MOTTA: “L’ULTIMO COLPO DI CODA”


Il portavoce dei comunisti sannicolesi, candidato alle prossime amministrative con la lista "La Sinistra", ritiene “illegali” i parcheggi istituiti dal “governo locale


Riceviamo e pubblichiamo:

«BUONGIORNO SAN NICOLA LA STRADA!!! Alla città, verso la quale le politiche scellerate l’hanno destinata a divenire solo un centro dormitorio, l’unica cosa che resta da fare oggi è augurarle con il quotidiano risveglio mattutino solo un semplice BUONGIORNO.

Eh sì, con le lottizzazioni concesse negli ultimi 10 anni di malgoverno di centro-destra, la città è stata proiettata ad un esponenziale aumento demografico, che, con l’ulteriore immigrazione di nuovi residenti (e domiciliati), sta comportando e amplificando tutta una serie di problematiche già sull’orlo di un collasso. Servizi insufficienti, fogne non recettive, strutture scolastiche, sportive e verde attrezzato del tutto carenti, ma soprattutto traffico veicolare congestionato.
Il centro della città (ed il suo sistema viario), strutturato nel passato per il solo transito delle carrette (i cosiddetti “traini”) tirate da animali e poi delle poche e prime autovetture, già in passato ha dovuto subire delle modifiche per decongestionare il traffico, che, con il passare degli anni, è aumentato sempre più, tale da comportare, per la maggior parte delle strade, il passaggio dal doppio senso di circolazione a quello di senso unico di marcia. Anzi, in alcuni casi, considerata la esigua larghezza della strada (alcune meno di 4 m. e senza marciapiedi per i pedoni), si è stati costretti ad istituire i divieti di sosta, per impedire che qualche veicolo di sagoma leggermente più grande del normale (tipo furgoni, fuoristrada, piccoli autocarri, ecc.), fermandosi e sostando, bloccasse il regolare flusso veicolare o potesse creare seri problemi ai pedoni. Per molti automobilisti, all’inizio è stato un vero choc, visto che capitava dover fare anche tragitti molto lunghi (in qualche caso anche oltre 3 km), laddove prima con la propria autovettura ne doveva percorrere poche centinaia di metri per giungere al medesimo luogo. Comunque, il cittadino, pur a malincuore, accettava civilmente il nuovo piano traffico, in quanto diventava consapevole che ciò conduceva ad uno scorrimento veicolare più fluido. Il problema vero e proprio, è incominciato quando la città è incominciata a crescere a dismisura, così come gli abitanti e, quindi, anche i veicoli. La situazione ha subito un aggravio maggiore per l’assenza di parcheggi, sia nel centro “storico” che nella periferia, e, in quest’ultima proprio per una mancata programmazione urbanistica. Infatti, la politica del governo di centro-destra è stata indirizzata solo e esclusivamente all’applicazione sul territorio dell’unica formula a loro nota, quella dell’edificazione del tipo “inversamente proporzionale”, ossia far realizzare ai soliti pochi noti tanti appartamenti e pochi parcheggi. La qualcosa è attestata dal fatto che tanti nuovi residenti che non hanno garage, box auto o aree private, oggi sono costretti a ricoverare le proprie autovetture direttamente in strada, sia di giorno che di notte.
Ma eccoti la ciliegina sulla torta, l’ultimo colpo di coda di questo governo locale. L’istituzione dei parcheggi a pagamento sulle strade cittadine. Manco fosse, la nostra cittadina, quale meta turistica più ambita, quale polo di attrazione artistico più visitato, quale località di mare tra le più preferite dagli italiani e dagli stranieri. Eh no, cari amministratori! Questo è solo un tentativo squallido per introitare ulteriori soldi per quadrare i bilanci delle casse comunali da voi miserevolmente depauperate, e in sostituzione anche dei mancati introiti degli autovelox e dei photored, spenti per motivi cautelari (visto lo scandalo giudiziario scoppiato per gli stessi in altri comuni). È un ulteriore metodo per allettare i pochi e nuovi posti di lavori da spendere e spandere per tanti nelle prossime elezioni amministrative, nonché quello di creare ulteriori disagi agli esercizi commerciali e ai cittadini tutti già tanto vessati da questa amministrazione.
