Brutto episodio in chiesa, ma il sorriso di Don Antimo vince sempre

Antonio Serino (Gruppo Betania) racconta il deplorevole comportamento di un “ignoto bigotto” che ha inveito contro il parroco...



«Non mi è possibile far finta di niente. La mia coscienza mi impone di riferire un fatto a dir poco incredibile, in modo che anche tanti altri amici e parrocchiani prendano le dovute distanze da soggetti come quelli incontrati stamani (domenica 21 maggio -ndr)».

A raccontare è Antonio Serino, coordinatore del gruppo Famiglia Betania della Parrocchia di Santa Maria degli Angeli.

«Premetto che tutto si è verificato alla mia presenza. Si era appena giunti al termine della santa messa delle ore 10:30 in cui da qualche domenica si stanno celebrando le Prime Comunioni dei bambini che hanno compiuto il previsto percorso biennale. Come sempre, i giovani catechisti, nonché esperti formatori dell’azione cattolica sannicolesi, che ogni anno prestano le dovute attenzioni ai bambini che, non avendo altra formula di aggregazione, aderiscono alle proposte di formazione e sviluppo all’interno delle componenti religiose presenti in parrocchia, hanno dato il via ai rituali balli e canzoncine religiose che accompagnano il loro percorso di catechismo e che inneggiano alla felicità ed alla gioia, proprie della nostra religione.
Ebbene, indifferente a tale esplosione di gioia da parte dei bambini festeggianti, un ignoto BIGOTTO si è presentato presso il parroco Don Antimo, che, educatissimo e come sempre accogliente, è andato verso questo sconosciuto signore, il quale invece di presentarsi ha iniziato ad inveire su come abbia fatto a trasformare l’altare in una sorta di discoteca e per di più non curante della vicinanza al SS. Sacramento.
Non sto qui a ripetere le nefandezze con cui si è espresso tale “cristiano”, ma voglio invece sottolineare la pacatezza con cui Don Antimo, non accogliendo alcuna provocazione, ha solamente profferito che si è in un giorno di festa ed i bambini devono gioire per quest’evento unico della loro vita.
Allora è intervenuta una signora che, dimostrandosi della stessa pasta della persona precedente, ha inveito accusando il sacerdote di aver fatto diventare l’altare una balera in cui far sfogare la gente, terminando con “dove siamo arrivati?”.
Fin qui il fatto. Innanzitutto il ringraziamento al parroco che in perfetta calma ha rimandato al mittente la stizza originata.
Da qui, invece, la mia personale riflessione. Dispiace di non essere potuto intervenire perché i due sono subito andati via, chiamati da qualche parente festeggiante, ignaro di aver tra i propri invitati personaggi validi solo a fomentare disprezzo e repulsione per le pratiche di serenità e di gioia che, grazie a giovani sacerdoti, stanno riaccendendo i cuori di tante persone che si erano allontanate dalla chiesa.
Ma poi esce fuori ciò che mi porto dentro e che da anni sto cercando di propagandare. Papa Francesco ha iniziato a sollecitare, anche tra le autorità ecclesiastiche, di portare il messaggio gioioso di Cristo, che non è solo morto per noi ma è principalmente risuscitato per dare dimostrazione che la morte non è nulla per chi crede in Lui e che seguendo la sua legge fatta di Amore e Misericordia, porterà alla vera vita.
Chi, dunque, si accinge a denigrare l’operato, pacifico ed amorevole, di chi tende a realizzare la volontà di Cristo, non è degno di essere chiamato cristiano, non è degno di frequentare le chiese come anche non è degno di farsi da maestro verso chi invece spende la propria vita proprio per il bene degli altri. In altre parole egli è destinato solo a fare chiacchere!
Ben vengano, caro Don Antimo, giovani e premurosi parroci come te. Grazie della semplice lezione di vita che dai con il tuo operato. E a chi vorrebbe ancora contattarti per offenderti darei un consiglio: si passi prima la mano per la coscienza, se ce l’ha… e senta cosa gli dice!»

©Corriere di San Nicola