata", perché i pellegrini provenienti da ogni parte della Campania, e non solo, affrontano a piedi una lunga e faticosa salita che da Mercogliano li conduce sino al Santuario. Qui, animati da un profondo senso di raccoglimento, i devoti intonano caratteristici canti alla Madonna che sottendono un’intima richiesta di grazia e di soluzione alle difficoltà vissute. Solo chi vive questa esperienza può percepirne il pathos e la sensazione di libertà e leggerezza di chi si trova in un ambiente protetto, familiare, un grembo materno immune da ogni forma di pregiudizio. Questa duplice celebrazione richiama l’attenzione del mondo del folklore che, con le sue caratteristiche paranze e centinaia di amanti del ballo popolare, conferiscono una particolare forma alla giornata. Tra questi non potevano mancare i ballatori de "La barca di Teseo" guidati da Germano Iacelli che si è fatto promotore della visita non solo per consentire ai suoi associati di apprezzare la forza e la bellezza di quel vecchio rito ma anche per testimoniare la presenza della sua Associazione ad una tappa che rappresenta una pietra miliare del viaggio esperienziale che i cultori delle nostre tradizioni devono necessariamente affrontare. L’entusiasmo e la partecipazione emotiva del gruppo sannicolese hanno, ancora una volta, testimoniato che il popolare non si riduce alla mera esecuzione di un ballo ma può, in qualsiasi momento, diventare un’esperienza mistica nella quale i movimenti ritmici scandiscono gli impulsi dell’anima e del cuore.

Anna Maria Brignola
Addetta stampa La barca di Teseo 
©Corriere di San Nicola