E dove dovrebbero venire i nuovi parcheggi? In Piazza Santa Maria della Pietà, Largo Perugia, Via Perugia, Viale Italia, Largo Matilde Serao, Parco Speranzas, Via Fermi, Viale Europa, Via XX Settembre, Corso De Gasperi, Via Santa Croce, Via L. Da Vinci, Via Paul Harris, Piazza Municipio, Piazza Parrocchia e zona antistante il Cimitero (quest’ultima il sabato, la domenica ed il lunedì in occasione del mercato settimanale). Saranno istallati dei parcometri e le tariffe saranno per gli utenti di Euro 0,50 ad ora o frazione. La gestione dei parcheggi a pagamento avrà un costo annuo per l’amministrazione Euro di 80.000 ed una durata “novennale” per la ditta che si aggiudicherà l’appalto, il tutto per un totale di Euro 720.000, costi che probabilmente non si riuscirà mai a coprire con i soldi introitati.
Ora è da sottolineare che le scelte di questi parcheggi a pagamento nelle aree individuate da questo governo vampiro remano contro precise norme di legge. Infatti, il Codice della Strada (Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285) definisce all’art. 3 che la carreggiata è la parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli ed è composta da una o più corsie di marcia ed, in genere, è pavimentata e delimitata da strisce di margine (comma 7), mentre il parcheggio è l’area o infrastruttura posta fuori della carreggiata, destinata alla sosta regolamentata o non dei veicoli (comma 34). Inoltre, anche l’articolo 7 del C.d.S. recita che nei centri abitati i comuni possono, con ordinanza del sindaco, stabilire aree nelle quali è autorizzato il parcheggio dei veicoli (comma 1 lettera e), e , previa deliberazione della giunta, stabilire aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta, anche senza custodia del veicolo, fissando le relative condizioni e tariffe ... (comma 1 lettera f), lo stesso articolo recita anche che i proventi dei parcheggi a pagamento, in quanto spettanti agli enti proprietari della strada, sono destinati alla installazione, costruzione e gestione di parcheggi in superficie, sopraelevati o sotterranei, e al loro miglioramento e le somme eventualmente eccedenti ad interventi per migliorare la mobilità urbana (comma 7), - quindi non per quadrare i bilanci, - e che, qualora il comune assuma l'esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l'installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta di cui al comma 1, lettera f), su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare un’adeguata (congrua) area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta (comma 8).
L’inadeguatezza di siffatti parcheggi, illegali, è stata ribadita anche in una puntata televisiva delle Iene (Italia 1) del 23.02.2011.
Comunque, un segno fondamentale di civiltà di una città, è proprio quello di offrire servizi impeccabili ai cittadini, tra cui aree destinate a parcheggi, in particolare liberi. Pertanto, alla luce di quanto detto, va subito revocato il bando di gara di affidamento dei parcheggi, perché individuati sulle strade e nelle piazze (e non in apposite aree). Hanno previsto parcheggi illegali.
La comunità sannicolese, poi, negli anni ha già pagato un dazio oneroso, come quello di vedersi sottrarre grosse aree verdi a scapito del cemento speculativo. Varianti al P.R.G. “amichevoli” hanno comportato cambi di destinazione di aree verdi e/o di pubblica utilità in zone commerciali, e monetizzazioni da fame hanno svenduto suoli pubblici a favore di privati. È ora di attuare una politica controtendente e risarcitoria. Si realizzi un progetto serio e di grande civiltà, come potrebbe essere la destinazione delle ex cave di estrazione del tufo di Via SS. Cosma e Damiano e di Via Appia a parcheggi liberi a piani interrati e le aree soprastanti in parte a verde attrezzato ed in parte ad esercizi commerciali. Si ridia il centro storico ai cittadini, lo si renda libero dai veicoli (area ciclo/pedonale), lo si trasformi in un luogo di incontro e gradevole alle famiglie, si rivitalizzi  la sua anima. Basta con una città dormitorio, è ora di avere la città che vive! La città con un cuore che batte!!! I COMUNISTI LO PROPONGONO, IL CENTRO-SINISTRA LO VUOLE, I CITTADINI LO PRETENDONO, SAN NICOLA LA STRADA LO ESIGE!!!»
Il Portavoce FdS-PdCI Salvatore Motta


Nella foto, Salvatore Motta. Questa la sua "autobiografia" che ha inviato al nostro giornale e che volentieri, integralmente, pubblichiamo:
«Laureato in Scienze Biologiche e impiegato presso l’Amministrazione Provinciale di Napoli – Polizia Provinciale, ma distaccato c/o la Procura della Repubblica di Nola – II Sezione Edilizia – Ambiente – Sezione Polizia Giudiziaria, Salvatore Motta è nato a Winterthur (CH) il 22.03.1963 da genitori di San Nicola la Strada, emigrati in Svizzera per motivi di lavoro, ed è sposato nonché padre di due figli. Si avvicina alla politica negli anni in cui frequenta il Liceo Scientifico “A. Diaz” di Caserta, aderendo ai vari movimenti di sinistra giovanile di ispirazione comunista. Avvicinatosi al Partito Comunista Italiano, dopo il diploma, conseguito nel 1982, si iscrive al corso di laurea in Scienze Biologiche c/o l’Università di Napoli Federico II”. In tale fase partecipa alla “Pantera”, movimento studentesco nato come protesta alle scelte politiche sulla scuola e sull’università adottate dal governo (pentapartito) di quel periodo. Si laurea nel 1991 e, successivamente, si abilita alla professione di biologo, che esercita fino al 2001 prima di essere assunto negli enti locali. Nel 1993 aderisce al Partito della Rifondazione Comunista, candidandosi nello stesso anno alle Comunali. In tale competizione elettorale il P.R.C. con il 3,5% circa di consensi conquista un seggio in Consiglio Comunale. Motta, pur ottenendo il maggior numero di preferenze della lista del P.R.C. (circa100 voti),  in virtù della legge elettorale, il seggio  viene assegnato  al  candidato a Sindaco non eletto della lista. Nello stesso anno viene nominato Segretario cittadino del P.R.C. e con altri compagni fonda il circolo locale “A. Gramsci”. Guida il Partito dal 1993 al 1997, operando sul territorio locale e organizzando n. 2 Feste di Liberazione. La concretezza della sua azione politica da Segretario locale viene riconosciuta con le Comunali del 1997, tornata elettorale che vede il P.R.C. ottenere circa il 16% dei consensi e conquistare ben n. 4 seggi (dopo circa 50 di governo repubblicano, un partito comunista diviene forza di maggioranza, ottenendo visibilità nella giunta Tiscione con un compagno nominato assessore all’urbanistica). In tale tornata elettorale, con circa 200 voti, Motta risulta essere uno dei candidati più votato ed il primo della lista P.R.C., divenendo così consigliere comunale (1997-2001), impegnandosi nelle scelte politiche a difesa del territorio ed al blocco dell’aumento dei tributi, nonché in scelte tese a favorire i giovani e i disoccupati con la presentazione di vari progetti e a tutelare le classi socialmente più deboli. Dopo la sua elezione a consigliere, si dimette da Segretario locale e diviene nel 1998 Capogruppo Consiliare P.R.C.. Nel 1999, non condividendo alcune scelte politiche, nazionali e, particolarmente, locali del partito, esce con altri compagni dallo stesso e, in Consiglio Comunale, si dichiara Comunista Indipendente. Dopo alcuni mesi, aderisce al Partito dei Comunisti Italiani, dove tuttora milita. Si candida nelle liste del P.d.C.I. alle Provinciali del 2000, ottenendo un discreto risultato nel Collegio San Nicola-Recale (circa 350 voti e 6° più votato per il P.d.C.I. nell’intera Provincia). Nel marzo del 2001 viene inviato, in qualità di delegato P.d.C.I. sulle politiche agro-alimentari in rappresentanza della Campania, a Bruxelles presso il Parlamento Europeo, dove pone all’attenzione degli altri delegati dei paesi membri alcuni prodotti tipici campani (in particolare, la mozzarella di bufala campana, le mele annurche del casertano e i limoni della penisola sorrentina), suscitando un enorme interesse nei colleghi presenti. Riesce a presentare alle Comunali 2001 una lista P.d.C.I., che ottiene circa 250 voti. Nello stesso anno, per motivi di lavoro, è costretto a trasferirsi in Lombardia, dove comunque continua a fare politica frequentando la Federazione Provinciale P.d.C.I. di Bergamo. Nel 2004 ritorna a San Nicola la Strada e insieme a Francesco Nigro ed altri compagni fondono la sezione P.d.C.I. “Enrico Berlinguer”, di cui Motta ne diventa il Segretario politico locale. Nel 2005 alle elezioni Provinciali Motta si ripresenta nel Collegio San Nicola-Recale (circa 450 voti e 4° più votato per il P.d.C.I. nell’intera Provincia), mentre Nigro viene presentato alle Regionali. Nel 2006, candidatosi alle elezioni Comunali (il P.d.C.I. prende circa 200 voti) e pur essendo risultato primo della sua lista, Motta si dimette da segretario politico (come lettura di sfiducia nei suoi confronti), carica che viene assunta da Carlo Iengo. Alla vigilia delle elezioni Politiche 2008, Nigro (all’epoca segretario provinciale), Iengo ed altri compagni abbandonano il P.d.C.I.. Motta, designato quale portavoce del partito a livello locale dal Comitato Federale provinciale, di cui ne è membro come anche a livello regionale, assume la guida e, all’indomani della disfatta elettorale della liste “Sinistra Arcobaleno” e dove i Comunisti non presentano il simbolo della “falce e martello”, si impegna nella ricostruzione del partito locale, ma soprattutto, come ha sempre esternato, nel promuovere fattivamente per l’unità dei Comunisti, intrecciando rapporti a  livello locale con i compagni di Rifondazione Comunista, con i quali si decide di avere un’unica sede in Via Appia per entrambi i partiti. Motta ed il segretario del P.R.C., sui temi più spinosi, attuano sul territorio iniziative comuni. La collaborazione dei due partiti sannicolesi è visto come laboratorio e preludio di ulteriori intese in altri comuni del casertano e dell’Italia intera. Infatti, alle Europee 2009 viene presentata la Lista Comunista Anticapitalista, dove i due partiti maggiori (P.R.C. – P.d.C.I.) ripresentano il simbolo storico della “falce e martello”  ed ottengono insieme, anche a livello locale, una significativa ripresa. A seguito di ciò, i due partiti decidono, con il coinvolgimento di altri movimenti, di dar vita a livello nazionale alla nascita della Federazione di Sinistra, di cui Motta attualmente a livello provinciale ne è membro del Consiglio. Dopo l’ennesima scissione dei Comunisti, la nuova emorragia porta alla formazione del S.E.L. di Nichi Vendola; con gli stessi rappresentanti a livello locale si decide per le amministrative del 15-16 maggio p.v. di presentare un’unica lista, “La Sinistra”, nella quale Motta è candidato».