Spagna Italia: Rinascimento meridionale al Museo di Capodimonte
Una mostra che illumina un breve periodo storico molto intenso riaccendendo una questione su un famoso dipinto di Raffaello Sanzio
Spagna - Italia non è riferito alla finale dei campionati mondiali di calcio. Riguarda, invece, un legame tra arte e cultura, che matura in seguito a importanti vicende storiche d’inizio Cinquecento. In queste settimane, una mostra a Napoli, nel Museo di Capodimonte, ha illuminato un breve periodo storico molto intenso e ha riacceso una questione su un famoso dipinto di Raffaello Sanzio. Un quadro che dovrebbe trovarsi in Italia, ma che invece è custodito nel museo di Madrid.
Il 13 marzo scorso è stata inaugurata la mostra organizzata dal Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger (sala Causa) in partenariato con il Museo Nacional del Prado, direttore generale Miguel Falomir Faus, che terminerà il 23 giugno 2023.
La mostra si intitola - Gli spagnoli a Napoli - Il Rinascimento meridionale.
La grande novità è che dopo 400 anni, grazie a questa importante collaborazione, torna a Napoli la Madonna del pesce di Raffaello, un dipinto destinato alla cappella della famiglia del Doge di San Domenico Maggiore a Napoli. Dopo la mostra, il quadro tornerà a Madrid.
Chi avrà la fortuna e il piacere di inoltrarsi tra le opere esposte si ritroverà ad attraversare un trentennio del primo Cinquecento davvero eccezionale, dove l’arte e la cultura spagnole s’incontrarono con quelle meridionali. Una parentesi felice, bruscamente interrotta dalle vicende storiche.
Gli ordini religiosi e l’aristocrazia promossero e accolsero gli artisti spagnoli, finanziando opere meravigliose, realizzate spesso con marmo di Carrara. Tornati in Spagna, gli artisti declinarono la cultura figurativa dell’alto Rinascimento. Senza la parentesi partenopea, forse quell’arte non avrebbe conquistato quel respiro europeo all’interno della compagine imperiale di Carlo V.
La mostra si snoda tra dipinti e sculture sapientemente disposti per creare un percorso espositivo di rara bellezza. Il visitatore si ritrova ad ammirare un quadro e una scultura, mentre altre opere si intravedono a pochi metri, in un sottile gioco di luci e ombre. L’epoca racconta un delicato passaggio storico tra due dinastie, quella aragonese e il Regno di Napoli sotto la Corona di Spagna.
Ci troviamo all’apice di una grande stagione culturale e artistica, dove Leonardo, Michelangelo e Raffaello seppero interpretare opere di grande valore.
La Madonna del pesce di Raffaello
Il dipinto realizzato intorno al 1514 fu trasferito a Madrid verso la metà del Seicento dai governanti spagnoli. Oggi, si trova nel Museo del Prado proprio nella capitale spagnola.
Al centro del dipinto la Madonna col bambino su un trono rialzato, che sembra quasi uscire dal quadro. La scena rappresentata è la conversazione tra l’arcangelo Raffaele con Tobiolo e San Girolamo. Il nome dell’opera deriva dal pesce che il fanciullo Tobiolo ha in mano. La leggenda racconta che Raffaele lo aveva aiutato a pescare un pesce velenoso, che avrebbe guarito con la sua bile la cecità del padre.
Si consiglia di visitare la mostra con una guida esperta che saprà intrecciare storia e arte e raccontare le influenze che gli spagnoli portarono in Italia. Dall’altro canto, gli artisti italiani seppero fare la loro parte, tanto che il Rinascimento prima di assumere un respiro internazionale, ebbe come incubatore proprio il meridione. E’ la dimostrazione che l’ampiezza dell’arte non conosce confini.
Migliaia di turisti e napoletani stanno visitando in questi giorni la Mostra "Gli Spagnoli a Napoli": è l’occasione della prima domenica del mese con ingresso gratuito; il 13 maggio scorso con l’accesso ai musei di notte al prezzo simbolico di 1 euro si è registrata un’affluenza senza precedenti.
Le persone sono affamate di arte e di bellezza, questa mostra ne è l'esempio lampante. Il Rinascimento non ha interessato solo il linguaggio artistico, ma ha abbracciato le arti in generale, e in particolare un nuovo modo di pensare, una rinascita del bello. Se sono stati creati capolavori di valore assoluto è perché gli artisti rinascimentali hanno compreso che era giunto il momento che l’uomo diventasse l’artefice del proprio destino. E lo ha fatto, lasciando rifiorire la bellezza, la letteratura, la pittura, la scultura. La rinascita si è compiuta in un periodo di grandi stravolgimenti e difficoltà, molto simile all’epoca attuale.
Leonardo, Michelangelo e Raffaello rappresentarono l’uomo che contempla tutti gli ambiti della conoscenza. I milioni di persone che affollano i luoghi della bellezza e della nostra memoria dimostrano che c’è vita e voglia di un nuovo Rinascimento.
Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola
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