Napoli senza arte né parte si trasferisce all’estero...

Tutto dipende da come si guardano le cose e sotto quale prospettiva...


La notizia è apparsa in forma polemica su una testata giornalistica che si occupa di arte antica e contemporanea, "Finestre sull’Arte".

La questione è la seguente: il trasferimento, il prestito di numerose opere dai musei di Napoli alla volta di mostre estere.

In particolare, parliamo di una politica di prestiti attuata da Museo Nazionale di Capodimonte e dal Museo Archeologico Nazionale.

Gli scambi culturali di opere tra musei è anche fisiologico e sano, quando lo si fa con criterio, con scopi ben precisi di arricchimento e per affermare che l’arte non conosce confini.

Infatti, in un recente articolo sul Corriere di San Nicola, abbiamo parlato della mostra "Gli spagnoli a Napoli: Il Rinascimento meridionale" che tra l’altro ha portato in Italia dopo quattro secoli il dipinto di Raffaello "La Madonna del pesce" (opera italiana che stranamente si trova in Spagna).

Ma qui, invece, è necessario fare un discorso che sposta l’attenzione dal lato artistico-culturale. Ciò è necessario quando le opere più belle esposte nei musei di Napoli viaggiano, svuotando quasi i musei partenopei.

Il MANN ha prestato opere a Spagna e Cina. Decine di reperti del Museo Archeologico Nazionale sono a Pechino e a Barcellona. Opere di grande rilievo e prestigio si trovano ora al China Millennium Monument, ma per accedere a queste notizie è necessario imparare il cinese e leggere i mass media cinesi. In tutto si tratta di circa settanta opere (dallo scorso anno circa 160 reperti), tra cui Afrodite Callipige, la Afrodite appoggiata, lo Pseudo Seneca della Villa dei Papiri, l’affresco di Eros e Narciso, il mosaico col leone e Dioniso.

Poche settimane fa, il nostro Presidente Mattarella ha inaugurato una mostra con i capolavori di Capodimonte al Louvre di Parigi alla presenza del Presidente francese e del direttore del Museo di Capodimonte Sylvain Bellenger.

Gli interrogativi sono tanti. Con una politica dei prestiti di tale portata, i turisti stranieri (francesi, spagnoli, cinesi in particolare) avranno ancora voglia di visitare i nostri musei, visto che le opere le hanno a casa loro?

L’altro lato della medaglia.

Su altri canali d’informazione si parla, riferendosi ai prestiti, di grandi progetti culturali, che portano prestigio all’Italia. Inoltre, che il trasferimento delle opere è giustificato da ampi lavori di ristrutturazione a Capodimonte, che renderebbero comunque inaccessibili le opere per un lungo periodo.

"Finestre sull’arte" si domanda cosa il MANN abbia ottenuto in cambio dalla Cina, visto che la mostra cinese "La luce dell’antica civiltà romana - Collezione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli" durerà fino ad ottobre e che lo stesso ufficio Stampa del MANN non ha dato alcuna comunicazione dell’evento.

Capodimonte resta un grande polo culturale, con i 17 palazzi e il Real Bosco, con laboratori di ricerca e scuole per giardinieri. Non dimentichiamo la fabbrica delle famose porcellane di Capodimonte, brand mondiale di alta qualità. E ancora il MANN con le sue opere di straordinaria bellezza, con progetti, reperti, affreschi che affondano le radici nella preistoria dell’umanità.

Tutto questo può viaggiare e andarsene in giro per il mondo fisicamente. Noi possiamo decidere di avere ampie vedute e chiamare questa tendenza "scambi culturali" oppure pensare liberamente che la cultura, in questo caso, c’entri molto poco.

Giovanna Angelino 
©Corriere di San Nicola

 
(Foto: Giovanni Bellini, La Trafigurazione, 1478/1479; olio su tavola, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte)